Quando si imbraccia per la prima volta una chitarra di fascia alta, dopo qualche anno di gavetta tra entry level e copie economiche, c'è un mondo che si apre. Le mani sono allenate abbastanza da domare i manici ostici di uno strumento regolato approssimativamente e sagge a sufficienza da riconoscere i propri limiti, senza incolpare la fabbrica per ogni propria carenza esecutiva. L'orecchio coglie sfumature che prima non catturava e la sete di qualcosa in più si fa sentire. Il primo approccio con uno strumento di qualità superiore è capace di segnare i gusti e i desideri del giovane musicista, gli fa capire la differenza tra un attrezzo con cui allenarsi e un pezzo d'arte con cui produrre della vera musica. Eppure, il più delle volte, l'esperienza uditiva rappresenta solo una piccola percentuale di ciò che scatta nella testa del musicista.
Le centinaia (o migliaia) di euro che intercorrono tra una chitarra da quattro soldi e una di fascia alta si distribuiscono in feel, cura nei dettagli, durabilità dei materiali, suonabilità e, naturalmente, suono. Solo quest'ultimo però può essere colto da altri che non siano il musicista stesso, e non sempre questi riescono a individuare le differenze tra due strumenti di fasce molto diverse tra loro. Quindi la domanda sorge spontanea: quanto, di quel pesante divario sul cartellino del prezzo, è giustificato fin quando ci si limita a giudicare solo il suono che arriva al nostro pubblico?
Lo YouTuber Paul Davids si è posto lo stesso quesito e ha deciso di confrontare la sua Motion TD107 da 150 dollari con una Martin D42 da 5mila dollari.
Entrambe dreadnought, tutte e due con top in abete e simili per misure e dimensioni, su carta le chitarre potrebbero anche apparire simili. L'unica differenza che emerge, finché ci si riferisce strettamente alla scheda tecnica, sta nella cassa: la Martin ha fasce e fondo in palissandro, la Motion le ha in mogano. Inutile dire che qualità effettiva dei materiali e cura nella realizzazione sono lontani anni luce.
Messi a confronto a parità di mani e microfonazione, ecco i suoni di due chitarre separate dalla bellezza di 4850 dollari.
Già a un primo ascolto e senza neanche doversi affidare a un paio di casse di alta qualità (bastano un paio di auricolari), è subito chiaro quanto i suoni e la resa delle due flat-top differiscano tra loro.
I bassi della Motion suonano gommosi, ha una punta invadente sui medio-alti che la rende nasale come molte chitarre della sua fascia di prezzo. La Martin invece suona piena, equilibrata, armoniosa e armonica. Un altro pianeta insomma, e siamo certi che, tenute in braccio, il distacco si faccia ancora più evidente.
Tuttavia, se ci si ferma a quanto viene percepito dagli ascoltatori o, appunto, in un video su internet, il divario puramente sonoro tra i due strumenti, per quanto sia significativo, è davvero quantificabile in quasi 5mila dollari?
Noi un'idea ce la siamo fatta, ma siamo curiosi di sentire la vostra. |