di Cristian Colusso [user #48873] - pubblicato il 15 gennaio 2019 ore 16:30
La traccia di batteria di Vinnie Colaiuta in "Seven Days" di Sting è da sempre un cult per tutti i batteristi. Questa parte, racchiude inoltre un sacco di spunti interessanti per lo studio dei tempi dispari.
Impariamo a suonare questa pezzo memorabile del 'ex Police, rifacendoci alla versione studio originale, contenuta all’interno dell'album Ten Summoner's Tales del 1993.
Suonare brani che si basano su tempi dispari, o che prevedono spostamenti di accenti non corrispondenti a quello che per cultura siamo abituati ad ascoltare, può essere veramente difficoltoso per la maggior parte dei batteristi. Tuttavia credo che la chiave giusta per affrontare questi aspetti e padroneggiare questa tipologia di ritmiche, sia contestualizzare tutto alla musica e non limitarsi ad una, seppur utile, “analisi matematica” di quello che vorremmo suonare.
Per questo, rifarsi allo studio di qualche classico costruito su tempi dispari è un'ottima maniaera per affrontarli calati in un'applicazione musicale efficace e consolidata.
"Seven Days" gira su un tempo in 5/8 e va pensato come un 3+2, una sorta di clave interna che vi farà da binario.
Nel primo esempio vediamo il groove dell’intro e delle strofe.
Vinnie non si limita a suonarlo enfatizzando gli accenti fondamentali, ma accentua il charleston ogni 4 sedicesimi, creando così un ciclo ritmico che risolve dopo due misure.
Vista la difficoltà del groove, consiglio inizialmente di appoggiare gli accenti del hi hat assieme alla cassa e al rullante (sul 1 e sul 4) e come secondo step di suonare gli accenti ogni due sedicesimi, enfatizzando quindi gli ottavi.
Infine inserite gli accenti ogni 4 note come riportato nella trascrizione.
Nel groove del ritornello la cassa cambia figurazione, viene inserito il rullante al posto del cross stick e al posto del charleston troviamo il piatto ride.
Gli accenti di quest’ultimo sono disposti allo stesso modo del charleston nel esempio precedente, mal la figurazione suonata cambia.
Avremo un ottavo sulla campana, cioè l’accento, e due sedicesimi sul dorso del piatto.
Il groove dell’esempio 3 è semplicemente una variazione del groove 1.
Nella seconda parte della seconda strofa Vinnie suona la cassa su tutti gli ottavi, cosa che fa tra le altre cose anche sulla coda del brano.
Di sicuro un brano bello quanto difficile da suonare, così com’è stato difficile per me trascriverlo nota per nota e poi risuonarlo.