di Cristian Colusso [user #48873] - pubblicato il 21 agosto 2019 ore 10:00
L’utilizzo della dinamica nella musica è di fondamentale importanza e rappresenta un efficace mezzo espressivo a nostra disposizione, qualunque sia lo strumento che si suoni.Nel caso della batteria, poi, una buona gestione della dinamica è più che indispensabile. Sfruttare la dinamica può dare molti benefici a un batterista: tra tutti la capacità di adattarsi all’ambiente in cui ci si trova a suonare, e saper rispettare il contesto musicale nel quale si è calati. Ma una buona dinamica aiuta persino ad ottenere un suono migliore dal proprio strumento.
In questa lezione, analizzeremo due dinamiche fondamentali della batteria.
Russ Miller, grande session man e didatta americano, spiegava che è possibile identificare due dinamiche principali nella batteria: la dinamica esterna e la dinamica interna.
Per dinamica esterna, si intende quanto forte viene suonata la batteria nell’insieme musicale in cui è calato.
Avere il controllo del volume generale, è davvero molto importante ed è un tipo di capacità che va studiata con con l’aiuto di un metronomo. Va benissimo esercitarsi suonando con le cuffie praticando sopra ai propri dischi preferiti, se possibile registrando ogni sessione di pratica.
Si osserverà che, in generale, suonando forte si tende a correre; suonando piano a rallentare.
Quindi, avere un riferimento preciso in fase di studio è fondamentale per evitare di consolidare o peggiorare cattive abitudini.
Suonate con l’aiuto di un click qualsiasi cosa vi faccia piacere: personalmente suggerisco di partire da cose semplici, passando dal fortissimo al pianissimo e preoccupandosi di rimanere sempre perfettamente a tempo, fino a raggiungere una condizione di comodità e relax.
Nel esempio 1del video suono un semplice groove prima forte e poi piano. Passando da un registro dinamico all’altro, cerco di non perdere il flusso ritmico, il tempo metronomico e il bilanciamento degli elementi del set.
Questo è solo un punto di partenza ovviamente. Lo studio può essere reso più approfondito variando la velocità e sfruttando tutto il range dinamico. Può aiutare immaginare di avere un pomello del master del volume applicato alla batteria e, girandolo a piacere, di dover assecondare con l’esecuzione i cambi di dinamica e volume.
Per dinamica interna, invece, si intende il rapporto tra i vari elementi del set.
Ogni genere musicale richiede un determinato equilibrio sonoro tra piatti e tamburi. Ciò nonostante, uno degli errori più comuni che capita di sentire – e non solo dai batteristi alle prime armi - è quello di suonare il charleston troppo forte.
Non c’è niente di più fastidioso del sentire una cassa e un rullante inconsistenti con un charleston pestato come solo un fabbro saprebbe fare!
Nell’esempio 2del video eseguo un esercizio che all’apparenza potrebbe sembrare ingannevolmente semplice,
Bisogna suonare groove semplice alternando la dinamica del charleston tra forte e piano. Mentre lo si fa bisogna concentrarsi nel non perdere la consistenza di cassa e rullante che dovranno suonare sempre forte. Il tutto andrà praticato usando, ovviamente, un click.
Una considerazione importante: ho mantenuto la dinamica del charleston entro una gamma ragionevolmente musicale: esagerare il pianissimo e, soprattutto, il fortissimo potrebbe rendere sgradevole e sgraziata l’esecuzione, vanificando il senso pratico dello studio.