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"Behold Electric Guitar", il nuovo disco di Paul Gilbert
di [user #17404] - pubblicato il

Paul Gilbert confeziona uno dei dischi migliori della sua carriera. "Behold Electric Guitar" è un album riuscito per due ragioni: perché c’è dell’ottima musica, con un sound delizioso, scritta bene, registrata meglio e suonata da brividi; e perché è la fotografia riuscita e perfettamente a fuoco di un artista che continua a evolvere, esplorare, studiare. L'uscità dell'album, prevista per il 17 maggio, è stata anticipata dalla pubblicazione del primo singolo, "Havin'It". Abbiamo ascoltato in anteprima "Behold Electric Guitar" e ve lo raccontiamo.

In quasi quarant’anni di carriera Paul Gilbert non si è mai ripetuto: il suo amore e la sua passione per la musica si sono sempre palesati in una ricerca virtuosa e ostinata di evoluzione. Negli anni ’80 è stato un pioniere, inventore visionario dello shred neoclassico; negli anni ’90 ha tolto la sua chitarra dalla nicchia dell’autocelebrazione tecnica e l’ha messa al servizio del songwriting dei Mr. Big, smussando nel blues spigolature ed estremismi del suo solismo neoclassico; ed è diventato una rock star scalando le classifiche di tutto il mondo. Tra la fine degli anni ’90 e i ‘2000 – non si capisce se con più coraggio o più sconsideratezza -  si lasciava alle spalle tutto per reinventarsi cantante, confezionando una manciata di dischi a metà tra pop e punk, gustosi per energia, esplosioni chitarristiche ma abbastanza esili dal punto di vista del contenuto musicale. Forse il momento più confuso della sua storia musicale.

"Behold Electric Guitar", il nuovo disco di Paul Gilbert

Quindi, con la scelta di iniziare a produrre dischi strumentali, è arrivata la svolta: forse motivato dal successo avuto dalla reunion dei Racer X e dai riusciti dischi di metal shred pubblicati di conseguenza, Gilbert decide di rimettere il suo prodigioso chitarrismo al centro della sua musica. “Get Out Of My Yard” il suo primo disco strumentale è un album travolgente e chitarristicamente esaltante. Siamo a metà degli anni 2000 e, complice l’esplosione di Youtube, Paul Gilbert inizia a spopolare sul web, dove impazza tra filmati live e lezioni facendosi scoprire da una nuova generazione di chitarristi (troppo giovani per ricordarsi di Mr. Big e Racer X) che lo individuano – un'altra volta -  come riferimento per il solismo shred. Ma, di nuovo, Paul Gilbert mette tutto in discussione; non rinuncia alla centralità della chitarra nella sua produzione musicale, non abbandona lo strumentale ma anziché cristallizzarsi nel confortevole piedistallo di icona vivente dello shred decide di iniziare a studiare blues, jazz e di indirizzare in tal senso il suo chitarrismo e il suo songwriting. Gilbert non vuole limitarsi alla contaminazione con il blues ma cerca un’adesione piena, decisa e coerente con questo genere. Ovviamente non è un percorso facile perché il chitarrismo di Gilbert vive di virtuosismo cristallino: tutto è chiaro, scandito in maniera chirurgica dalla divisione ritmica alla pronuncia inappuntabile, anche dell’ultimo trentaduesimo. E questo imprigionava il suo blues in un formalismo e rigore che non sono propri del genere. Album come il poco felice Vibrato sono una testimonianza di questa ricerca caparbia e sofferta.
Invece con Behold Electric Guitar Paul Gilbert fa centro trovando, finalmente, la maniera per lui perfetta di fare blues che non è quella di accanirsi nello scrivere e suonare qualcosa che non fa parte della sua storia. Gilbert ha metabolizzato il blues, lo ha vissuto e probabilmente patito e ha capito che il modo più autentico per celebrarlo sia lasciare che il blues diventi un approccio, un’intenzione, una sensibilità, una maniera di toccare e pensare le note, scrivere canzoni che però restano veracemente sue. In questo disco le canzoni richiamano il songwriting più autentico di Paul, quello dei Mr. Big dei suoi primi dischi solisti e, addirittura, a sprazzi quello dei Racer X; persino il fraseggio non rinuncia a una sola virgola del suo vocabolario iperbolico. Ma è blues il suono che cerca il calore prima dell’intelligibilità delle note, il tocco che ora vibra di una dolcezza e solarità che non trovavano spazio nel vigore del rock; è blues la naturalezza di sedersi sul tempo dei fraseggi, come la scelta di registrare tutto live, la gioiosa spontaneità delle improvvisazioni e persino il rumore dei pedalini fuzz, overdrive, delay e modulazioni che – nella naturalezza della registrazione – si sente quando Paul accende e spegne colorando riff e assolo.
 

