Ciao Tom, sai che questo articolo è nato da quel vecchio nostro scambio di opinioni? :-)
Però non capisco come si leghi questa tua affermazione (e di Yaso) a quanto contenuto nell'articolo.
Se tu ritieni che rispetto al suono di queste chitarre ci sia qualcosa di chiaramente e univocamente dimostrabile, documentabile, rispetto all'unicità del suono, allora io sono in prima fila ad ascoltare! Ma ti invito a leggere le parole autorevoli di Luca Villani, vedi il suo commento poco sopra.
lorenzo non funziona in questo modo...
se io dico che qualcosa che tu (ipoteticamente) non hai mai provato mi risulta valido, il mio parere vale piu' del tuo anche se non ho elementi per dimostrare tale validita'..
[...]
se invece provi.. magari non sei in grado di dire il perche' nemmeno tu, ma magari ci troviamo nel comune apprezzamento di qualcosa e le nostre conoscenze, in questo modo, sono comunque cresciute..
quindi se e' vero che solo un'infima percentuale di coloro che qui' scrivono estesamente su quanto il vintage non sia niente di che, lo ha provato.. siamo al paradosso e stiamo parlando del niente..
[nota mia: qui non stiamo parlando di cosa sia valido o meno, ma di confronti tra sfumature nell'esperienza estetica]
lorenzof (#17952), 18 febbraio 2010, 02:02
Ho spiegato i motivi per cui quando giudichiamo strumenti vintage (attraverso ascolto o prova diretta, sapendo di cosa si tratta) non siamo in condizione di poterlo fare in modo "asettico" per implicazioni di natura psicologica e socioculturale -che nessuno finora ha contestato in nessun modo per via della loro evidenza.
Tu prima sembri voler separare il suono dal valore storico-culturale di questi cimeli (operazione del tutto inutile, a cosa ci serve?),
eppure quando poi (a Tom) propongo comparazioni basandoci su differenze di suono rilevabili oggettivamente tramite strumentazioni tecnologiche, mi dici che "non tutto si può misurare", e che quando tu suoni una di quelle senti qualcosa che va fuori della "misurabilità" scientifica.
Allora devi decidere di cosa stiamo parlando.
Non possiamo parlare di suono preso separatamente perché qualcosa, con queste chitarre fuori del comune, resta fuori (lo credo bene!), ma d'altra parte (mi pare di capire) ti sembra che le interpretazioni psicologiche, fisiologiche (vedi anche Jebstuart) e sociocolturali lascino fuori qualcosa.
DI COSA SI TRATTA? Provo a dirtelo io:
nelle esperienze estetiche integrali partecipiamo "con tutti noi stessi", mentre in quelle linguistiche-razionali è coinvolta solo una parte del cervello. Le prime non possiamo misurarle, perchè x es: tutto quanto sta dietro a un giudizio come "questa chitarra mi piace" non è misurabile. Sono coinvolte sfere (x es quella affettivo motivazionale) che non sono riducibili in dati, perché interagiscono con la memoria e altre sfere.
Quindi
quanto proviamo (sperimentiamo) nell'esperienza estetica integrale NON è oggettivabile. Di conseguenza non puoi presumere che quello che tu PROVI debba valere per tutti, e non puoi dire in una discussione pubblica che "c'è qualcosa (ma cosa?) che se tutti sperimentassero ti darebbero ragione, perché non è dimostrabile che gli altri reagirebbero allo stesso modo.
SE quello che NOI abbiamo provato suonando quello X strumento fosse un'esperienza interamente misurabile e documentabile, allora ci potrebbe essere qualcosa di oggettivabile, un dato di conoscenza descrivibile, isolabile.
Ma se quello a cui ti riferisci (ma che non hai potuto definire precisamente) NON è oggettivo, allora per quale motivo dovrebbe valere per noi tutti?
Per evitare simili paradossi io ti invito a riconsiderare quale sia il vero nostro retroterra comune, cioè la nostra cultura, che è un continuum con la nostra mente e il nostro corpo, non separata.
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Qualcuno troverà la questione banale, e in effetti sul piano epistemologico lo è. Nonostante questo credo ci faccia bene riflettere su questi temi, anche se en passant.
Chiedo scusa per il grassetto applicato solo sulle mie parole, è solo per farvi arrivare dritti al punto se avete fretta :-)
Chiaro che si possono isolare diverse variabili da misurare e confrontare, ma ragionare sulla loro somma non è la stessa cosa che ragionare sui giudizi "a me piace questa chitarra" e "a me piace quest'altra".
Ad esempio il colore, la forma e quanto ad essi colleghiamo nella nostra mente, potrebbero essere per Tizio abbastanza importanti DA SOLI per giustificare un acquisto.