di aPhoenix90 [user #22026] - pubblicato il 06 marzo 2011 ore 21:24
Sarà che ultimamente gli eventi suggeriscono sempre un valido motivo per rimanere incazzati, sarà che le belle giornate mettono voglia di evadere, sarà perché non lo facevo da troppo tempo... insomma, oggi pomeriggio ho preso armi e bagagli e sono fuggito fuori città.
Occhiali da sole, chitarra acustica, pallone e buona musica: questo l'essenziale equipaggiamento. Mentre l'auto viaggiava sotto un sole limpido ma tiepido, i finestrini completamente abbassati coinvolgevano i passanti (sempre meno, man mano che ci si allontana dalla city) in un Blues aggressivo che sembra un grido liberatorio. San Gillio, La Cassa, Givoletto, Brione... man mano che ci allontaniamo dal centro urbano, le abitazioni si fanno sempre più piccole e isolate lasciando posto a grandi campi coltivati o selvaggi. Decidiamo di fermarci in un punto improvviso e imprecisato: un'enorma distesa erbosa macchiata da qualche albero qua e la. Spengo l'autoradio e prendiamo la chitarre: il Blues non si ferma.
Ah Keep your eyes on the road,
Your hands upon the wheel.
Keep your eyes on the road
Your hands upon the wheel.
Yeah, we're going to the roadhouse,
Gonna have a real good-time.
Yeah, the back of the roadhouse,
They've got some bungalows.
Yeah, the back of the roadhouse,
They've got some bungalows.
They dance for the people
Who like to go down slow.
Let it roll, baby, roll.
Let it roll, baby, roll.
Let it roll, baby, roll.
Let it roll, all night long.
Do it, Robby, Do it!
You gotta roll, roll, roll,
You gotta thrill my soul, alright.
Roll, roll, roll, roll-a
Thrill my soul.
Ashen-Lady.
Ashen-Lady.
Give up your vows.
Give up your vows.
Save our city.
Save our city.
Ah, right now.
Well, I woke up this morning
And I got myself a beer.
Well, I woke up this morning
And I got myself a beer.
The future's uncertain
And the end is always near.
Let it roll, baby, roll.
Let it roll, baby, roll.
Let it roll, baby, roll.
Let it roll, all night long.
Dopo una jam piuttosto ben riuscita (due chitarre acustiche e qualche voce) a tempo di adrenalina, la radio annuncia: Inter-Genoa 5-2. Pazzini, due volte Eto'o, Pandev e Nagatomo. Inizia così, nella medesima spontaneità con cui era iniziata la jam, la solita partitella dal campo e dalle regole indefinite fino a quando il sole comincia a calare stancamente dietro le Alpi sulle cui vette giace ancora un po' neve. Triplice fischio e tutti di nuovo a bordo.
Torno a casa marcio, stanco, senza voce, ma dannatamente contento.