 
IL DISCO

Il team che Paul Gilbert ha coinvolto nella produzione e registrazione di questo disco è assolutamente artefice della riuscita di Behold Electric Guitar. In passato, a rendere forse in qualche modo poco naturali le digressioni blues di Gilbert c’era il fatto che si affidasse sempre e comunque agli stessi musicisti straordinari che lo accompagnavano nel suo tradizionale repertorio rock, hard rock, progressive e metal. Musicisti della stessa pasta di Paul Gilbert, estremamente tecnici, virtuosi, muscolari, potentissimi. Basti pensare ai batteristi prodigiosi che hanno collaborato con Paul nella carriera solista: Marco Minnemann, Thomas Lang, Jeff Bowders, artisti e strumentisti mondiali, versatilissimi ma di certo non squisitamente blues. Benché assolutamente capaci di eseguire in maniera calzante il blues mancavano, a volte, di schiettezza e frugalità nell'esplorare questo genere. E anzi, spesso, anziché enfatizzare i colori e l’approccio più tenue delle intenzioni blues e jazz di Gilbert, erano invece più propensi a enfatizzarne il virtuosismo, trasformando ogni scintilla solista appena più accesa, in una roboante deflagrazione tecnica e virtuosistica più consona al metal.
Per Behold Electric Guitar invece, Paul ha ingaggiato due professionisti di Portland, città dell’Oregon in cui il chitarrista si è trasferito di recente. Brian Foxworth alla batteria e Asher Fulero alle tastiere sono dei professionisti maturi, autenticamente calati nel blues e jazz, capaci di inflessioni pop, credibili nel rock senza mai, nemmeno lontanamente, accennare a impennate più hard o metal che paiono proprio estranee al loro linguaggio. Così, si avverte proprio come quando Paul schiaccia sull’acceleratore negli assolo più irruenti, loro lo accompagniano in maniera pertinente ma senza incentivarlo a spingersi oltre, non facendosi a loro volta più aggressivi. Sembrano assecondarlo, lasciarlo sfogare per ricondurlo in maniera morbide nella zone più gustose e fresche del disco, quelle dell'interplay e dell'esposizione tematica. A chiudere la band, Gilbert ha convocato da New Orleans, la leggenda del basso Roland Guerin. L’autenticità stilistica di questi tre musicisti è stato probabilmente l’elemento decisivo per dare alla musicalità di Gilbert quell’anima blues così lungamente cercata. Altrettanto risolutivo nel suono e nell’economia del disco, è stato l’apporto del produttore John Cuniberti.
Cuniberti è noto per avere lavorato con Joe Satriani e, più ancora, per il suo approccio assolutamente live alla registrazione, affidata a pochissimi microfoni e nella quale è tendenzialmente evitato ogni ricorso a editing o sovra incisioni. Tutto quello che in questo disco si ascolta è l’esecuzione, spudoratamente live di tre musicisti deliziosi che ci danno dentro con gusto e classe, accompagnando le canzoni e i prodigi chitarristici di uno dei più grandi musicisti rock del pianeta.

