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Vai: chi suona ciò che non ama, finirà per sentirsi un miserabile
Vai: chi suona ciò che non ama, finirà per sentirsi un miserabile
di [user #17404] - pubblicato il

Mancano meno di due settimane all’inizio del tour clinic di Steve Vai. Tra il 18 e il 26 settembre il chitarrista attraverserà l’Italia per presentare le sue “Alien Guitar Secrets”, classi di chitarra nelle quali i partecipanti sono spronati a ottimizzare il loro rapporto con la musica, valorizzandolo in tutti gli aspetti possibili. Consapevoli del valore didattico che questa esperienza potrà rappresentare per i partecipanti, abbiamo selezionato una serie di celebri dichiarazioni di Vai sullo studio della musica: riteniamo che aiuteranno i partecipanti a presentarsi a questi appuntamenti ancora più motivati e recettivi.
A rendere particolarmente attraente la possibilità di partecipare alle "Alien Guitar Secrets" c’è il fatto che Steve Vai, oltre a essere uno dei più influenti e innovativi chitarristi della storia del rock, sì è sempre professato un profondo e ossequioso studioso di musica. Vai è un musicista legato a un approccio didattico unico, un virtuoso del pentagramma tanto quanto della sei corde.  Un musicista che ha costruito la sua straordinaria musicalità  attraverso un percorso severo e rigidissimo di pratica, studio, lezioni e disciplina ferrea.  Vai però, grazie a un’altrettanto meticolosa ricerca interiore e profonda spiritualità, è riuscito a far sì che questo percorso formativo, non lo intrappolasse in una piatta perfezione esecutiva algida e accademica. Il fine ultimo dello studio matto e disperatissimo che Steve Vai ha sempre dichiarato, non è mai stato finalizzato a possedere e ostentare una tecnica  aliena.  Ma a possedere, semmai, una tecnica capace di tratteggiare in musica idee innovative e visionarie, proiezioni unicche di una mente unica, spunti impossibili da pronunciare con il linguaggio tecnico solistico tradizionale.

Vai: chi suona ciò che non ama, finirà per sentirsi un miserabile

Steve Vai è un insegnante perfetto nell’incitare gli studenti al bilanciamento armonioso tra il rispetto per la pratica ligia, quasi maniacale, della tecnica e dello studio della teoria, con lo slancio emotivo offerto da ambizioni, ispirazione e spiritualità.
Per questo, consapevoli del valore didattico che un’esperienza come questa può rappresentare per un musicista, abbiamo raccolto e selezionato una breve serie di celebri dichiarazioni di Steve Vai. Consigli, spunti e opinioni sullo studio della musica e delle tecnica, estrapolate da interviste vecchie e nuove, che riteniamo potranno aiutare i partecipanti ad presentarsi  a questi appuntamenti ancora più motivati e recettivi:
 
“La mia collaborazione con Frank Zappa non sarebbe stata possibile senza aver saputo leggere e scrivere la musica. Chiunque entrasse nella sua band doveva conoscere la musica scritta a menadito.
Io solo solito trascrivere le mie parti di chitarra.  Anche i miei assolo. In questo modo riesco a ricordarmeli facilmente. Più in generale, questa capacità mi serve perché semplicemente osservando uno spartito mi faccio un’idea di come suonerà. Per un musicista è un vantaggio strepitoso: mentre leggi uno spartito è come se tu lo stessi suonando.
Saper scrivere una parte ti permette un’enorme libertà. E non è un dono speciale di cui possono beneficiare solo degli eletti. Chiunque può raggiungere quest’abilità con la giusta preparazione e disciplina.”
 
"Non esiste alcun aspetto tecnico che evito a prescindere: alternate picking, tapping, sweep... Per me prima di ogni altra cosa, serve valorizzare la canzone su cui sto suonando; sulla base di quello che questa richiede, decido di servirmi dell’una o dell’altra tecnica per la sonorità che potrà apportargli. Il tipo di pennata che scelgo è sempre subordinato al suono che voglio ottenere."
 
