Si fa presto a dire "il suono inconfondibile del Tubescreamer", a parlare di Fuzz Face al silicio o della saturazione caratteristica del LED. Il sottobosco degli appassionati di chitarra ed elettronica è un brulicare di informazioni e dritte su quale chip in particolare sia meglio di un altro, di come tutti i grandi overdrive consegnati alla storia abbiano in comune degli specifici operazionali e di come basti cambiare un diodo per stravolgere il carattere di un distorsore. Si arriva al punto che, secondo alcuni, basterebbe piazzare un JRC4558 in un generico circuito di overdrive per far emergere il carattere unico dei migliori TS9.
Senza dubbio chip e diodi sono il cuore di ogni overdrive, sono ciò che produce la saturazione vera e propria e sostituirli con modelli diversi, o con equivalenti di altri produttori, può alterare il risultato finale. Ma quanto di questo cambiamento è realmente udibile?
Wampler, che di overdrive ne sa qualcosa, ha deciso di chiudersi nel suo laboratorio con un pugno di operazionali e diodi tra i più noti nell'ambiente per rispondere una volta per tutte al quesito.
In un video pubblicato sul suo canale YouTube, Brian Wampler in persona ha deciso di registrare e confrontare il suono prodotto dal famoso 4558 e da decine di altre varianti facili da trovare in innumerevoli pedali in commercio.
Ha assemblato un circuito basilare di overdrive e li ha montati sulla breadboard per i prototipi, uno dopo l'altro. Nel video, passa poi a esaminare il tipo di clipping provocato dai diodi. Fa ascoltare la differenza tra la configurazione in soft e hard clipping e poi, già che c'è, sostituisce anche quelli con una manciata di diodi per far ascoltare cosa cambia effettivamente nel suono quando si utilizza un componente da pochi centesimi oppure un ricercato modello da diversi euro, di quelli che fanno lievitare i prezzi di alcuni prodotti finiti ben oltre la soglia del comune buon senso.
Nel test si può ascoltare, a parità di circuito, il suono del silicio contro il germanio, ma anche l'effetto dato da diodi LED di diverso colore, da quelli a bassa luminosità come i gialli o i rossi ai più forti come quelli bianchi.
Ogni componente è accompagnato da un datasheet diverso, cioè segue regole differenti per ciò che riguarda le tensioni e gli altri valori elettrici a cui deve essere sottoposto. Questo vale per i diversi operazionali, per i vari tipi di diodo ma anche per i LED. Può sembrare una fissazione da chitarristi, quasi come chiedersi come cambi il suono tra una finitura sunburst e una coprente, ma in realtà a ogni colore in un LED corrispondono anche valori elettrici diversi, ed è lecito immaginare che il suono cambi di conseguenza.
Delle differenze, è inutile negarlo, ci sono. Tuttavia, c'è da chiedersi quanto del risultato finale sia da attribuire al componente scelto e quanto dipenda da quelli che ci sono montati intorno, dal progetto e dalla bravura di chi lo ha messo a punto.
Noi un'idea ce la siamo fatta, e vi invitiamo a una riflessione lasciandovi con un commento lasciato da Brian sotto lo stesso video: "Se voglio fare una pizza, comincio con la pasta, la salsa, il salame eccetera... non farà una differenza enorme se uso un tipo diverso di salame. Si sentirà? Certo. Ma sarà la somma di tutti gli ingredienti che la renderà squisita o terribile". |