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E' morto Peter Green
E' morto Peter Green
di [user #17404] - pubblicato il

È morto a 73 anni Peter Green chitarrista che nella seconda metà degli anni ’60 prese il posto di Eric Clapton nei John Mayall & the Bluesbreakers per poi, subito dopo, fondare i Fleetwood Mac.

Quella di Peter Green è una storia tormentata nella quale convivono talento, successo e le pagine grigie e drammatiche della malattia.
Green era un chitarrista sopraffino la cui sensibilità e tocco erano stata elogiate persino da B.B. King che lo volle ospite nel suo album del 1971 “B.B. King in London", disco nel quale, tra gli altri, Ringo Star sedeva come ospite alla batteria.
B.B. King riconosceva a Green un talento sopraffino: "Sulla chitarra, ha il tocco più dolce che io abbia mai sentito. Quel ragazzo è l’unico che riesce a farmi sudare freddo quando suona!”

E' morto Peter Green

Ma il nome di Peter Green entra nell’olimpo della chitarra quando nel 1965 Eric Clapton lascia in braghe di tela John Mayall & the Bluesbreakers e il giovane Green entra nella band al suo posto. Memorabile l’aneddoto di Mike Vernon, produttore discografico della Decca Records, etichetta della band: “Entrai in studio di registrazione dove John Mayall stava provando con i ragazzi. Non vidi Eric Clapton e, al contempo, notai un amplificatore per chitarra che non ricordavo di aver visto usare a nessuno. Chiesi a John che diavolo stesse succedendo e quello mi risposte che Clapton aveva lasciato la band da un paio di settimane ma di non preoccuparmi: Peter, il ragazzo che aveva preso il suo posto era persino meglio. O meglio, se ancora non lo era, sarebbe bastato aspettare un paio d’anni per trovarsi nel gruppo il miglior chitarrista in circolazione."
Green con John Mayall & the Bluesbreakers fa un grande lavoro e il suo chitarrismo conquista parole di elogio dallo stesso Eric Clapton: “Green quando suona cerca esclusivamente di far parlare le emozioni. Non gli frega  di mostrarti quando è bravo o veloce. E poi ascolta che bending, che tocco, che vibrato…" A Hard Road" del 1967 è il disco da ascoltare per bearsi, al massimo del suo fulgore, del sodalizio artistico tra Peter Green con John Mayall & the Bluesbreakers .



Nello stesso anno però, Green lascia la band per inseguire un suo progetto personale e fonda i Fleetwood Mac gruppo destinato a entrare nella Rock and Roll Hall of Fame. Green lascia la band prima che questa consegua il successo planetario di “Rumors” ma - oltre a merito di avergli nato i natali - scrive per i Fleetwood Mac, "Black Magic Woman", brano diventato leggenda grazie all’interpretazione di Carlos Santana del 1970. Inoltre Green realizza un omaggio straordinario al blues organizzando la  Blues Jam at Chess che fu l'incontro a Chicago, negli studi della Chess, tra i vecchi padri del blues (Willie Dixon, Buddy Guy, Walter Horton, Otis Spann, Honeyboy Edwards) con i Fleetwood Mac. 
 


Giovanissimo e già all’apice di una carriera folgorante e strepitosa, Peter Green improvvisamente si perde. Complice l’utilizzo scriteriato di LSD e stritolato da un successo invadente e ingestibile, Green si ammala gravemente a livello mentale e scompare dalle scene per riaffiorare negli anni ’80. Da lì seguono alcune collaborazioni come session man e una manciata di dischi solisti, tra cui variegato e divertente, consigliamo “Kolors” del 1983.

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di dale [user #2255]
commento del 26/07/2020 ore 14:50:31
Grande rispetto e stima per questa leggenda del Blues.

Conosco ogni nota suonata con John Mayall, (non ha fatto rimpiangere Clapton, non era facile) tocco, intenzione, suono, scelta della nota giusta,un grandissimo, assillato dai problemi mentali.

RIP
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di Robland [user #53772]
commento del 26/07/2020 ore 15:00:11
Questo è un passaggio di un'intervista a Gary Moore su Peter Green, che ci regala qualcosa sul carattere della persona:
"Anyway, later on when Skid Row opened for Fleetwood Mac at the National Stadium in Dublin around 1969 or 1970, I was only 16 or 17 at the time and Peter had said to this DJ guy who was hosting the show that he’d like to meet me. 
"I was really thrilled, because Peter was one of my big heroes and so I just went up and said hello and he said, ‘Oh I really like your playing, do you want to come back to the hotel afterwards and we’ll have a chat?’ I had to go and play another gig after that but he waited for me back at the hotel and I went up to the room and there was Mick Fleetwood and Peter sharing a room and he had the guitars on the bed. 
"We both sat there and talked all night and played together, no amps or anything – there weren’t any practice amps in those days so we just played and talked all night. It was great."
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di dale [user #2255]
commento del 26/07/2020 ore 16:58:52
Fantastico, tempi e musicisti irripetibili..
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di frankpoogy [user #45097]
commento del 26/07/2020 ore 21:36:23
Mi ricordo di una sua partecipazione al Pistoia Blues, si percepivano chiaramente le "cicatrici" delle sue sventure di salute, ma fu una grande emozione vederlo sul palco.