Vai: chi suona ciò che non ama, finirà per sentirsi un miserabile

"Non bisogna distinguere chitarra ritmica e chitarra solista. Una chitarra è pur sempre una chitarra e se qualcuno la sa suonare davvero bene, le sue ritmiche saranno efficaci quanto i suoi assolo.
Il senso del ritmo è una delle cose più importanti quando suoni uno strumento. Alcuni nascono con un gran senso del tempo. Altri, come me, devono lavorarci sodo. Bisogna concentrarsi moltissimo per studiare e praticare la ritmica: bisogna sempre farlo con un metronomo o una batteria elettronica. Non ha senso poi affannarsi a suonare tempi dispari se prima non si padroneggia in maniera solida un 4/4."
 
"Quando studiavo tecnica ero feroce con me stesso. Se c’era un passaggio che non mi riusciva mi dicevo: “Ehy tu, buco di culo: che non ti passi nemmeno per la testa di alzarti da questa sedia, nemmeno per andare al cesso, mangiare o dormire, fino a quando non sarai riuscito a suonare questo passaggio! Potevo andare avanti a suonare una determinata cosa anche per 12 ore di fila, soltanto per riuscire a farla come volevo, Poi ci voleva del tempo perché le mie dita  riuscissero a tornare sulla chitarra”
 
"Quando sei giovane  hai la possibilità di vivere a casa con i tuoi. Non sei costretto a lavorare per guadagnarti da vivere. Puoi permetterti di stare nella tua cameretta e studiare musica per 15 ore di fila.  Per questo consiglio ai ragazzi più giovani: praticate più che potete. Perché quando sarete più vecchi non avrete più questa possibilità."
 
"Il nervosismo è una brutta bestia. Per quanto tu possa essere preparato, il nervosismo può compromettere la tua performance. Da ragazzino, quando suonavo con Frank Zappa avevo il mal di stomaco dal nervoso prima di salire sul palco. Imparando a respirare nella maniera corretta sono riuscito a gestire queste tensioni. Nella vita di un musicista può essere risolutivo saper tenere a bada le proprie tensioni."
 
"Ogni musicista ha una sua precisa identità che deriva dal fatto di essere una persona unica. Per questo è impossibile trovare la propria identità musicale studiando a menadito i dettami o la musica di qualche altro artista. La musica è una forma d’arte, un’espressione di noi stessi. Per esercitare l’arte in maniera nobile, dobbiamo riuscire a suonare alla nostra maniera. Studiare le cose suonate da altri musicisti, guardare gli spartiti, leggere le trascrizioni è utilissimo ma non bisogna esagerare perché si finsce per concentrarsi  troppo nel suonare come un altro. Quando la finalità ultima è suonare come solo ciascuno di noi puoi fare, con la sua voce distinta."

Vai: chi suona ciò che non ama, finirà per sentirsi un miserabile
 
"Detesto quando la gente dice con faciloneria a qualche chitarrista meno esperto: “Dovresti suonare con il cuore”  Ma cosa diavolo significa?  E’ un’affermazione così superficiale. Quando dici a qualcuno di suonare con il cuore,  significa ovviamente che questo qualcuno deve suonare con il suo cuore. Ma siamo sicuri che quel ragazzo sappia esattamente che c’è nel suo cuore? Per conoscere ciò che ha nel cuore,  un ragazzo dovrebbe conoscersi a fondo. E per riuscire a farlo è necessario che una persona sia appagata, si piaccia. Insomma, è un processo così delicato che si addentra nella vera psicologia. Ma è al contempo quello che reputo davvero decisivo in un musicista: la sua capacità di esprimersi in maniera autentica, coerente con quello che è."
 
"Nelle scuole di musica ci vorrebbero insegnanti talmente speciali da trasmettere ai propri studenti il senso stesso della vita, della spiritualità. Insegnare una semplice materia è facile: accordi, melodia, tecnica… Spiegare la profonda motivazione spirituale che ti porta a far suonare determinate cose in una certa maniera è un dono che pochi eletti hanno."
 
"Se un musicista suona e studia un genere musicale che non lo rappresenta e che non ama, beh…finirà per essere un miserabile. Non importa cosa ti piace: classica, punk, jazz, dance…se ti rappresenta, sentiti orgoglioso di aver trovato la tua voce. Sii felice e suona!"
 
"Ogni volta che posso sedermi, imbracciare la chitarra e suonare per ore, ore e ore, io sono l’uomo più felice al mondo."



