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Reverse relic, ovvero: restaurata o consunta?
di [user #31] - pubblicato il

Sovente in questi ultimi tempi capita di imbattersi nei termini “relic” o di “road worn”, riferiti ovviamente alle chitarre, ed in certi scritti circa la psicologicamente amena attività di produrre oggi uno strumento con le sembianze di uno di molti anni fa e, per di più, con pesanti segni di usura, se non addirittura di maltrattamenti degni del più energico palco rock. Il fenomeno è divenuto talmente rilevante da indurre il più grande costruttore al mondo a mettere in produzione dei, diciamo, “falsi autentici”. La cosa è molto singolare e del tutto inconcepibile fin solo ad una manciata di anni or sono, se si tralasciano operazioni illegali pensate e realizzate da veri e propri falsari. Chi, come me, ha passato i quaranta non faticherà a ricordare quei timidi segnali che erano le prime serie Fender “vintage”: ma si trattava comunque di strumenti nuovi, seppur costruiti “come quelli di allora”.


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