di robertfripp [user #1412] - pubblicato il 24 maggio 2006 ore 17:13
E’ un giorno tanto triste per la notizia della scomparsa di una persona che ha fatto della propria passione un’arte. Non ho avuto la fortuna di conoscere Roberto Pistolesi, ma la sua scomparsa mi ha sinceramente toccato..
Più umilmente sto vivendo un momento di crisi nei confronti dello strumento che sta mettendo a dura prova la passione che ho sempre nutrito nei confronti della chitarra.
Anni fa smisi di suonare, ed era un momento difficile della mia vita (problemi di salute, ma anche l’impegno di diventare padre) e c’è voluto tempo per tornare ad essere un chitarrista.
Oggi riconosco le stesse infide sensazioni che mi bisbigliavano allora nell’orecchio di smetterla con la musica e vi combatto con la serenità di chi sa che è un momento così.
Non è la prima volta che mi succede, ho sempre avuto un rapporto di odio-amore con le sei corde e vi sono abituato.
Potrei prendermi un periodo di stasi, ma preferisco pormi nuove sfide.
Sto applicando alla chitarra acustica molte delle tecniche pianistiche che usavo ai tempi in cui ero un discreto stick-player (molto alla Michael Hedges, per intenderci) ed è davvero impressionante quello che si può suonare con il tapping a 8 dita.
Ma forse è davvero troppo che sto lontano dal mio mondo, quello dell’elettrica e forse un bell’acquistino gioverebbe a rinnovare gli stimoli.
E’ un giorno tanto triste per la notizia della scomparsa di una persona che ha fatto della propria passione un’arte. Non ho avuto la fortuna di conoscere Roberto Pistolesi, ma la sua scomparsa mi ha sinceramente toccato..
Più umilmente sto vivendo un momento di crisi nei confronti dello strumento che sta mettendo a dura prova la passione che ho sempre nutrito nei confronti della chitarra.
Anni fa smisi di suonare, ed era un momento difficile della mia vita (problemi di salute, ma anche l’impegno di diventare padre) e c’è voluto tempo per tornare ad essere un chitarrista.
Oggi riconosco le stesse infide sensazioni che mi bisbigliavano allora nell’orecchio di smetterla con la musica e vi combatto con la serenità di chi sa che è un momento così.
Non è la prima volta che mi succede, ho sempre avuto un rapporto di odio-amore con le sei corde e vi sono abituato.
Potrei prendermi un periodo di stasi, ma preferisco pormi nuove sfide.
Sto applicando alla chitarra acustica molte delle tecniche pianistiche che usavo ai tempi in cui ero un discreto stick-player (molto alla Michael Hedges, per intenderci) ed è davvero impressionante quello che si può suonare con il tapping a 8 dita.
Ma forse è davvero troppo che sto lontano dal mio mondo, quello dell’elettrica e forse un bell’acquistino gioverebbe a rinnovare gli stimoli.