Ecco l'elenco completo del tour clinic italiano delle "Alien Guitar Secrets"
 
23 Settembre: Foggia - Teatro Giordano – 21.00 - info: gguitare@libero.it
25 Settembre: Palermo – Teatro Santa Cecilia – 21.00 - info: palermo@maninternational.it
Ibanez lezioni steve vai
Link utili
Il sito delle Alien Guitar Secrets
La chitarra di Steve Vai
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di blues65 utente non più registrato
commento del 05/09/2016 ore 19:25:27
"Ogni musicista ha una sua precisa identità che deriva dal fatto di essere una persona unica. Per questo è impossibile trovare la propria identità musicale studiando a menadito i dettami o la musica di qualche altro artista. La musica è una forma d’arte, un’espressione di noi stessi. Per esercitare l’arte in maniera nobile, dobbiamo riuscire a suonare alla nostra maniera. Studiare le cose suonate da altri musicisti, guardare gli spartiti, leggere le trascrizioni è utilissimo ma non bisogna esagerare perché si finsce per concentrarsi troppo nel suonare come un altro. Quando la finalità ultima è suonare come solo ciascuno di noi puoi fare, con la sua voce distinta."

Niente altro da aggiungere... Bravo Steve.
Rispondi
di Capra_Poliuretanica utente non più registrato
commento del 05/09/2016 ore 21:22:18
Già! Ha perfettamente ragione.
Peccato solo che 30 anni di Karaoke e Tribute Band abbiano cancellato questo concetto dalle menti delle persone. :-(
Rispondi
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 05/09/2016 ore 19:41:59
Alieno, sempre.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 05/09/2016 ore 19:57:32
Essere felici quando si suona? Per i turnisti ha a che fare con la paga - inevitabile. È veramente di rado che capita qualcosa di veramente creativo da fare. C'è da sopravvivere. Primi anni 70 ho suonato per musica leggera e persino stato a Sanremo ma non ho resistito a lungo... Episodio Equipe 84: dopo 10 takes Vandelli ripete "non è quello che ho in mente". Mi dico "vado matto e mi licenziano". Invece no, Vandelli mi dice "ma perché non hai suonato così dall'inizio"? Per i curiosi è la seconda metà di "Senza Senso" ma niente di veramente unico.
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di Guycho [user #2802]
commento del 05/09/2016 ore 21:04:57
Eccomi più che curioso!

