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Il segreto dei Burns Tri-Sonic e il loro assemblaggio
Il segreto dei Burns Tri-Sonic e il loro assemblaggio
di [user #42202] - pubblicato il

I pickup di Brian May devono il loro timbro inconfondibile a un progetto originale. Eccone storia, retroscena e costruzione raccontati da un nostro lettore.
Se c’è un upgrade da fare urgentemente sulla BMG Red Special sono i pickup, purtroppo però Adeson non li produce più come aftermarket. Restano allora due alternative valide: comprare i Burns Brian May Signature Tri-Sonic oppure avvolgere i pickup per conto proprio.
Dopo tante ore passate a leggere articoli su internet e dopo tanti tentativi passati ad avvolgere questi favolosi pickup, vi voglio raccontare la loro storia e il segreto del  loro sound.
Se siete amanti di Brian May e del suo favoloso tono, questo articolo fa per voi.

Il segreto dei Burns Tri-Sonic e il loro assemblaggio

La storia
La storia di questi pickup inizia dall’Inghilterra negli anni '50, luogo primario di assemblaggio. Basandomi su un’intervista ad Adrian Turner (tecnico e produttore degli Adeson - copie fedeli agli originali Tri-Sonic anni '60), le bobine e i backplate venivano prodotti in Germania.
I pickup avevano dimensioni molto grandi quando Jim Burns si mise in affari con Henry Weill: sembravano quasi dei P90.
I due avviarono assieme una piccola produzione di chitarre elettriche solid body su cui montavano questi pickup.
Nel 1960 Burns decise di seguire la sua strada e quindi terminò la collaborazione con Weill. I pickup diventarono di dimensione più piccola.

Esistono due tipi diversi di Tri-Sonic ma uno solo di questi è diventato famoso, in parte anche grazie al successo di Brian May con i Queen e la sua Red Special.
Il modello meno famoso è quello che monta sei magneti cilindrici rivettati sul backplate, la bobina è adagiata tra i magneti e le alette del backplate. I magneti restano esposti attraverso i buchi del top case del pickup.

Dopo un po’ di tempo, per risparmiare sui tempi di produzione, Burns decise di sostituire i magneti cilindrici con una singola barretta o due barrette in alnico nascoste da una formina in plastica incollata sotto e internamente al top case.

Il segreto dei Burns Tri-Sonic e il loro assemblaggio

In quegli anni si utilizzava ciò che si trovava in laboratorio quindi a volte sono stati usati anche sei blocchetti quadrati in alnico, poi si decise di uniformare la produzione a due barrette di ferrite isotropa: questi sono i pickup che nel 1963 Brian May comprò al negozio Burns per installarli sulla sua Red Special.
Brian raccontò che il commesso del negozio gli disse «la tua chitarra non sarà mai buona come queste che vendiamo noi» (la storia poi è andata diversamente).
Il top case è fatto di ottone e non è soggetto al magnetismo, i sei buchi sono solo estetici ma io penso che invece aiutino a focalizzare meglio il campo magnetico sulle corde.
Il backplate è in nickel ed è attratto dai magneti.
Nel 1965 l'azienda fu venduta a un certo Baldwin e la produzione delle bobine fu presa in carico da EKO.

Il segreto dei Burns Tri-Sonic e il loro assemblaggio

Perché si chiamano. Tri-Sonic
Il backplate ha le due alette che non solo contengono la bobina ma estendono il campo magnetico sulle corde, quindi ogni corda è polarizzata su tre punti: S - N - S oppure N - S - N (pickup centrale della Red Special). Ciò produce un suono molto ricco di armoniche.

Il segreto dei Burns Tri-Sonic e il loro assemblaggio

La bobina
A inizio produzione la bobina era fatta con filo 44 awg - plain enamel ma, poiché si tendeva a rompere molto facilmente, si passò al celebre heavy formvar. Attualmente Adeson utilizza filo arancione con smalto a strato singolo (una specie di “formvar non heavy”) che si comporta esattamente come il plain enamel.
La bobina è di tipo “air” quindi viene sviluppata su un supporto rimovibile. A fine avvolgimento viene bloccata con del nastro da carrozziere e, dopo averne saldato i terminali positivo e negativo, viene avvolta da un nastro telato che la protegge.
44awg vuol dire che il diametro del rame è di 0,05 mm: questo filo si rompe solamente a guardarlo.

Il segreto dei Burns Tri-Sonic e il loro assemblaggio

Grazie alla resina epossidica, mi sono potuto costruire il supporto momentaneo della bobina. Le dimensioni sono: lunghezza 62mm - larghezza 10,5mm - altezza 5,7mm.
Un ringraziamento speciale va a due tecnici inglesi che mi hanno fornito queste importanti informazioni.

Il segreto dei Burns Tri-Sonic e il loro assemblaggio

Ho avvolto i miei pickup a 5400 spire per il pickup centrale, 5000 spire per quello al manico e 5180 spire per il pickup al ponte ottenendo una resistenza alla corrente continua di 7,22 kΩ , 6,55 kΩ e 6,78 kΩ.
Per avvolgere la bobina ho usato una macchina bobinatrice che mio padre costruì negli anni 80’. Ogni bobina ha richiesto un’ora e mezza di lavoro in quanto la macchina avvolgitrice era molto lenta.
I pickup originali di Brian May hanno una resistenza alla corrente continua di 7,43 kΩ per il pickup centrale e 7 kΩ per il pickup al manico e al ponte.
Il pickup al manico ho voluto farlo con meno spire per abbassare l’induttanza marcando di più la differenza sonora tra pickup al manico e al ponte.
Il pickup centrale è reverse wound e reverse polarity quindi le due barrette di ferrite isotropa hanno la facciata col polo sud rivolta verso le corde della chitarra e il segnale ruota in senso antiorario.

