di _marco_ [user #16324] - pubblicato il 24 febbraio 2017 ore 17:13
SIMULATORE DI CONCERTI !?!?
Ho da poco letto questo articolo che vi linko. Cosa ne pensate di questa "bizzarra" idea? Può essere utile come lo é in altri campi? :)
Buona lettura a tutti
Cantanti e musicisti di professione affermano che fra le più grandi difficoltà di un’esibizione dal vivo ci sia l’emozione che si prova facendo la propria comparsa sul palcoscenico. Non c’è da meravigliarsi perciò se questo è un problema anche per i giovani studenti dei conservatori di tutto il mondo.
Basandosi su questa presa d’atto, il Royal College of Music di Londra ha realizzato un nuovo rivoluzionario progetto per preparare musicisti e cantanti all’ansia pre-live. I simulatori virtuali non sono una novità in assoluto, sono già stati utilizzati con fini d’allenamento in ambito medico e militare. Ora però, grazie all’iniziativa del Royal College of Music, è stato sviluppato un simulatore di prestazioni, volto a preparare adeguatamente studenti di musica e non solo, mettendoli alla prova riproducendo fedelmente un ambient da palcoscenico.
Vengono ad esempio simulati applausi, trilli di telefoni, brusio di sottofondo provocato dagli spettatori e soprattutto, viene proiettato su uno schermo un pubblico virtuale che dispone di individui semi-interattivi gestualmente.
Il primo test di questo “simulatore di concerti” è stato effettuato su una giovane studentessa di violino, sotto la guida della professoressa Madeleine Mitchell, in una sala adibita a stanza per concerti virtuali, in cima al collegio South Kensington HQ.
Al termine del test Bergset (questo il nome della studentessa) ha affermato: “È completamente diverso dal suonare in una comune sala prove. Lo scambio di emozioni con il pubblico virtuale sfiora la soglia del reale”. Questo nuovo sistema d’esercitazione aggiunge ispirazione per entrare nella mentalità da esibizione, risparmiando un probabile stress per i non avvezzi al live-show. Secondo la professoressa Mitchell: “Provare è una cosa molto privata e solitamente non si vuole nessuno ad assistere. Allo stesso tempo, durante le performance si spera di regalare qualcosa al pubblico”. Questo simulatore di prestazioni dunque nasce proprio dal desiderio di avvicinare queste due volontà dell’artista, così da migliorarle entrambe.
Come per tutte le cose, quando un’idea è azzeccata, la si arricchisce e la si perfeziona sempre di più. Nel caso del simulatore, a esso è stata aggiunta anche la modalità “audizione”, per la quale sullo schermo non viene proiettato un pubblico interattivo, bensì una giuria di tre persone dietro un tavolo, in grado di manifestare apprezzamenti o disgusto. Ancora la professoressa Mitchell ha concluso: “Questo progetto non è un modo innovativo per torturare gli studenti di musica, ma un’opportunità moderna per prepararli più accuratamente alle eventuali insidie del live”.