Astoria Custom Combo: il Marshall che non ti aspetti
di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 08 marzo 2016 ore 07:30
Una colorazione, ma soprattutto un sound inedito quello dell’Astoria Custom, un combo da 30 Watt con una coppia di KT66 nel finale. Tanto vintage nell’aspetto quanto moderno nella gestione dei suoni con loop effetti, push pull e footswitch. Lo abbiamo provato con un una Strat e qualche Gibson ed ecco il risultato.
La serie Astoria ha stupito fin dalla presentazione al Namm. Il look ricercato ha sicuramente catturato i primi sguardi, ma la scheda tecnica è ancora più interessante.
Il cuore del circuito pulsa grazie a una bella coppia di KT66 (un gradito ritorno su una circuitazione Marshall), in combinata con quattro ECC83 e pilotano un cono da 12’’ Celestion Creamback. Il controllo del proprio sound è garantito dai sei controlli a disposizione sul pannello superiore cromato. Da destra, subito dopo gli interruttori per l’accensione e lo standby troviamo il master con cui si può regolare il volume generale. A seguire i controlli dell’equalizzazione (alti medi e bassi) sono preceduti dall’edge, un potenziometro che permette di controllare l’eq un po’ come si farebbe con il tono di un overdrive. Chiude il gain, che non ha bisogno di presentazioni. Questo come treble e master è push-pull e permette di azionare la modalità body che aggiunge un boost di 8dB dai 120Hz in giù. Nascosto sotto il potenziometro degli alti invece abbiamo il bright, per regalare un po’ di fizzantezza nella parte destra dello spettro delle frequenze. Infine, molto utile, la riduzione di potenza da 30w a 5w, che interviene quando si tira il potenziometro del master.
L’Astoria è un monocanale con una circuitazione piuttosto vintage, ma mette sul piatto delle features tutto sommato moderne. Oltre ai numerosi controlli dà la possibilità di utilizzare il footswitch per azionare un boost di volume e il loop effetti (valvolare).
Colleghiamo la Cruz nell’ingresso HI (con 6dB in più rispetto al LO) e cominciamo ad assaporare il clean dell’Astoria. Il timbro è marshalloso sì, ma le KT66 ci portano leggermente oltre l’Oceano Atlantico. Diciamo che in qualche maniera con questa circuitazione alla Marshall hanno cercato di fare un salto indietro, alle origini, quando il buon Jim Marshall, quando la prima JTM45 prese vita da una costola di un Bassman. Da subito, però, si capisce che il clean, pur bello, vuole subito passare al crunch. Quasi come se il controllo del gain ruotasse da solo ci ritroviamo a fare i primi power chord senza quasi accorgercene.
Quando si alza il guadagno il sound torna a far sentire lo spiccato accento inglese. Le basse acquistano corpo, il sustain si allunga e la chitarra comincia a ruggire. Un paio di riff hendrixiani, ma veniamo colti da una insana voglia di humbucker. La 335 ci strizza l’occhio e non esitiamo a collegarla. La maggiore spinta delle doppie bobine non trasforma completamente la voce dell’Astoria, ma la fa ulteriormente incazzare. Quello che era un crunch si fa distorto, quello che era blues diventa rock.
In questo frangente azionare il body è un piacere. Recuperare una buona dose di decibel sulle basse aiuta molto il sound a diventare ancora più potente e aggressivo. Giocando poi con l’eq si riesce a trovare un equilibrio perfetto tra tutte le frequenze che scaturiscono dal cono. Ci spingiamo al limite con il gain, ma con la 335 è difficile tenere a bada il combo da 30watt, bisogna passare alla Les Pual. Con guadagno a manetta e boost attiva il Custom sa dire la sua anche in ambiti metal e non propriamente vintage, anzi. Pur senza mai scadere nell’HI-FI sa tirare fuori le unghie e colpire con forza con un sound potente e compatto.
L’Astoria Custom è un amplificatore tanto bello da vedere quanto da suonare. Regala ottime soddisfazioni in ogni situazione, dalla più funk a quella heavy. Come combo è un pelo troppo pesante da spostare con i suoi 27kg, ma non è tra i più pesanti sul mercato. Pesante come i suoi trasformatori è sicuramente il prezzo che si attesta sui 2950 euro. Si pone in una fascia alta, arrivando a sfiorare prodotti boutique.