di redazione [user #116] - pubblicato il 28 aprile 2017 ore 07:30
Nella sala di ripresa dell’O.U.T Side Studio di Michele Quaini non mancano le chicche vintage. Durante l’ultima sessione di riprese per le recensioni ha fatto capolino un vero gioiellino degli anni ’60. Il Portaflex è un ampli per chitarra e basso realizzato per essere leggero, per modo di dire e trasportabile, il tutto con una tecnologia e un sound davvero d’altri tempi.
L’SB12 è un amplificatore costruito dalla Ampeg a cavallo tra gli anni ’50 e i ’70. Completamente a valvole, manco a dirlo, raggiunge una potenza di 25 watt con un set composto da 5AR4, due 7868 e due 12AX7. Quello che all’apparenza può però sembrare un testata e cassa, è di fatto un combo. La vera meraviglia di questo amplificatore è intatti il sistema di chiusura e trasporto che lo rendono davvero unici. Basta sganciare le chiusure a scatto ai lati per ritrovarsi tra le mani la sola testata. Una volta ruotata la si può inserire all’interno della cassa e chiuderla per il trasporto. L’idea di combinare i pro dei due sistemi è davvero brillante e all’avanguardia per quegli anni. Certo, la trasportabilità è un po’ inficiata dal peso davvero considerevole, ma non ci si può certo lamentare vista la quantità di metallo solido presente nell’amplificatore. Ancora più interessante è la totale assenza di cavi di collegamento tra le due parti. Basta infatti appoggiare nella sede opportuna la testata per mettere direttamente in contatto l’uscita con il cono da 12 presente nella cassa.
Avanguardie vintage a parte l’SB12 è davvero semplice. Tre soli controlli a disposizione per controllare tutta la macchina. Abbiamo infatti treble, bass e volume, nulla più. Sulla sinistra ci sono i due ingressi per chitarra e basso che restituiscono sound leggermente diversi. Come fu per il Bassman anche l’SB12 ottenne molto successo tra i chitarristi ed è proprio con due strumenti al top che vi facciamo sentire il timbro old style di questo Ampeg.
L’SB12 è un ampli vintage un po’ fuori dagli schemi, con un sistema particolare per il trasporto che lo trasforma da combo a testata e cassa, il tutto condito da un timbro davvero ‘60s. Non se ne trovano molti in giro, ma vi capitasse a tiro suonateci un po’, non vi lascerà delusi.