"Behold Electric Guitar", il nuovo disco di Paul Gilbert

Un cenno veloce alle canzoni. Il singolo che anticipa l'album, "Havin'It" con il suo assolo infinito, sembra quasi una lunga e appassionata jam e forse non ci è sembrato il brano più efficace per descrire il disco. Behold Electric Guitar invece, vive di composizioni più strutturate, organizzate, autentiche canzoni. " Love Is The Saddest Thing" è il pezzo più potente dell'album, una galoppata rock blues con pennellate di slide e acrobazie chitarristiche;  in "Every Snare Drum" Paul fa piangere per come accarezza le corde della sua Ibanez nel tema. Tocco, suono e intenzione sono da brividi.
"Blues For Rabbit" è un blues spassoso che parte rassicurante e, man mano che Gilbert si scalda, svisata dopo svisata, si fa sempre più sfacciato e chiassoso. In "Everywhere That Mary Went" sembra di ascoltare la band di Robben Ford che suona una cover dei Rush. L'apertura melodica del chorus è un vero trademark di Gilbert che, anche, in questo brano, suona in maniera celestiale. in "A Herd of Turtles" Gilbert imita il monologo centrale di Andy Summers in "Be My Girl" dei Police. Mentre, nell'assolo iniziale di "Sir You Need To Calm Down" Gilbert ci tiene a ricordarci che - blues o non blues - resta comunque lui, il più smodato ed insieme elegante degli shredder.

"Behold Electric Guitar", il nuovo disco di Paul Gilbert

L'uscità dell'abum, pubblicato dall'etichetta Mascot Label Group è prevista per il 17 di maggio. Ma è già possibile acquistare il disco in prevendita a questo LINK.
Paul sarà a breve in Italia per un tour di Masterclass. Ecco tutte le date del tour europeo. (Clicca)
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di Diablo01 [user #49509]
commento del 01/04/2019 ore 15:3
Bravissimo artista e questo prodotto mi piace! Semplicita ed approccio alla vecchia maniera! Come dicevo in vari post su people è questo il punto di arrivo di un chitarrista, suonare, suonare, suonare e suonare per arrivare poi col tempo ad ottenrere un sound proprio, un tocco proprio, godendo del modo di suonare tradizionale ovvero ampli, pedali e chitarra nel contesto di una band che crea l'intera struttura sonora! Questo lavoro non manchera nel mio archivo dischi, un plauso davvero! Questa è la Chitarra che mi piace ascoltare. Domanda: Finche vi dico a tutti quanti io suono con un ampli, pochissimi pedali, chitarra sono antico e superato. Adesso andatelo a dire a questa persona che è antica e superata eh? Perche non attacca la chitarra al pc per usare i software tutto e subito e non usa le pedaliere digitali da millemila suoni emulati... In questa maniera, come il Signor Jimi Hendrix ci ha fatto vedere un giorno, costui ci ha tirato fuori il suo prox Disco e spero esca anche su vinile cosi me lo sento pure meglio...
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di yasodanandana [user #699]
commento del 01/04/2019 ore 16:17:17
il brano è, da come si vede nel video, è realizzato su protools, per cui può certamente essere stato registrato in modo scarno e naturale, oppure può essere frutto di pesantissimo editing ed elaborazione digitale ..
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di Diablo01 [user #49509]
commento del 01/04/2019 ore 16:47:00
Bisognava stare li nel momento in cui è stato registrato e missato per capire. Il segnale analogico della chitarra arriva nel pc che lo registra su software dedicato, questo è evidente, non vedo un banco mixer con un apparecchio a bobina attaccato per esempio uno Studer. I piccoli ritocchi ci saranno forse ma bisogna vedere cosa ha deciso l'artista in fase di registrazione. O tenere le takes cosi come vengono, o rifarle o modificare piccole imperfezioni! Non credo sia nello spirito dell'artista pero fare cio che hai detto tu! Non voglio crederci. La cosa piu bella è che l'artista suona alla vecchia maniera, è questo che mi piace. Magari se l'artista voleva produrre il disco su vinile io sono convinto che avrebbe usato uno studio con banco mixer e registrato le tracce su bobina.
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di yasodanandana [user #699]
commento del 01/04/2019 ore 16:52:25
certamente.. era per dire che il mezzo usato permette le elaborazioni più ardite, trucchi e intrallazzi infiniti. Affermo anche che quando la musica mi piace, il modo col quale è stata realizzata mi risulta irrilevante ;-)
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di Diablo01 [user #49509]
commento del 01/04/2019 ore 16:59:
Il mondo è bello perche vario! Lui suona alla vecchia maniera ed io approvo. Non da solo in cameretta con roba emulata ma in sala con strumenti veri, persone affianco, batteria vera, tastiere reali, basso reale, ampli, pedali, fili, microfoni, personale di sala, ecc...
Quello che voglio dire non è il prodotto finale ma lo spirito con il quale si fa musica! La scelta di suonare in un contesto reale con persone e fare gruppo! Alla vecchia maniera insomma, questo è bellissimo.
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di yasodanandana [user #699]
commento del 01/04/2019 ore 17:18:
sempre se è tutto vero :-)
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di Diablo01 [user #49509]
commento del 01/04/2019 ore 17:26:14
Fai una cosa vai sul sito di Paul Gilbert e digli di persona che non credi che lui suona cosi come hai visto nel video e non edita e masterizza in una certa maniera! Fagli causa documentando le tue ragioni dicendogli che ti sta prendendo in giro e se vinci ti do ragione, Che te devo di? io vedo persone che suonano, tecnici di sala, ecc. non vedo roba alla matrix.
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di yasodanandana [user #699]
commento del 01/04/2019 ore 17:38:04
causa? no, ci mancherebbe .. anzi, il fatto che un artista possa (ribadisco : possa) prendere il pubblico per il sedere con queste faccende dell'analogico, del purismo, del disco registrato in presa diretta, senza aggiustamenti ecc. ecc. mi diverte pure :-)
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di Diablo01 [user #49509]
commento del 01/04/2019 ore 17:39:14
volendo, se iniziamo coi complotti, possiamo serenamente parlare anche di terrapiatta che dici? Tanto ormai va di moda svalvolare in massa...
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di yasodanandana [user #699]
commento del 01/04/2019 ore 17:43:0
proprio piatta no.. le strade sono piene di buche..
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di Diablo01 [user #49509]
commento del 01/04/2019 ore 17:45:10
Domandina: Come suoni tu? CIoè che strumentazione usi?
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di yasodanandana [user #699]
commento del 01/04/2019 ore 18:03:38
suono soprattutto chitarra baritona e squier bass vi dirette nell'ampli.. un trace elliott da basso e vox ac 30 e/o un piccolo vox pathfinder da chitarra.. talvolta collegati insieme. Dal vivo uso niente effetti, talvolta metto un comp mooer prima del trace elliot da basso ...

