Nel mondo elettrico, “Junior” vuol dire una sola cosa: una solid body spartana, che va dritta al punto, aggressiva tanto quanto versatile, divertente da morire a suonarla.
In territorio Gretsch, la gamma Streamliner rappresenta una collezione di strumenti con pochi fronzoli, che mettono suono e suonabilità al centro del progetto garantendo un rapporto qualità/prezzo più che appetibile.
Fondi le due idee e ottieni una single-cut dal fascino peculiare, adatta alle tasche dei più giovani e capace di stuzzicare le fantasie di qualunque appassionato dei clean pieni, dei crunch organici e dei distorti più aggressivi, in un unico pacchetto chiamato Junior Jet Club.
L’idea di una Jet a cassa piatta, dal prezzo forse più basso nell’intero catalogo elettrico Gretsch e con l’incisività di un ponte wrap around unito a un paio di humbucker dall’output consistente ha raggiunto il pubblico . La Streamliner G2210 ci ha conquistato subito, ne abbiamo seguito da vicino le vicende e, appena giunta in territorio italiano, abbiamo voluto metterci sopra le mani per conoscerla più da vicino.
ripercorre i canoni costruttivi tipici delle moderne Streamliner di costruzione orientale. Il body e il manico sono in nato, con su una tastiera di alloro. I legni, da qualche tempo considerati uno standard nelle fasce più accessibili della produzione Gretsch, offrono caratteristiche e risposte simili a un classico assemblato di mogano e palissandro, con una voce improntata sui medi e dall’attacco non eccessivamente predominante nonostante la scelta di un montaggio di tipo bolt-on, con quattro boccole su un tacco del manico sottile a sufficienza da non compromettere l’accesso ai fret più alti.
Il raggio da 12 pollici, i 22 tasti medium jumbo e il diapason da 24,75 pollici rendono immediatamente chiaro quali siano i riferimenti stilistici e la suonabilità a cui ci si sta avvicinando una volta imbracciata la Junior.
Il manico descrive una U spessa quanto basta per richiamare dei canoni distintamente vintage ma non così ingombrante da complicare la vita a chi è abituato a sezioni più ridotte.
Una buona lavorazioni sui bordi della tastiera e dei fret rende il suonato scorrevole e confortevole, regalando una piacevole prima impressione ancor prima di collegare il tutto a un amplificatore.
Il manico avvitato e il top piatto potranno apparire come un’ammissione di economia, se si pensa alle più lussuose Jet dalla pancia bombata avvolte in un immancabile binding, ma la presenza degli irresistibili segnatasti Neo-Classic sul bordo superiore della tastiera dichiara fin da subito che quella che abbiamo tra le braccia è una Gretsch in piena regola.
Con quest’aspettativa, spostiamo l’occhio verso l’elettronica.
Una coppia di Broad’Tron preannuncia un output e una compressione paragonabili a un humbucker tradizionale, ma con i bassi legnosi e gli acuti vibranti tipici dei progetti in stile Filter’Tron.
Un selettore a tre posizioni ne miscela l’azione dalla spalla superiore e il risultato è una voce bilanciata, espressiva e facile da manovrare. Il timbro è grosso, ma articolato quanto basta per valorizzare le parti soliste senza mortificare arpeggi e accordi.
Nelle Junior, tutto è ridotto all’osso, si diceva. Così anche i controlli diventano spartani, con un solo volume master sulla spalla inferiore e un tono posizionato poco più in basso rispetto al ponte, non esattamente a portata di mignolo ma comunque abbastanza comodo per essere manovrato anche mentre si plettra.
L’escursione delle manopole è fluida e veloce sotto le dita, con una risposta regolare che rende piuttosto facile ripulire i crunch o smussare degli acuti troppo penetranti per fare a meno di stompbox e booster vari negli stili musicali più retrò.
Quando si ha a che fare con uno strumento dal prezzo a prova di studente, è saggio considerare che “il meno è più”. Con ogni probabilità, una progettazione semplice e immediata garantirà uno strumento efficiente, dove i punti deboli sono ridotti al minimo. La Junior Jet Club dev’essere di questo partito, perché ha scelto di affidarsi a un ponte wrap around con sellette già compensate di fabbrica e non regolabili, cioè a uno dei “pezzi di metallo” più basici del mondo chitarristico.
La preferenza è premiata con note dall’attacco deciso e cariche di sustain, con una sorprendente separazione tra le corde anche durante gli accordi aperti in overdrive.
Maneggevole, leggera e ricca di carattere, la G2210 si presta a numerose interpretazioni. Per questo abbiamo voluto approcciarla senza preconcetti, saggiandone le sfumature nei contesti più disparati della musica vintage e oltre.
L’escursione di Gretsch nei terreni del blues e dell’hard rock segna una nuova tappa con la Junior Jet Club, una fermata fatta di sonorità classiche eppure distintive, confezionate in un pacchetto solido e pratico dove il prezzo budget vorrà anche dire manici avvitati, top spartani e finiture essenziali, ma in cui tutto va a puro e semplice vantaggio di una sostanza fatta di suono e suonabilità capaci di offrire tante ore di divertimento a chitarristi di ogni livello. |