di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 05 agosto 2016 ore 07:30
La SRS è una dreadnought cutaway realizzata con legni di prim’ordine in Australia. Un’estetica semplice fa coppia con un sound potente, condito con un sistema di amplificazione AP5-pro, una certezza. La abbiamo provata con Paolo Antoniazzi nello showroom di Lucky Music.
Come per ogni chitarra acustica che si rispetti il punto di partenza è una buona selezione di legni. Per realizzare la SRS i tecnici australiani hanno iniziato con un pezzo di abete Sitka Grade A, con delle splendide venature lasciate in bella vista dalla verniciatura satinata. Fondo e fasce sono invece realizzate in balckwood, un legno dall’ottimo impatto visivo e con una timbrica simile a quella del palissandro, che troviamo invece nella tastiera e nel ponte.
Il manico, a differenza di gran parte delle D in commercio, è realizzato in acero del Queensland, con una scala da 25,5’’ e 21 tasti. Il radius da dodici pollici facilita molto il playing, unito soprattutto al profilo soft C, abbastanza sottile ma non troppo da sembrare un manico da elettrica.
La scheda tecnica non è ancora molto lunga. Restano da citare le ottime meccaniche Grover Rotomatic, che fanno il loro dovere insieme al capotasto in osso e al ponte in Ivory ABS. L’estetica semplice è completata dal classico battipenna Maton tartarugato con la M dorata, uno standard per le chitarre made in Australia.
Per chiudere serve solo citare l’AP5-Pro, uno dei migliori sistemi di amplificazioni sul mercato. Questo di compone di un piezo e un microfono a condensatore nella buca. I volumi dei due trasduttori possono essere miscelati a piacere con due potenziometri dedicati, accanto ai quali troviamo quelli per l’equalizzazione e il volume.
La SRS è una dreadnought e se le dimensioni non ce l’avessero già fatto capire, ci pensano le prime due pennate a confermarcelo. I legni cominciano a vibrare e una gran volumata comincia a uscire dalla buca. Il suono è perfettamente bilanciato, le basse vigorose sono presenti e ricche, ma le tre corde più sottili non si nascondono, ma anzi completano la gamma delle frequenze per un timbro compatto e complesso.
Quello che ci ha colpito maggiormente è la quantità di armoniche che si sprigionano anche quando si colpisce una sola corda. Questa caratteristica rende la voce della SRS da chitarra pro, anche quando viene amplificata. Il microfono dell’AP5 riesce a restituire gran parte della bellezza del sound acustico. Quando però i feedback non ne permettono l’uso, anche il piezo fa la sua bella figura, con le dovute proporzioni, ovviamente.
Per la cifra di circa 1700 euro (case incluso) la Maton è un gran bello strumento. Riesce a soddisfare anche i palati più fini e riesce a farsi voler bene anche sul palco. Maton è una certezza quando si parla di acustiche e anche questa volta ne abbiamo avuto la conferma.