quando registro entro all'incirca con questo suono e poi elaboro soprattutto con distorsioni ed ambienti virtuali
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di Diablo01 [user #49509]
commento del 01/04/2019 ore 18:05:30
:)
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di Carrera [user #31493]
commento del 01/04/2019 ore 19:50:56
Perché devi insinuare che proprio uno come Gilbert che non ha mai perso occasione per suonare e sue cose live, da cima a fondo in ogni occasione bari?
E ogni volta ha una precisione assurda! Cioè di tanti artisti e band che possono ricorrere all'ultra produzione lui mi sembra proprio il meno adatto...anzi, pure nelle interviste ha sempre detto di amare le esecuzioni live, senza troppi fronzoli...anche i MrBig facevano i dischi live!

Certo...sarebbe bello pensare che bara...ma la realtà è amara: suona proprio così bene.
Poco da fare, bisogna studiare!
Rispondi
di Diablo01 [user #49509]
commento del 01/04/2019 ore 19:57:01
Esatto, dopo anni ed anni è scattata probabilmente la fase ultima dell'avere assimilato cosi tanto che ora si cerca il minimalismo e si cerca il proprio sound e soprattutto si tira fuori tutto come frutto dell'esperienza maturata e sensibilita acquisita! Per me è avvenuto questo chissa non sia cosi anche per il caro Paul? Io vedo una persona che suona con la sua chitarra, pochi pedali ed un ampli insieme ad altre persone, in maniera cosi naturale, semplice, fluida, alla vecchia maniera come chiunque entri in sala e si diverte a suonare con amici. Cosa c'è di piu bello che suonare cosi?
Rispondi
di pg667 [user #40129]
commento del 02/04/2019 ore 10:57:35
ho già visto Paul 7 volte (tra 2 settimane vado per l'ottava), e posso dire tranquillamente che anche lui sbaglia: una volta in una clinic ha preso un po' male una nota...