I magneti
I magneti originali della BMG Red Special Standard sono fatti di ferrite anisotropa, ciò significa che emettono un campo magnetico più elevato in quanto in fase di produzione vengono magnetizzati mentre la ferrite è ancora incandescente, ciò crea un valore errato di induttanza, infatti la BMG Red Special è una bellissima chitarra ma ha a mio avviso un suono orribile.
La ferrite isotropa è lavorata in modo diverso, viene fatta raffreddare e poi viene magnetizzata a freddo, ciò implica che non tutti i cristalli sono orientati in maniera precisa, quindi l’induttanza generata ha valori ridotti.
Il segreto dei Tri-Sonic originali è dato proprio dalla bassa induttanza cioè la bassa capacità del pickup di trasformare le vibrazioni delle corde in segnale elettrico. Questo è uno dei motivi principali che mi hanno spinto a costruirmi i Tri-Sonic. Purtroppo Adeson adesso produce i pickup solo per la BMG Red Special Super, Burns invece produce i Tri-Sonic Brian May Signature che sono fatti con filo 44awg e magneti in ferrite isotropa ma hanno un numero di spire leggermente inferiore rispetto agli Adeson e a quelli originali di Brian May.

L’induttanza dei Tri-Sonic che ho costruito è di: 1,6 H per il pickup al manico, 2,3 H per il pickup centrale e 2 H per il pickup al ponte.
Purtroppo questi magneti sono andati fuori produzione a fine anni 70’ e l’unico modo per averli è stato contattare un’azienda di Milano che me li ha prodotti per la “modica” cifra di 60 euro totali (10 euro a magnete).

Il segreto dei Burns Tri-Sonic e il loro assemblaggio

La magia del pickup al manico
Come ho scritto più in alto, il Tri-Sonic ha un suono molto ricco di armoniche nonostante la sua bassa induttanza, ciò è dovuto al fatto che “legge” le vibrazioni della corda su tre punti diversi.
Nel 1963, Brian May e quel genio di suo padre notarono che il pickup al manico aveva caratteristiche identiche a quelle del pickup al ponte. Decisero così di eliminare il backplate del pickup al manico e immersero tutto nella colla epossidica. Ciò cambiò radicalmente la natura del pickup: la corda non veniva più captata da tre punti ma solo da un punto (superficie del magnete), in pratica era un normale single coil con una bassissima induttanza.

Il segreto dei Burns Tri-Sonic e il loro assemblaggio

A me piacciono le soluzioni reversibili quindi, per ridurre il campo magnetico e l’induttanza, mio padre ha tagliato il backplate del pickup al manico, poi cartoncino e resina epossidica sono stati applicati per rendere più stabile la struttura. L'ideale era produrlo in plastica con una stampante 3D.

Il segreto dei Burns Tri-Sonic e il loro assemblaggio

Per ridurre ulteriormente l’induttanza, ho scelto di avvolgere il pickup al manico a 5000 spire.
I Tri-Sonic in origine non avevano il pickup centrale reverse wound e reverse polarity, questa feature è stata aggiunta grazie al padre di Brian May.

La ceratura
Nel 1963 Brian May decise di iniettare colla epossidica nel Tri-Sonic al ponte per eliminare l’effetto microfonico, il pickup centrale decise di non resinarlo per creare una differenza marcata fra i tre pickup.
Come ho già spiegato in alto, le soluzioni reversibili sono sempre una saggia scelta, quindi ho cerato i miei tre Tri-Sonic normalmente con cera d’api e paraffina, circa 30% / 70%.

Ringraziamenti speciali
Un ringraziamento speciale va ad Adrian Turner che, in un intervista del 2011 di Simon Bradley, ha spiegato bene la storia di questi favolosi pickup.
Un ringraziamento speciale va a Brian May e suo padre Harold che hanno migliorato il sound del pickup al manico eliminando il backplate.
Un ringraziamento speciale va al signor Julian e al signor Timothy che, nonostante la Brexit, mi hanno aiutato con le dimensioni del supporto momentaneo della bobina.
Grazie a voi l’Italia e l’Inghilterra sono più vicine.

Come suonano
Una volta che colleghi la Red Special al Greg Fryer Treble Booster e a un piccolo amplificatore 10 watt a transistor con equalizzatore tutto al massimo, il sound che ottieni più o meno è quello.
Certo, resto umile, non ho le mani di Brian ma diciamo che al 60% il suono è simile.



La chitarra ha molta grinta, il sound è rotondo e tagliente ma mai stridulo.
La mia combinazione preferita è Ponte + Centrale + Manico in controfase, si ottiene un suono molto definito, come se la chitarra suonasse una "U".



La famosa combinazione Centrale + Manico in controfase dà il famoso sound di Bohemian Rhapsody.
La combinazione Centrale + Ponte in fase dà il tipico sound di un humbucker molto potente ("Tie Your Mother Down").
Preferisco lasciar giudicare voi attraverso questi video anche se il microfono del mio cellulare non è granché.

brian may elettronica fai da te gli articoli dei lettori pickup red special tri-sonic
Link utili
La storia dei Tri-Sonic raccontata da Adrian Turner
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