I 10 batteristi fondamentali dell’hard rock - Mitch Mitchell
di AndreaGe [user #60090] - pubblicato il 07 novembre 2021 ore 18:30
Mitch Mitchell assieme al bassista Noel Redding, costituisce la sezione ritmica degli Experience, lo storico gruppo di Jimi Hendrix. Alla fine degli anni ’60, si cimenta in una miscellanea di blues, funk, rock e pop in un sound unico, mai sentito prima.
Lo stile di Mitchell è piuttosto simile a quello percussionistico di Ginger Baker (Cream) e allo stesso tempo fortemente influenzato dal jazz, fattore che lo distingue dagli altri batteristi della scena.
Lo si può tranquillamente definire come uno dei primi batteristi fusion, che unisce brillantemente elementi di jazz e rock con ampio uso dei drum rudiments, interagendo con la musica e creando un andamento mai banale. Le sue performance sono ingrediente fondamentale nel sound della band, gestite con grande attenzione e discreta tecnica esecutiva.
Molto probabilmente un approccio più convenzionale non avrebbe reso così memorabili i brani di Hendrix da lui incisi. Il contributo di Mitch Mitchell alla musica e la sua influenza come batterista sono stati essenziali nei fondamenti del vocabolario della batteria rock.
Album consigliato - Electric Ladyland (Jimi Hendrix, 1968). Registrato ai Record Plant Studio a New York, prodotto dallo stesso Hendrix insieme al leggendario Eddie Kramer, è tra gli album più sperimentali della discografia del grande genio chitarristico e l’ultimo registrato con la formazione degli Experience.
Brano da segnalare: Voodoo Chile, che inizia con inusuali accenti di cassa e charleston all’unisono con il wha-wha (Dunlop Cry Baby) di Hendrix e dove Mitchell dà prova di sé con interessanti fill che mettono in risalto la sua velocità e maestria con le mani. Potrete verificarlo in questa versione live in Maui (1970), con Mitch Mitchell alla batteria - con doppia cassa e impostazione Traditional - e Billy Cox al basso.