:)
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di sciani [user #3555]
commento del 06/09/2016 ore 10:28:57
Caspita...per essere il 1973 direi ninete male, quasi pink floydiano. ;-)
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 06/09/2016 ore 14:11:13
Musica leggera: c'era direttore d'orchestra e tutti presenti a parte il cantante e lo studio era enorme. Ti si dava uno "spartito" di accordi da prima posizione e basta. Da ingenuo ho chiesto la prima volta com'era la melodia e chi la cantava. Risposta: la melodia dipenderà da chi la deve cantare e questo ancora non si sa. La casa discografica faceva demo coi loro vari cantanti in stalla e decidevano se usare o no il pezzo.
Andare a Sanremo è perlomeno stato divertente! C'era da fare un coro - playback preregistrato da coristi in studio e reclutato per "fare scena" insieme a hippies flower power e musicisti conosciuti nel giro avanguardia di Milano. È "La bandiera di sole" con Fausto Leali. Tra quelli nel coro c'era tra l'altro Finardi, Donatella Bardi (la Joni Mitchell di Milano), i 2 fratelli Camerini (di cui uno grafico per i discografici). Io ho reclutato a Venezia delle belle ragazze e Massimo Villa i ragazzi di Milano e la Bardina. Non ho trovato il video di Sanremo 1973... C'è cmq il pezzo su YouTube è da farsi una risata! Spero di aver imparato a suonare e capire case discografiche pure da queste cose. Pink Floyd: fan dell'album "The Piper At The Gates Of Dawn"!!! Syd aveva tra l'altro una Eko Ranger 12 corde come quelle in uso continuo a Milano per registrare. Se arrivavi con una Martin storcevano il naso...
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di ndrecchia [user #43094]
commento del 06/09/2016 ore 20:16:26
Assolaccio ma compatibile col titolo "Senza senso".
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di Claes [user #29011]
commento del 06/09/2016 ore 20:57:4
Assolutamente assolo di merda! Non mi ci trovavo da turnista. L'Equipe voleva essere da Beatles "nuova maniera" e Maurizio non lo annunciato - metà pezzo e non ne ho sentito la prima parte. La registrazione è con SG Special e half-stack 50W Marshall che era in studio - e senza pedalini. Avrei dovuto imitare Jimi senza averne le capacità o Strat... !!!
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di Iconoclast76 [user #43596]
commento del 05/09/2016 ore 21:17:02
pero che lui stesso ammetta di non avere avuto un gran talento e di aver studiato fino allo sfinimento bah, ammetto che diversi aspetti della sua musica non mi vanno a genio pero in tante altre cose io non ci credo che quello è frutto di teoria non ci credo per niente li c'è il talento vero
Poi per il resto per lui che è una leggenda è facile dire che bisogna suonare la musica che si ama, ma valklo a dire a un musicista emergente che appena osa suonare qualcosa di diverso da cio che va di moda sparisce dalla circolazione
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di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 05/09/2016 ore 21:46:51
il talento ce l'ha eccome....e' un gran simpaticone e non se la tira per niente
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di Iconoclast76 [user #43596]
commento del 06/09/2016 ore 01:37:0
hai ragione
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di Guycho [user #2802]
commento del 06/09/2016 ore 23:29:38
Credo volesse dire che non ha uno spiccato senso del tempo ed ha dovuto lavorarci molto.
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di Iconoclast76 [user #43596]
commento del 07/09/2016 ore 10:01:11
si in questa intervista ha detto cosi in altre ha proprio detto che non era portato per questo strumento e ha dovuto esercitarsi molto, cavolo se non ha talento lui, pero sembra lo dica serio ed io non ci credo non so perche dice cosi, forse vuole lanciare il messaggio che non esistono geni e talenti che nascono "imparati" esiste solo l'esercizio
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di Guycho [user #2802]
commento del 08/09/2016 ore 08:10:37
Esistono eccome i talenti ( e forse pure i geni), lo dico da insegnante. Ma potrebbe anche essere il fattore "passione" a fare la differenza.
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di yasodanandana [user #699]
commento del 05/09/2016 ore 22:08:33
bravo steve... sei un grande
Rispondi
di lospilung [user #18940]
commento del 06/09/2016 ore 08:04:07
Parole sante..chi osa vince
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di Claudio80 [user #27043]
commento del 06/09/2016 ore 14:16:5
Grandissima stima, per un grandissimo!
Grazie Steve..
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di MM [user #34535]
commento del 06/09/2016 ore 16:44:28
La grandezza sta anche nel saper stare 12 ore di fila su una parte... io non credo che potrei mai riuscire. Credo che oltre al talento naturale la differenza la faccia anche questa "ferocia" (come la definisce lui stesso) nell'applicarsi.
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di Guycho [user #2802]
commento del 06/09/2016 ore 23:30:43
Puoi essere chi ti pare, se vuoi riuscire il "mazzo" te lo devi fare :)
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di Skadex [user #27312]
commento del 06/09/2016 ore 18:33:25
Ora divento gay e lo sposo! E visto che è sposato divento almeno il suo amante.
Tra le varie cose: Steve Vai che suonava male perchè nervoso? Sembra impossibile che possa essere successo.

"Detesto quando la gente dice con faciloneria a qualche chitarrista meno esperto: “Dovresti suonare con il cuore” Ma cosa diavolo significa? E’ un’affermazione così superficiale..."
sì, lo sposo.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 06/09/2016 ore 21:13:23
Suonare col cuore: bisogna immedesimarsi col significato del brano che si suona (il testo se c'è canto). A parte questo, c'è da non pensare e agire per intuito.
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di Guycho [user #2802]
commento del 06/09/2016 ore 23:31:40
Claes, è sempre interessante leggerti.
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di Claes [user #29011]
commento del 07/09/2016 ore 21:30:26
Arrossisco... grazie! A pensarci, ci vuole cuore per essere in musica, sobbarcarsi di tutto, spese di continuo e vicini incazzati. E pure, di tanto in tanto, diatribe su Accordo. È la vita quotidiana e si va avanti come se niente fosse!
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