di redazione [user #116] - pubblicato il 20 aprile 2016 ore 15:30
Chi fa da se, fa per tre. Per questo, da un po' di mesi, offriamo ai lettori chitarristi spunti per essere autonomi e capaci nel microfonare i loro amplificatori. Pur certi che quella del fonico sia una figura specialistica imprescindibile - soprattutto ad alti livelli - siamo altrettanto sicuri che queste genere di competenze non possono che giovare nella formazione e nell'autonomia professionale di un musicista.
Dopo aver analizzato la caratteristiche di microfoni a condensatore e microfoni dinamici, nella scorsa lezione, il nostro amico e insegnante Enrico Santacatterina, aveva iniziato a considerare la possibilità di utilizzare entrambi per la ripresa dell’amplificatore in studio di registrazione. Nello specifico, l’idea era di sfrutterà al meglio il carattere di ciascuno dei due microfoni, piazzandoli davanti all'amplificatore vicino al cono, in punti differenti ma alla stessa distanza, entrambi nella loro posizione ottimale. Oggi, valuteremo un’altra opzione, capace parimenti, di contribuirà ad allargare lo spettro sonoro della nostra chitarra.
Posizioneremo il microfono dinamico vicino all’amplificatore; quello a condensatore a diaframma largo a una distanza di circa 60 cm.
In questa maniera, il microfono dinamico riprenderà esclusivamente il suono dell’amplificatore, quello a condensatore invece, anche quello della stanza in cui stiamo effettuando la ripresa. Così, alla pasta e matrice principale del suono, quella ripresa dal dinamico, aggiungeremo dal condensatore una sorta di ambiente naturale offerto dalla stanza e maggiore estensione di frequenze tanto verso il basso e anche verso l’alto. La differenza fondamentale è nella disposizione dei due segnali nel mix: la volta scorsa, i due microfoni che riprendevano il cono alla stessa distanza ma posizionati in maniera differente erano aperti in stereo; oggi, con questa differente disposizione, terremo entrambi i segnali centrali, in mono.