di Gianni Rojatti [user #17404] - pubblicato il 30 novembre 2017 ore 14:30
Parte domani il clinic tour italiano del più acclamato chitarrista elettrico del pianeta.
In dieci anni di intensissima attività Govan è passato da essere un oggetto di culto per lo shred a il chitarrista elettrico universalmente riconosciuto come il più moderno, versatile e tecnicamente innovativo e preparato.
Lo incontriamo per parlare delle sue collaborazioni, sbirciare tra la sua strumentazione e farci anticipare come articolerà le clinic.
Tra Aristocrats, Steven Wilson e Hans Zimmer la tua chitarra è calata in contesti musicali profondamente differenti...
Il trio degli Aristocrats merita un discorso a parte perchè è davvero una nostra creatura. Siamo liberi di poter pensare e decidere davvero tutto in autonomia. Siamo noi che scriviamo ogni singola nota e prendiamo tutte le decisioni; a partire da quante date fare in un tour per promuovere un disco (per l’ultimo Tres Caballeros ne abbiamo fatte 128!) fino a quale font utilizzare carattere per le grafiche della band.
L'aspetto più impegnativo di questa situazione?
Il fatto di godere della massima libertà musicale e di poter davvero suonare quello che vogliamo è fantastico. Ma al contempo significa anche avere più responsabilità di quelle che avremmo come side man.
Situazione che invece vivi con Wilson e Zimmer...
Lavorare con Hans Zimmer e Steven Wilson mi permette di calarmi in un contesto lavorativo gratificante: mi piace davvero la loro musica e quindi sono felice di mettermene a servizio. Sì, interpreto più un ruolo di sideman ma è stimolante adoperarmi per suonare qualsiasi cosa possa complessivamente servire a valorizzare le loro proposte musicali.
E invece, del tuo lavoro con loro, qual'è l'aspetto più faticoso?
Ecco, non mi piace molto usare i monitor in-ear: ma non c'è davvero un'alternativa. Sono situazioni live nelle quali utilizziamo il click e se c'è una traccia di click, gli IEM sono fondamentalmente obbligatori. Quindi faccio del mio meglio per adattarmi!
Quali sono le differenze sostanziali nel tuo apporto artistico tra il lavoro che fai con Wilson e quello con Zimmer?
Per me, la principale differenza tra i concerti di Hans Zimmer e Steve Wilson è che Steven ha spesso un'idea molto precisa di ciò che desidera la mia chitarra suoni nella sua musica.
Viceversa, non ho mai ricevuto molte indicazioni da Hans su quello che desidera io esegua.
La mia sensazione è che Hans prediliga assumere i suoi musicisti sulla base del loro istinto musicale. Perciò, per la maggior parte dei casi, si fida semplicemente di me e mi lascia trovare in autonomia le parti che ritengo siano più appropriate.
E' una responsabilità enorme: non ti stressa?
Beh, lui ti rassicura dicendo: “Non preoccuparti: se non mi piace quello che stai facendo, stai certo che te lo dico" In effetti, all'inizio, ho trovato questa mancanza di una guida specifica piuttosto snervante ma poi, quando mi sono sentito più a mio agio con questo approccio, ho iniziato davvero a trovarlo rinfrescante e liberatorio!
Le clinic sono un momento nel quale ci si deve immergere completamente nell'aspetto più tecnico e teorico dello strumento. Ti piace?
Io faccio sempre del mio meglio per farmi “piacere” qualunque attività musicale nella quale mi trovi calato, in qualsiasi momento.
Ovviamente tenere una clinic di chitarra non potrà mai eguagliare l'energia pura e i livelli di adrenalina di un concerto con una band.
E sarebbe francamente irragionevole aspettarselo...
Quindi cerco piuttosto di vivere una guitar clinic come un evento più rilassato e come un'opportunità per spiegare come mi avvicino alla musica in generale: per esempio, racconto a cosa sto pensando quando suono, e così via... Inoltre, vedo il fatto di fare delle clinic come un'opportunità per aprire una vera conversazione con il pubblico, diversa dalla conversazione musicale che invece, instauro con i compagni di band durante un concerto sul palco.
Sai già come strutturerai le prossime clinic qui in Italia?
Cerco di rendere unica ogni guitar clinic che faccio. Invito il pubblico a fare molte domande e lascio così che sia l’interesse del pubblico a orientare la direzione degli argomenti. La varietà e imprevedibilità degli argomenti di cui si può finire a parlare sono un elemento che sicuramente mi emoziona e stimola e, di riflesso, questo mio entusiasmo si trasmette anche al pubblico.
Dedichi parecchio spazio all'approccio più accademico, teorico nelle tue clinic?
In realtà non passo molto tempo a parlare di teoria musicale nel senso tradizionale: le persone possono imparare informazioni e diteggiature di scale e arpeggi ovunque. Quindi, penso che probabilmente potrò essere più utile al pubblico quando esplorerò argomenti meno accademici...
Inoltre, mi piace l'idea di cercare di spiegare le idee in un modo che abbiano senso indipendentemente dal livello di preparazione del pubblico. Del resto, a una clinic non si può mai indovinare con precisione il livello di preparazione di tutti. Quindi tendo a favorire approcci di spiegazione che siano il più universali possibile.
Che strumentazione utilizzerai in questi appuntamenti?
Fondamentalmente lo stesso rig che ho usato per l'ultimo paio di tour degli aristocratici: la mia chitarra signature Charvel GG e una testata Victory V30.
E per gli effetti, sto usando un Fractal FX-8.
E la cassa?
Per quella, chiedo a ogni locale di fornirmene una. Ho bisogno di un cabinet dotato di altoparlanti Celestial Vintage 30, in quanto gli amplificatori Victory sono pensati per funzionare in maniera ottimale con quei coni.
La distorsione arriva dall'amplificatore o dal Fractal?
Tutta l'overdrive che utilizzo proviene dall'amplificatore: non uso le distorsioni del Fractal! Della pedaliera FX-8 utilizzo il pedale volume e il wah; e in più me ne servo per cambiare il canale sul mio amplificatore e, ovviamente, avere vari effetti di modulazione e ambiente.
La pedaliera entra nel loop della testata?
No, collego l'FX-8 all'amplificatore usando il "metodo a 4-cavi": gli effetti come chorus e wah sono posti prima dell'ingresso dell'amplificatore mentre delay e riverberi attraversano il loop degli effetti.
Altra cosa che non ho specificato di questa pedaliera è la sua praticità per essere usata come looper quando ho bisogno di dimostrare determinati concetti con una base musicale spontanea.
Trovo che l'FX-8 sia una soluzione comoda e portatile: penso che suoni molto bene. I convertitori A / D e D / A sono di altissima qualità e quindi non mi sembra proprio suoni digitale.
Finite queste clinc cosa ti aspetta?
Nel gennaio 2018, suonerò alcuni spettacoli in Grecia e in Italia con un bassista fusion di nome Yiorgos Fakanas. Dopodiché ... non ne sono ancora sicuro: alcune idee sono attualmente in fase di discussione. Ma nulla è ancora definitivo...
Ecco l'elenco completo del Clinic Tour di Guthrie Govan.
1 dicembre – San Biagio di Callalta (TV) – Rock Institute Treviso
2 dicembre – Bari – Garage Sound
3 dicembre – Siracusa – Modern Music Institute
5 dicembre – Pistoia – Santomato Live
6 dicembre – Isola del Liri (FR) – Teatro Stabile Comunale