Boss lo ha fatto ancora: ha espanso, potenziato, riscritto la sua gamma di pedaliere multieffetto con una nuova ammiraglia incaricata dell'arduo compito di portare la lunga tradizione digitale di casa su un livello successivo. Abbiamo messo le mani sulla e l'abbiamo testata a fondo per voi.
Dietro il nome da Terminator della GT1000 si cela un DSP di nuova concezione che dà voce a una collezione inedita di algoritmi basati sulla tecnologia AIRD di derivazione Tube Logic, tra cui alcuni ricavati direttamente dai recenti pedali programmabili DD500, MD500 e RV500, dei quali abbiamo già testato e su Accordo.
Progettato appositamente per l'uso musicale, il processore non fatica né fa accusare il minimo ritardo sonoro nemmeno con gli utilizzi più elaborati. I convertitori a 32bit per una frequenza di campionamento a 96kHz sono capaci di tenere testa alle più diffuse apparecchiature da home recording, garantendo una risposta naturale al tocco e particolarmente profonda nei suoni, che quanto mai prima risultano organici, espressivi, con acuti dettagliati e bassi presenti ma sempre asciutti, granitici.
Come il suo quasi omonimo cinematografico, la GT1000 mira a rappresentare la punta di diamante nel proprio catalogo e sfoggia una struttura in metallo dall'aspetto elegante e professionale.
Relativamente sottile e tutt'altro che esagerato per dimensioni, lo chassis nero satinato offre da subito una sensazione di solidità estrema e fa spiccare in qualsiasi condizione la luce emessa dal display e dai LED multicolore posti sopra ogni pulsante, tutti a pressione morbida e silenziosa.
Gli switch sono in totale dieci: cinque per il cambio patch, due per navigare tra i banchi e tre per le funzioni CTL, o Control, che espandono l'espressività dei preset con pedali aggiuntivi, modifiche ai parametri o funzioni momentanee. Sulla destra, un pedale d'espressione dall'escursione regolare e "densa" garantisce una presa solida grazie alla superficie ruvida.
Sul dorso, prese per switch aggiuntivi e pedali d'espressione esterni si accompagnano all'ingresso e all'uscita per messaggi MIDI, oltre all'uscita cuffie, due output per gli amplificatori e altrettanti in forma di XLR per un mixer o una scheda audio.
Macchina completa e approfondita, la pedaliera Boss può controllare qualunque parametro del suono e del routing. Il display consente di agire visivamente sulla catena simulata aggiungendo e personalizzando effetti, amplificatori e accessori di ogni tipo, configurando il tutto in un massimo di due tracce parallele per i rig stereofonici. Similmente a controller da studio, il menu permette di programmare il MIDI, personalizzare comportamento ed escursione di ogni switch o parametro e di regolare tutti gli ingressi e le uscite, decidendo quale segnale condurre a ogni output e in che modo farlo, se applicarvi dei filtri, equalizzazioni o predisporlo per la connessione a dispositivi specifici qualora a valle ci fosse un computer, un impianto PA o un amplificatore per chitarra selezionandone il modello al fine di ottimizzare la resa degli effetti di conseguenza.
Tutto può essere gestito direttamente dalla pedalboard ma anche con PC e Mac via USB o tablet e smartphone via Bluetooth usando l'app Boss Tone Studio. Qui tutte le modifiche si proiettano in tempo reale nella macchina e ne rendono l'uso ancora più moderno e agevole.
In particolare, collegando l'USB, la GT1000 viene riconosciuta come una scheda audio a tutti gli effetti e come tale consente di registrare separatamente ciò che arriva alle uscite Main e Sub - rispettivamente i jack e gli XLR - oltre al segnale dry per applicarvi altri effetti dal computer o per un eventuale reamping. Le tre tracce vengono viste come canali separati e, per innescarle, bisogna agire nella propria DAW esattamente come si farebbe con una scheda audio multitraccia.
Boss non ha mai nascosto la sua predilezione per i suoni di stampo moderno e meno convenzionale. Come i modelli precedenti, la GT1000 sfoggia un comparto hi-gain di tutto riguardo e non si fa mancare modulazioni tipiche della sintesi digitale. Una buona fetta dei preset di fabbrica comprende delay dalle ritmiche intricate, step sequencer di ogni genere e modulazioni che sembrano provenire direttamente dalle librerie di un tastierista, ma non scarseggiano i suoni più tradizionali.
Notare un discreto numero di patch ispirate ai grandi del chitarrismo è una piacevole scoperta. Dall'inconfondibile cocked wah dei Dire Straits ai crunch degli ZZ Top o di David Gilmour e Stevie Ray Vaughan, tutti sono a portata di switch. Quelli che non lo sono, possono essere ricostruiti con facilità grazie a un archivio di amplificatori ed effetti digitalizzati con gran cura.
Replicare l'impatto di una valvola spinta in una 4x12 potrà ancora essere complicato quando si ascolta il suono attraverso un impianto o una coppia di monitor da studio, ma bisogna ammettere che la pasta c'è tutta. Non senza una punta di "piacioneria", Boss ha catturato le sfumature che ogni chitarrista vorrebbe sentire, restituendo una sensazione di potenza e controllo sotto le dita, dove la dinamica reagisce esattamente come ci si aspetta e ogni nota suonata in palm mute è un vero colpo di fucile, grossa ma mai ingolfata o confusa.
Con caratteristiche di fascia alta ma un prezzo particolarmente appetibile se confrontata con i principali concorrenti, la Boss GT1000 merita senza dubbio un approfondimento da parte di qualunque chitarrista alla ricerca di una macchina completa e performante, con la flessibilità di un dispositivo da studio d'ultima generazione e la praticità di una programmazione agevolata via software. |