Riposa in pace Peter, grazie per averci ispirato nel tuo passaggio in questo mondo.
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di BigThumb [user #22989]
commento del 27/07/2020 ore 09:23:59
Sono riuscito a vederlo live una decina di anni fa in un concerto che tenne con il suo gruppo vicino a Treviso (Peter Green & Friends). R.I.P. Man of the World.
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di Zoso1974 [user #42646]
commento del 27/07/2020 ore 09:47:06
Ho un legame speciale con Peter Green.
Non ero ancora maggiorenne e ricordo che in un viaggio in macchina con la famiglia, comprai in un autogril una raccolta di successi dei Fleetwood Mac, erano i primi anni 90 credo.
Non sapevo chi fossero, ma ovunque apparisse la parola "blues" nei titoli, per me era roba buona.
Al tempo non esisteva internet... e tra i miei coetanei ero l'unico innamorato del Blues, del Soul e del R'n'B... così dovevo andare a tentatvi tra i cd economici... in praticolare quello fu un azzardo molto fortunato.
Nel giro di poco mi innamorai di quel suono di chitarra, e negli anni quel CD lo ascoltati sino allo sfinimento. In particolare fu "Stop messin' round" a far scoccare la scintilla...
Una decina di anni dopo, complice Internet scoprii il nome del chitarrista... Peter Green. Mai sentito nominare da nessuno. Per me era come un mio piccolo gioello segreto... il mio tesssoro.
Con gli anni ovviamente accumolai cd su cd... vinili... e notizie di ogni tipo sul mio personale idolo.
Scoprii che tanto "personale" non era... e anzi aveva un ruolo speciale nella storia della chitarra elettrica.
Fui estasiato ad esempio nello scoprire che anche Jimmy Page (mio idolo assoluto) era un suo fan, tanto da far modificare una sua Les Paul alla ricerca del suono controfase della mititca Greeny.
E niente... è come se fosse mancato un parente lontano.
Anche se ormai dal punto di vista artistico non aveva più niente da dire... è un grande dispiacere.
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di Robland [user #53772]
commento del 27/07/2020 ore 12:50:03
Sempre belli gli aneddoti personali. :)
Di Stop messin around prova a sentire la versione degli Aerosmith e quella di Gary Moore su Still got the blues. A me, almeno, piacciono molto.
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di Zoso1974 [user #42646]
commento del 27/07/2020 ore 14:59:5
Le conosco entrambe molto bene... non a livello dell'originale... ma ottime cover.
Le versioni più interessanti di questo pezzo però sono, secondo me, sulla versione estesa di Mr. Wonderful... ci sono delle Take diverse della stessa sessione di registrazione dell'originale... in pratica la chitarra di Green è improvvisata dalla prima all'ultima nota... in ogni Take la sua parte è completamente diversa... altri tempi.

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di BBSlow [user #41324]
commento del 27/07/2020 ore 11:13:56
Avevo più o meno 13 anni, mi piaceva Elvis e il rock'n'roll e cominciavo a interessarmi al blues. Lessi da qualche parte dei Fleetwood Mac e comprai una cassetta della "storia del rock": c'era (ovviamente) Black magic woman, c'era Shake you moneymaker, soprattutto c'era Albatross.
La cassetta non c'è più, ma quando vado su YT e ricerco quei pezzi tornano le emozioni di allora.
Sit tibi terra levis.
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di Ermo87 [user #33057]
commento del 27/07/2020 ore 19:00:53
Ringo Starr... vi prego correggetelo.
Rispondi
di TB [user #1658]
commento del 27/07/2020 ore 20:03:11
Sono quaranta anni che la musica di Peter Green mi accompagna.
Se amo il blues e suono la chitarra è grazie a lui.
Mi sento come se avessi perso un caro amico, di quelli con cui c'è confidenza totale.
Ciao Peter, che la terra ti sia lieve.
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 27/07/2020 ore 21:03:54
“B.B. King in London" album carino
Rispondi
di esseneto [user #12492]
commento del 30/07/2020 ore 11:17:38
Penso nel 1997 l'anno in cui uscì il suo disco con lo splinter group, vidi una locandina con scritto appunto "peter green spinter group live a Licata " per chi non la conosce Licata è una città marinara della Sicilia di origini greche come la maggior parte delle città costiere siciliane in provincia di Agrigento. Da discepolo devoto del british blues ricordo che mi sembrava impossibile che Peter Green venisse venisse a suonare (gratis) a pochi chilometri da casa mia , chiesi ad un amico che si occupava di eventi live nella mia zona e me lo confermò, andai con netto anticipo dove si sarebbe tenuto il concerto (una piccola piazza) in centro . Inizia il concerto ed entra Peter Green.....completamente irriconoscibile da come lo ricordavo dalle copertine dei dischi , ad accompagnarlo un gruppo straordinario Nigel Watson –chitarra e voce , Cozy Powell –batteria, Neil Murray – basso e Spike Edney – tastiere.Eravamo non più di una trentina di persone sotto al palco di cui pochissimi sapevamo chi stava suonando , ancora ricordo le emozioni incredibili di quel concerto, usò principalmente una Fender stratocaster maple neck con i lace sensor alternandola ad una Gibson semiacustica come ampli sia lui che nigel Watson avevano degli AC30 con il tolex bianco, il timbro di Green al contrario del suo aspetto era rimasto invariato sempre Black Magic !

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