Batteria, 50 dischi fondamentali: "Rage Against The Machine"
di Jonathan Vitali [user #46516] - pubblicato il 11 febbraio 2019 ore 18:00
Quando si dice “fatti, non parole” mi viene sempre in mente Brad Wilk, uno dei più grandi e solidi batteristi rock del pianeta. Brad è una persona che tiene il profilo basso e in più di 25 anni di attività ha rilasciato poche dichiarazioni e interviste. Ha sempre preferito, infatti, far parlare al suo posto le bacchette sui palchi e sui dischi. Cavandosela niente male, visto che ha suonato per due band multi-disco di platino come Rage Against The Machine e Audioslave. Scopriamolo nel suo disco più importante.
Mescolare politica e rock è sempre un affare delicato: ma le band che sono riuscite a farlo in maniera sensata, ispirazione autentica e adeguata perizia strumentale hanno lasciato il segno. Tra queste, un posto di assoluto rilievo spetta ai Rage Against The Machine.
Nel 1990 Tom Morello era un chitarrista rock che bazzicava per Los Angeles, con in tasca una laurea in studi sociali a Harvard e l’idea di formare una band. Morello che coltivava idee molto critiche verso le politiche sociali ed estere americane, pubblicò un annuncio per cercare un cantante: “Cercasi frontman socialista a cui piacciono i Black Sabbath e Public Enemy”.
Deve passare un anno perché Tom trovi la persona giusta, un ragazzo con un ciuffo indisciplinato di dreadlocks dal nome Zack de la Rocha che diventerà il frontman della band. Al chitarrista e cantante si aggregarono Tim Commerford al basso e Brad Wilk alla batteria e, in poche settimane, arriva anche il nome per la neonata band: Rage Against the Machine, titolo di un brano tratto da una vecchia demo di Zack de la Rocha.
Galvanizzati dalla sinergia musicale e spinti delle idee comuni anti-sistema che condividevano, in poco meno di un anno i RATM scrivono quei dodici brani che diventeranno il loro disco di debutto, l’omonimo RATM.
Il disco irrompe sulla scena musicale rock in un momento storico, siamo nel 1992, in cui il grunge era in pieno svolgimento e al massimo del fulgore.
Eppure il sound della band cavalca schemi, soluzioni e suoni radicalmente diversi e per allora, straordinariamente innovativi.
Tom Morello, grande fan dell'hip hop, tiene salde le sue radici rock classiche, ma le imbastardisce con funky, riff rock pesanti e geniali sperimentazioni soniche a base di whammy bar, feedback e scratch eseguito sulle corde della chitarra. Zack De La Rocha non perde tempo a cercare melodie memorabili: si affida ai registri espressivi del rap più aggressivo, la sua voce ha una dinamica e potenza straordinaria e la rabbia dei contenuti cantati nei testi completa e alimenta un timbro unico.
Il bassista Timmy e il batterista Brad Wilk chiudono questo ensemble micidiale con una una sezione ritmica fantastica: le linee di basso molto funky che poggiano su drumming semplice, solido e molto incazzato.
L'album è capolavoro totale, una pietra miliare nella storia del rock. Che rivendica per altro, una genuinità strumentale ed esecutiva totale. Nel libretto che accompagna il disco, infatti, c'è anche una nota con scritto: "Nessun campione, computer o tastiera sono stati utilizzati nella realizzazione di questa registrazione". Quasi un presagio che, da lì a pochi anni, sequenze, elettronica, editing radicale avrebbero monopolizzato l’estetica del rock
Ora Brad Wilk è attivo con i Prophets of Rage, band in cui fanno parte Tom Morello e Tim Commerford; ascoltando quest’ultimo progetto si nota come la sua impronta sonora sia rimasta immutata.
Dalle poche parole lasciate alle riviste di settore e ai media, Brad Wilk ha dichiarato di essere un appassionato fan dei Van Halen e per il suo drumming di ispirarsi a Jhon Bonham dei Led Zeppelin e a Keith Moon degli Who.