non è più ricapitato.
Rispondi
di Gianni Rojatti [user #17404]
commento del 01/04/2019 ore 17:57:59
Se c'è un chitarrista su cui si può stare certi non abbia proprio bisogno di ricorrere a editing e diavolerie varie, questi è proprio Gilbert. Si trovano montagne di live in cui si può apprezzare già da giovanissimo una pulizia disarmante. E chiunque lo ha visto live può testimoniare la naturalezza, fluidità e pulizia con cui suona. Ho ascoltato il disco in cuffia sei sente forte e chiaro come le riprese iano panoramiche e assolutamente live.
Rispondi
di Diablo01 [user #49509]
commento del 01/04/2019 ore 18:03:18
Concordo in pieno e grazie di aver pubblicato questa recensione, io sarò forse un po troppo radicale nel modo di suonare la chitarra vista l'ancestrale età, quindi se vado fuori dal coro e soprattutto dalle regole vi prego a voi della redazione di farmelo sempre presente! :) In questo caso è un estremo piacere vedere Gilbert suonare in questo modo, mi ricorda la mia giovinezza dove si andava in sala, si suonava, si registrava, si facevano serate in amicizia amatorialmente! Tutto li nasce tutto da li il mio radicalismo generazionale... Non riesco a suonare oltre chitarra, pedali e ampli è piu forte di me non ci riesco!
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di coldshot [user #15902]
commento del 01/04/2019 ore 18:53:46
Ma alla fine di tutte le menate da chitarristi, chi se ne frega di come registra un artista, la carenza in generale è nella scrittura secondo me ( non parlo di Gilbert che conosco appena, dico in generale ) non tanto se uno usa un Marshall originale o simulato, tant'è che sono convinto che possono dire quel che vogliono, con la tecnologia come c'è ora sai una s...a cosa fanno in studio.
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di Diablo01 [user #49509]
commento del 01/04/2019 ore 19:25:55
Vabbe dai però qui si vede che sta suonando con chitarra, pedali e ampli. Non è un fake video! Assolutamente c'è la buonissima fede di Paul a parere mio ed il tutto è genuino. Ripeto, se avesse avuto uno Studer attaccato al banco mixer avrebbe registrato il segnale su bobina e magari masterizzato in analogico su vinile. Di questo sono proprio convinto! Non stiamo parlando del principiante o amatore che a casa col computerino passa il tempo a strimpellare. Qua si tratta di professionisti che di questo vivono, facciamo i seri per favore!
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di coldshot [user #15902]
commento del 01/04/2019 ore 19:49:33
Sisi certo, il mio era un discorso generale per dire che secondo me ci sono troppe menate su quello che uno usa e come registra, alla fine queste grandi produzioni di artisti di questo calibro saranno sempre di livello alto, cosa che purtroppo non è per quanto riguarda le composizioni.
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di Diablo01 [user #49509]
commento del 01/04/2019 ore 19:52:0
E' il loro lavoro in fondo!
Rispondi
di coldshot [user #15902]
commento del 01/04/2019 ore 19:52:58
È si....
Rispondi
di Carrera [user #31493]
commento del 01/04/2019 ore 19:48:00
Avendo visto più volte Gilbert dal vivo ho toccato con mano questa evoluzione descritta.
Negli anni è cambiato moltissimo e si è visto quanto si è messo in gioco cercando di studiare e cambiare. Anche nelle lezioni qui su Accordo faccia capire che stava cambiando che era stufo, annoiato delle sue stesse cose. Tenacia encomiabile e il risultato mi sembra ottimo giudicando dal video. Chapeau.
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di MrGi [user #33656]
commento del 01/04/2019 ore 20:02:1
con una recensione così lo compro a scatola chiusa! Gilbert è un persona stupenda, nella positività che esprime e nell'approccio alla musica. Assolutamente un esempio
Rispondi
di Diablo01 [user #49509]
commento del 01/04/2019 ore 20:04:02
Sagge parole, sagge davvero!
Rispondi
di edgar587 [user #15315]
commento del 02/04/2019 ore 10:52:11
appena uscita la premiere con Havin'it, mi sono precipitato a vedere il video e, che dire, nonostante non mi abbia entusiasmato troppo, è bello sentire che il buon vecchio Paul è sempre lì, con gusto, grazia, precisione ritmica inappuntabile, mai ripetitivo. Nonostante mi sia sempre piaciuto di più quello sfacciato e pirotecnico, il nuovo Paul è la foto di un virtuoso che non smette mai di rinnovarsi e stupire. E per quanto è prolifica la sua attività musicale, anche per studio, insegnamento e creazione, mi chiedo dove Paul Gilbert trovi il tempo di essere Paul Gilbert..! :D
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di dariothery [user #12896]
commento del 02/04/2019 ore 17:36:
MA COME FATE A DEFINIRE "CONFUSO" IL PERIODO MUSICALE DEI DISCHI CANTATI??ERANO SPETTACOLARI!!ALTRO CHE ROBA STRUMENTALE!
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di Gianni Rojatti [user #17404]
commento del 02/04/2019 ore 18:00:08

