La scelta era già lì in un angolino della mia mente: volevo, fortissimamente volevo una Telecaster. Ma non ne volevo una qualsiasi, la volevo sguaiata e ignorante, e quindi doveva avere il corpo in frassino, la tastiera in acero e lui, il cattivissimo me, l'illustre P90 al manico.
Doveva essere Blonde che più Blonde non si può, perché per me la Tele è Blonde, di colori coprenti neanche a parlarne.
Siamo partiti con Donato Guzzo, socio di Chitarre e Componenti, con una serie impressionante di mail di confronto per progettarla. Mi ha invitato tante volte a recarmi presso il laboratorio ma il lavoro me lo ha impedito, in ogni modo la collaborazione a distanza non mi ha tolto veramente nulla perché gli aggiornamenti con tanto di foto erano praticamente giornalieri.
Donato mi ha proposto un bel pezzo di frassino risuonante stagionato otto anni dal quale ricavare il body. Pezzo unico, niente body in due, tre, quattro o chissà quanti pezzi.
Visto che le venature erano veramente belle, il consiglio è stato di una finitura satin perché esalta le caratteristiche del materiale. Il consiglio mi ha convinto e l'ho accettato mettendo subito come condizione che la vernice fosse sottilissima e nitro, nient'altro perché a mio modo di vedere così il legno sarebbe stato più libero di vibrare e di migliorare nel tempo. Chiaramente il contraltare da mettere in conto era quello di avere un oggetto più delicato, ma tanto non ricordo più dove ho messo il polish.
Il manico (di provenienza Fender come il ponte) con radius 9,5 l'ho voluto con la finitura gloss. So che a tanti non piace e viene ritenuto meno scorrevole, ma io mi ci trovo bene. I tasti sono dei medium jumbo. I pickup sono di loro produzione ed entrambi con alnico V.
La chitarra mi è arrivata dopo circa un mese ed è costata 600 euro. Come dicevo, il prezzo di una messicana.
Lo strumento viene spedito con il manico a parte ma le corde montate in modo che lo si possa assemblare facilmente alla ricezione. La scelta mi è stata giustificata con la maggior sicurezza di non avere danneggiamenti durante il trasporto. Io me la sono fatta montare in negozio perché, non avendo una gran manualità, non volevo far danni. Le istruzioni sono quelle di suonare lo strumento circa una settimana con quelle corde per far assestare la chitarra e poi cambiarle.
Faccio presente che, in caso di manico verniciato, arriveranno anche i tasti verniciati e al cambio corde devono essere pulite, una bischerata che non cambia il valore e la scelta dell'acquisto. Ma veniamo al suono, altrimenti sarebbe un soprammobile.
La mia Telecaster suona e suona tanto. Le scelte costruttive avrebbero potuto far pensare a un suono da spenta monodirezionale verso le frequenze medio alte da dover correggere amplificata con il P90 e l'ampli. In realtà la chitarra le frequenze le ha tutte, i bassi non sono roboanti ma asciutti e rendono il suono distorto molto aggressivo e privo del rischio d'impastarsi, le medie sono croccanti e in primo piano sul fronte sonoro e le alte sono brillanti ma non sottili anche grazie alla scalatura .010 delle corde.
Il volume è davvero ottimo e la chitarra è sempre pronta agli armonici che si innescano lungo tutta la tastiera a semplice comando.
I pickup beneficiano dell'alnico V e donano alla chitarra equilibrio sonoro privo di asprezze. Il P90 produce un suono pieno ma che non s'ingolfa nemmeno volendo, la combinazione dei due pickup è quella classica ma un po' più "palestrata", come se avesse preso le vitamine.
È passato un mese e non riesco a levarmela di dosso, spesso la sera la suono da spenta perché le bimbe dormono, ma la soddisfazione è davvero tantissima.
Oltre chiaramente a Donato che mi ha costruito la Telecaster, se mi è consentito vorrei rivolgere un ringraziamento a quella meravigliosa moglie che mi ritrovo che, invece di storcere il naso per l'ennesima chitarra in casa, mi ha quasi costretto a imbarcarmi in quest'avventura.