Il chitarrista è famoso per essere un individuo con certezze granitiche. Voglio dire: niente suona come un ampli a valvole. Se poi riesco a tirare per bene il finale, il risultato è davvero sublime!
Monocanale o multicanale che sia, con reverbero o meno, un ampli a valvole è e sarà sempre il top! Allora ci si dilunga in dissertazioni su valvole (12AX7, 6L6, EL34, tanto per citare le più note), su wattaggi (e qui ho sentito di tutto negli anni, a partire dal "se non hai 100 watt non ti sente nessuno" al più attuale "pochi watt ma belli tirati sono meglio") e sull'efficienza e la resa sonora dei coni (anche qui l'argomento potrebbe innescare discussioni della durata di ore e ore).
La valvola è capace di vero e proprio proselitismo, si è disposti a qualsiasi sacrificio - sopratutto in termini di trasportabilità - per la valvola! Poi vuoi mettere se attacchi il tutto a una 4x12?
Il transitor?
No, non ci siamo proprio... Ampli a transistor? Roba da cameretta o, al limite, da jazzisti (!). Come puoi pensare che un amplificatore così leggero (!) possa suonare bene? Sì, ok, vanno bene per i principianti ma insomma...
E il modeling?
Ahhh, eresia! Non si può emulare un vero Marshall, un Fender d'annata o un Mesa! Se vuoi quel suono ci vuole il vero ampli, grosso, pesante e sai cosa? Se è bello polveroso suona pure meglio!
Eppure...
Già, c'è un eppure, nel senso che qui timidamente entrano in gioco i pedalini. Il chitarrista adora i pedalini (a ragion veduta aggiungo!) e ama molto overdrive o distorsori, sopratutto vintage. Vedi un evergreen (in tutti i sensi) come il Tubescreamer o mille altri pedali che hanno regalato alla storia della musica suoni da sogno e da prendere come termine di paragone! Ma sono valvolari? No! O meglio, e qui cerchiamo di essere precisi, quei suoni sono stati forgiati sì da valvole ma con l'aiuto di transitor, mosfet e mille altre cose che dal basso della mia competenza tecnica non saprei nominare.
Ma c'è di più!
Siamo nel 2018, l'Odissea nello spazio c'è già stata da parecchio tempo e gli eventi di Ritorno al Futuro Parte II sono ormai vecchi di tre anni.
Mi è capitato di fare le prove con un ampli Fender a transistor 2x12 a cui ho attaccato la mia pedalboard (che ha al suo centro un bell'OD Menatone Shut up and Drive) e la Les Paul.
Come suona? Bene, suona davvero bene.
Il suono è dinamico, ha volume e in distorsione butta giù i muri. La band mi sente e la chitarra non viene sovrastata da basso e batteria.
E questa cosa mi è successa anche con un altro amplificatore a transistor, oltre al Fender. Ok, il Menatone avrà i suoi meriti ma non fa tutto da solo.
La fede vacilla?
In preda allo smarrimento allora mi sono detto "proviamo il modeling" e ho acquistato un POD HD 500. Morale della favola? Suona, suona tanto, suona bene e ha una versatilità che finora mi ero solo potuto sognare. E suona bene sia attaccato a un ampli (valvolare e non) sia in diretta.
Girando sul web si trovano demo di prodotti basati sul modeling che promettono molto e che, almeno al mio orecchio, danno molto. Bei suoni, versatilità, facilità di trasporto.
La più classica delle domande
Mi ritrovo quindi a pormi nuovamente la più classica delle domande del chitarrista elettrico: valvola o transistor? Analogico o digitale?
Banale, affrontata migliaia, se non milioni di volte, ma che ora più che mai mi sembra attuale.
Conclusioni
Ok, ho scherzato, ho cercato di affrontare la cosa con ironia e mai e poi mai me la sentirei di vendere il mio JCM800 (che per inciso è con me da quasi trent'anni), ma forse è il momento di valutare i passi da gigante che hanno fatto le nuove tecnologie e rendersi conto che non sono più scelte di ripiego, o cose da sperimentatori, ma sono delle opzioni di tutto rispetto che non ha più senso scartare a priori. Questo non vuol dire che suonino meglio della valvola, non vuol dire che il vintage sia da buttare tanto si emula tutto e non vuol dire che ci sia una scuola di pensiero migliore di un'altra. Solo che il mondo della chitarra è più grande di quanto non lo fosse relativamente pochi anni fa e che i chitarristi hanno una possibilità di scelta, tra l'altro di ottima qualità, che finora non avevano mai avuto.
E quindi?
E quindi cosa? E chi lo sa! L'importante è continuare a sperimentare, cercare suoni e stupirsi di questo mondo meraviglioso. Amare la musica, amare la chitarra, non importa se elettrica, acustica, classica, metal, jazz o quello che volete. La certezza è che ci sarà sempre un nuovo amico da qualche parte con cui parlare di cosa suoni meglio e con cui condividere l'emozione che solo 6 (o 7 o 8, ok...) corde possono dare. |