Ciao! Occhio che non ho detto che non fossero belli, anzi, concordo sul fatto che fossero spettacolari: "Alligator Farm" è forse il disco con assolo e suoni di chitarra che ho amato di più ("Let The Computer Decide" è uno dei capolavori chitarristici di Gilbert; Per non parlare di "King of Club" che aveva degli ottimi pezzi (Su "Streetlight" Paul ha fatto uno dei suoi migliori assolo di sempre). Ma nonostante siano uno spasso, resto dell'idea che testimonino un periodo in cui Paul era artisticamente un po' confuso: indeciso sullo spazio da lasciare al chitarrismo strumentale, indeciso sul suo ruolo di cantante, indeciso sulla direzione da prendere. Proprio "Alligator Farm" che ho nominato o "Space Ship One" sono dischi confezionati come collage caotici di brani, situazioni musicali molto diverse (un acustico, una ballata pop, uno strumentale shred, un pezzo punk...tutto nello stesso disco) che musicalmente sono sempre pregevoli ma nei quali non trovo una grande coerenza artistica, una visione chiara come nei successivi album strumentali.
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di pg667 [user #40129]
commento del 03/04/2019 ore 08:39:11
madonna l'assolo di Streetlight che capolavoro!
Rispondi
di dariothery [user #12896]
commento del 03/04/2019 ore 17:47:13
Ciao Gianni!Io penso che a livello compositivo le sue cose cantate siano veramente particolari. C'è quella vena anche un po' punk, quei testi assurdi, e poi la chitarra completamente "libera" da qualsiasi pregiudizio che a mio avviso rendeva quei pezzi unici. Ho consumato tutti i suoi dischi cantati, meno quelli strumentali, che a lungo termine ho trovato meno "necessari". Ovvio, parliamo sempre nell'ottica dei gusti personali, per cui ho il massimo rispetto delle opinioni altrui, ma non vorrei si sottovalutassero canzoni importanti solo perché non improntate sullo shred. Trovo PG il chitarrista più onesto tra quelli in circolazione. Non si fa il minimo scrupolo nel rivedere le proprie priorità e rivoluzionare il suo suono, tra un disco e l'altro, e continua comunque a proporre progetti e musica nuova.
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di Guycho [user #2802]
commento del 20/04/2019 ore 14:36:30
Ad esempio Burning Organ è fantastico.
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di sand1975 [user #46451]
commento del 02/04/2019 ore 22:48:59
Se non usa più il trapano multiplettro non vale neanche la pena ascoltarlo... :D
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di tramboost utente non più registrato
commento del 03/04/2019 ore 20:35:0
io lo adoro e lo adorerò per sempre.. il mio preferito come suo album solista, è Silence Followed by a Deafening Roar, dopo di che, viene GET OUT OF MY YARD che mi sono anche fatto autografare da lui, è veramente una persona umile e simpaticissima.. ha solo un difetto però, è trooppo bravohohohohohohoho, e quando penso alla chitarra shred, il primo che mi viene in mente è sempre lui!
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di marcoguitar [user #15320]
commento del 06/04/2019 ore 19:09:39
Steve Vai è più bravo, sia in fase compositiva sia dal vivo. Questo brano è fatto bene e mi piace anche ma è lontano anni luce da Vai.
Rispondi
di SHENANDOAH1980 [user #10847]
commento del 10/04/2019 ore 10:28:59
No Rocco è più bravo. Steve Vai e Gilbert bravi per carità, ma fateli girare su un manico come quello di Rocco e vediamo se le scaricano le sestine a 1300 di metronomo.
Rispondi
di Lapotony [user #48290]
commento del 24/05/2019 ore 14:27:10
Che chitarra ha in copertina Paul Gilbert nel suo nuovo album?
Rispondi
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