Il concerto dei Tears for Fears al Forum di Milano
di LaPudva [user #33493] - pubblicato il 26 febbraio 2019 ore 13:00
Abbiamo seguito il concerto dei Tears For Fears al Forum di Milano.
Uno show che ha celebrato il numero incredibile di capolavori che la band ha confezionato negli ultimi decenni. Un live durato un’ora e mezza scarsa (forse l’unica nota stonata della serata) nel quale i quindici brani eseguiti hanno privilegiato i primi dischi del duo: dall’apertura con l’eterna “Everybody wants to rule the world” al gran finale con “Shout”, passando per superhit come “Change”, “Sowing the seeds of love”, “Mad World” e “Break it down again”.
Avrebbero dovuto esibirsi al Mediolanum Forum di Milano il 23 maggio del 2018 ma per gravi e imprecisati problemi di salute la già attesissima data lombarda del Rule the World Tour dei Tears for Fears è stata rimandata al 22 febbraio scorso, tenendo sulle spine i fans per ben nove mesi.
Vedere Roland Orzabal e Curt Smith palesarsi finalmente sul palco è stato un momento intenso per chi, come me, ha vissuto e amato la musica degli anni ‘80. A pochi minuti dall’inizio del concerto eravamo tutti altrove, con gli amici del cuore nel tepore di estati lontane, chini sulla scrivania a studiare per un compito in classe nella nostra cameretta tappezzata di poster, davanti alla TV a guardare VideoMusic o SuperClassificaShow e in qualsiasi altro posto del cuore quella magica connessione abbia evocato. Nostalgia? Ovviamente, del resto è così che funziona quando ci si trova alla presenza di qualcuno che ha contribuito a plasmare un ambiente sonoro che ci ha accolto per tanti anni e che oggi latita.
Nata a Bath (Regno Unito) nel 1981, la band è emersa dal magma policromo della new wave britannica, accarezzando il più raffinato synthpop dei primi momenti del decennio per poi trovare la propria originalissima voce pop-rock negli anni seguenti. La ricerca continua, i testi raffinati, gli arrangiamenti ricercati e l’interpretazione mai meno di vibrante hanno fatto dei Tears for Fears una delle punte di diamante dei bistrattati ’80, derisi all’indomani di decenni gloriosi della storia della musica internazionale e oggi rimpianti.
Accompagnati da Corinna Round ai cori, Charlton Pettus alla chitarra, Doug Petty alle tastiere e Jamie Wollam alla batteria, Orzabal e Smith hanno interagito con un pubblico estatico di – si dice – novemila persone. Orzabal, estroverso e simpaticissimo (fantastico il suo siparietto su Google Translate grazie al quale ha potuto parlare in italiano con il pubblico milanese), e Smith, più misurato e pacato, hanno avuto brutti dissapori in passato come ogni coppia artistica che si rispetti, ma dopo l’allontanamento la situazione tra i due si è da lungo tempo ricomposta ed è davvero bello vederli sul palco insieme.
Il concerto al Forum ha ricordato il numero incredibile di capolavori che il duo britannico ha regalato negli ultimi decenni, con un live durato un’ora e mezza scarsa (forse l’unico aspetto negativo della serata, se così si può dire). Quindici i brani eseguiti, la cui scelta ha privilegiato – comprensibilmente – i primi dischi: dall’apertura con l’eterna “Everybody wants to rule the world” al gran finale con “Shout”, passando per superhit come “Change”, “Sowing the seeds of love”, “Mad World” e “Break it down again”. Un repertorio che è la celebrazione di una carriera eccezionale e che non ha mancato di rendere omaggio anche ai maestri che hanno ispirato i TfF (non sarà sfuggita ai presenti la citazione di “Let ‘em in” dei Wings di Paul McCartney incastonata in “Secret World”, e del resto la stessa “Sowing the seeds of love” è un trionfale tributo ai Fab Four).
Molti i momenti di grande emozione, con un picco durante la cover di “Creep” dei Radiohead, in cui la voce spezzata di Orzabal ha assunto un significato davvero speciale alla luce del fatto che il motivo della cancellazione delle date dell’anno scorso è stato il profondo stato di sconforto in cui il musicista è caduto in seguito alla morte improvvisa della moglie Caroline, avvenuta nel 2017, quando il gruppo era in tour in America con Hall & Oates. Un matrimonio di 35 anni, quello con la sua Caroline, che aveva anche inciso delle tracce vocali in “Suffer the children”, primo singolo dei Tears for Fears che a Milano è stato meravigliosamente interpretato da Corinna Round. La Round ha anche regalato una versione da brivido di “Woman in chains”, originariamente interpretata da Oleta Adams, artista straordinaria scoperta proprio dai Tears for Fears durante un loro tour negli USA nel 1985, mentre suonava nel bar di un hotel di Kansas City. Orzabal ha ammesso che riprendere l’attività live gli ha salvato la vita dopo un anno “perso” per ritrovare se stesso, e dice che al momento la band sta lavorando a un nuovo album.
Con oltre 30 milioni di album venduti in tutto il mondo e un cammino lungo 38 anni, i Tears for Fears sono una delle band più longeve della cosiddetta Second British Invasion e, grazie all’ambizione che li ha contraddistinti fin dagli esordi, hanno saputo affrancarsi ben presto dal cliché della band synthpop di quegli anni e oggi sono universalmente riconosciuti come dei capiscuola.
Alle date invernali di Milano e Padova sono state aggiunte due date estive al Rome Fest (9 luglio) e al Lucca Summer Festival (10 luglio). La Vostra partecipazione è altamente consigliata.
SETLIST
1) Everybody wants to rule the world
2) Secret world
3) Sowing the seeds of love
4) Pale shelter
5) Break it down again
6) Advice for the young at heart
7) Creep (Radiohead cover)
8) Change
9) Mad world
10) Memories fade
11) Suffer the children
12) Woman in chains
13) Badman’s song
14) Head over heels / Broken BIS: 15) Shout