Artwood vintage è una serie di chitarre dall’aspetto old style, realizzate da Ibanez rispettando i canoni degli strumenti pre-war, che al momento hanno quotazioni davvero stellari. La AVN3, invece, ha un prezzo davvero contenuto, ma non per questo rinuncia a qualche fronzolo estetico, come la rosetta in legno e il binding.
Il top è in due pezzi (abbastanza piccoli!) di abete sitka massello, sorretto da fasce e fondo in mogano laminato. Il tutto è ricoperto da uno strato abbastanza spesso di vernice trasparente, che toglie un po’ di contatto con il legno, ma non sembra dare troppo fastidio dal punto di vista timbrico. Il glossy si estende anche al manico, realizzato con un solo pezzo di mogano e termina con la classica paletta slotted, un vero tocco vintage.
Anche se il prezzo è davvero contenuto, alla Ibanez non si sono risparmiati sul fronte estetico e il risultato estetico è davvero di impatto. Le forme snelle, unite ai binding e alla rosetta ci portano davvero indietro nel tempo. I 12 tasti fuori dal body, poi, completano il quadro.
Imbracciare la AVN3 è davvero strano, sulle prime sembra di avere a che fare con una vihuela, piccola, leggera e bella bilanciata. In realtà però è una parlor, con una scala da 24,3’’ e un radius da 400mm (quasi 16’’), molto piatto in realtà per essere vintage.
A questo si unisce un profilo a C molto sottile, che si abbina perfettamente alle dimensioni ridotte all’osso di una parlor come quella in prova oggi.
Da una cassa così piccola non potevamo aspettarci un sound enorme, anche perché abbiamo sempre a che fare con uno strumento che non raggiunge i 400 euro di prezzo. In realtà però la AVN3 ci ha lasciato piacevolmente sorpresi. Certo non ha la voce di una primadonna, non è un soprano solista, ma un ottimo contralto. Il sound nasale, un po’ medioso, non è eccessivamente inscatolato e le alte frizzantine ci fanno ben sperare per quanto riguarda anche qualche registrazione in cui si ha bisogno di un sound un po’ particolare.
Con un prezzo che si attesta attorno ai 300 euro la AVN3 è a pieno titolo una entry level, anche se un po’ bizzarra. Le dimensioni ridotte all’osso la rendono quasi una travel guitar. Pronta per essere caricata in spalla e portata a spasso per il mondo. Pesa niente e ingombra ancora meno. Manca di un sistema di amplificazione, ma per uno strumento dal sapore così vintage si può chiudere un occhio.
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