Sylvia Massy: dietro la console tra polli, patate e fucili
di Matteo De Feo [user #36328] - pubblicato il 10 agosto 2020 ore 08:00
Avete mai microfonato una gallina o usato una patata come filtro? Tecniche creative della sound engineer di Tool e System of a Down.
Se siete cresciuti coi dischi dei Tool, System of a Down, Johnny Cash o Skunk Anansie (per citarne alcuni), avete molto probabilmente già ascoltato della musica prodotta e mixata da Sylvia Massy. Nel corso del tempo è diventata una sound engineer di riferimento, molto ricercata grazie ai dischi di successo cui ha dato la sua impronta.
Attiva dalla metà degli anni ‘80, ha cominciato a muovere i primi passi nella radio della California University e successivamente negli studi di San Francisco collaborando con piccole etichette indipendenti in ambito punk rock e lavorando insieme a un giovane Kirk Hammett nella produzione di diverse band locali.
Trasferitasi a Los Angeles ha fin da subito iniziato a lavorare per le etichette Tower Records e Zoo Records. Proprio quest’ultima etichetta le ha permesso di entrare in contatto con alcuni membri dei futuri Tool, per i quali produrrà in seguito, rispettivamente nel 1992 e nel 1993, gli album “Opiate” e “Undertow”.
Nella città degli angeli, Massy entra in contatto e collabora con artisti molto importanti della discografia mondiale quali Aerosmith, Prince e Seal.
In occasione di alcune registrazioni ai Larrabee Studios, conosce Rick Rubin con il quale instaurerà un proficuo rapporto di collaborazione che durerà oltre sette anni. In questo periodo hanno registrato e lavorato insieme ad artisti del calibro di Johnny Cash, Tom Petty and the Heartbreakers, Slayer e nell’album di debutto dei System of a Down.
La console principale di Sylvia Massy è una Neve 8038. Nel 1994 questa macchina è stata trasferita nello studio B dei Sound City Studio per registrare album di artisti quali Queens of the Stone Age, Lenny Kravitz, Black Crowes e molti altri.
Sylvia è soprattutto conosciuta anche per alcune tecniche di registrazioni creative e non convenzionali. Per esempio, durante la registrazione di Undertow dei Tool decise di registrare il suono più forte mai registrato, sparando a dei pianoforti in studio.
Insieme alla sua console Neve, Sylvia utilizza regolarmente microfoni standard (SM57, SM81, AKG C12 e C24, Sennheiser 424 e 441 ecc.) insieme a oggetti modificati per riuscire a catturare il suono in una maniera diversa. Nel microfonare la batteria ha utilizzato un vecchio cono cablato al contrario per il kick della cassa e un tubo di gomma appoggiato intorno allo strumento per registrare un suono d’ambiente particolare da utilizzare nel mix.
Fra gli altri oggetti utilizzati in maniera non proprio convenzionali, non possiamo non citare la tecnica sul come microfonare una gallina o come utilizzare le patate per creare un filtro tra amplificatore e cassa.
Ovviamente non tutti questi suoni verranno poi mixati sul disco, ma la sperimentazione e il divertimento nel provare soluzioni atipiche sembrano essere la base creativa di Sylvia.
Molte di queste tecniche sperimentali sono illustrate nel dettaglio all’interno suo libro “Recording Unhinged” dove insieme ad altri 35 sound engineer ha disegnato e spiegato il suo approccio alla registrazione.
Come ha descritto in diverse interviste, per il tracking non ha sempre scelto il classico studio perfetto dal punto di vista acustico, ma ha preferito registrare in una stanza unica dove lei e i musicisti sono a stretto contatto, senza comunicare in cuffia al di là del vetro.
Il suo setup è un vero e proprio mix ibrido tra analogico e digitale. La console Neve è infatti interfacciata con Pro Tools sul quale le tracce sono organizzate in stem e possono essere effettate tramite i plugin. Per avere il calore e la sfumatura dell’analogico, le tracce vengono anche rimandate al banco dove potranno essere collegate alle varie macchine presenti negli studi in cui lavora. UAD 1176, UAD LA2A e Fairchild 670 sono solo alcuni dei compressori che Sylvia preferisce utilizzare durante le session.
Per chi stesse cercando un approccio diverso alle proprie registrazioni e fosse interessato a capire nel dettaglio il modo di lavorare di Sylvia, consigliamo di dare un’occhiata al suo sito.
È infatti molto attiva anche come docente per workshop in tutto il mondo e ha collaborato con diverse istituzioni musicali quali Berklee College of Music, SAE Institute, Abbey Road e Mix with the Masters.