di Gianni Rojatti [user #17404] - pubblicato il 13 gennaio 2016 ore 13:30
Per alcuni, imparare una scala significa memorizzarla e saperla poi visualizzare sulla chitarra. Di conseguenza, così, fraseggiare non è altro che pigiare una serie di note che sappiamo corrette, muovendole tra pattern sequenze. Ma in questo modo suoniamo più con gli occhi che con le orecchie.
E’ importante saper cantare quello che suoniamo. Significa averne la totale padronanza e massima consapevolezza. Se non sì è in grado di riprodurre con la voce, cantando, quello che stiamo eseguendo significa che stiamo suonano a vista, seguendo con lo sguardo e assecondando con le dita, pattern e geometrie di scale, triadi, arpeggi. Ma è in qualche modo ridicolo, perché bisognerebbe suonare con le orecchie, mettendo sulla chitarra le cose, la musica che sentiamo nella nostra testa. Io per esempio riesco a cantare tutte le cose che faccio con la pentatonica. Per me è la scala più facile e l’ho studiata così a fondo e la amo così tanto da riuscire a cantare tutto quello che ci faccio. Ma sono sincero: ci sono tante altre cose sulla chitarra che non conosco così a fondo, che non saprei suonare con la stessa scioltezza. Questo è il mio obbiettivo, affinare il mio orecchio al punto di riuscire a cantare anche nuovi lick, nuove cose. C’è una grande differenza tra suonare una cosa per come suona, perché ne conosci il sound, piuttosto che perché ne conosci semplicemente la diteggiatura sulla chitarra e sai che è corretta.