Sono le sei e mezzo di giovedì mattina, dal caldo del letto sento i tuoni e la pioggia che batte. “oggi troverò un traffico incredibile” penso. Abito tra Roma e Ostia e lavorando in centro ho un’ora di auto ma in caso di poggia l’ora può raddoppiare, triplicare.. non si sa...
...Certo che piove forte! aspetto due minuti prima di uscire se no arrivo alla macchina zuppo. Dopo 5 minuti di attesa la pioggia non diminuisce e mi decido; corro e monto in machina sotto una pioggia torrenziale.. . non importa, mi asciugherò.
Accendo la radio e rassegnato imbocco la Cristoforo Colombo che mi porterà dentro Roma; mi correggo: che mi avrebbe dovuto portare dentro Roma. La fila inizia già appena svolto.
Ad una radio locale di rock, il programma è dedicato alla gente che chiama da varie parti della città raccontando la situazione meteorologico/viabilità; zappo tra questo e il Ruggito del Coniglio dove anche lì, essendo previsto un pubblico live il martedì e il giovedì, i conduttori si trovano con pochissime persone in sala... la città è bloccata.
Ma io che ci vado a fare in ufficio?
Riesco , dopo 40 minuti circa, ad arrivare al primo semaforo che mi consente di fare inversione... oggi lavoro da casa.
La pioggia non cessa, è come se in cielo ci fosse una enorme cipolla doccia, di quelle grandi che fanno tanto trendy oggi... Pazienza, tanto starò a casa, un’auto in meno sulle strade e tanto stress in meno per me.
Arrivo a casa, una villetta in uno dei tanti quartieri periferici della città, e vedo che dal gocciolatoio del balconcino della camera da letto l’acqua scende come se fosse un tubo per innaffiare, tutto aperto. Salgo in camera da letto per cambiarmi; mia moglie è già uscita per andare a scuola dove insegna e sono solo.
Apro la porta della camera e... orrore! acqua! ; il balconcino si è riempito d’acqua perché il gocciolatoio non riesce a smaltire la pioggia che, essendosi accumulata, ha raggiunto quei pochi centimetri che separano il pavimento dalla base della porta finestra.
Da lì, inesorabile e impietosa, l’acqua ha trovato un nuovo sfogo infilandosi sotto la porta finestra e stravaccandosi sul parquet della camera da letto.
Corro a prendere straccio e secchio che per caso si trovano nella stanza accanto e chiamo al volo mia moglie dicendole di tornare di corsa a casa. Inizio ad asciugare e dopo mezz’ora circa mia moglie è a casa e pronta ad asciugare.
“Vado giù in sala hobby a prendere un altro secchio” dico a mia moglie mentre scendo le scale.
Apro la porta della sala hobby e un brivido gelido mi scorre lungo la schiena: acqua! non tanta in verità; un micro tsunami che avanza sul pavimento fatto di tavolacci di Pino... da dove viene? il terrore mi attanaglia... La stanza della musica!!!! lì ho tutte le chitarre, gli amplificatori e il mio piccolo studio di home recording. Il percorso dalla porta della sala alla stanza dura pochi secondi ma per me è un eternità...
Quella che io chiamo Stanza della Musica è una stanzetta 5X3 che, essendo nel seminterrato, ha una finestra che prende luce grazie allo svuotamento della terra di fronte alla finestra e la costruzione di un muretto di contenimento. la potremmo definire una piccola vasca; la vasca ha uno scarico per far defluire eventuale acqua piovana.
Entro e vedo la finestra che sembra un acquario: l’acqua esternamente ha riempito la vasca ed entra nella stanza dalla base della finestra scorrendo allegramente come fosse un rubinetto aperto. Per fortuna il vetro non si è rotto ma non so quanto potrà reggere.
L'acqua cade allegramente su un piccolo ampli per basso di mio figlio. guardo in giro e ringrazio tutto il ringraziabile; tutto il resto sembra a posto. Cosa mi ha salvato? anni fa, quando suonavo con degli amici in stanza, avevo realizzato un pavimento flottante con dei pallets poggiati su piedini di gomma e coperti con multistrato e poi moquette. Il pavimento è quindi sollevato e l’acqua scorreva giù per il muro schizzando e bagnando l’ampli ma prevalentemente si infilava sotto il pavimento flottante e da lì fuori dalla porta verso il resto della sala hobby.
Sono stato tutto ieri a pulire, sturare, asciugare e riscaldare. Oggi è tutto a posto anche se sotto il pavimento rimane ancora umido. Ho un deumidificatore che va H24 e una stufetta e sono tornato a livelli di umidità accettabili (50-55%); le mie preziose chitarre sono salve.
Al 99% della popolazione non frega nulla di questo piccolo episodio, ma a voi l’ho voluto raccontare perchè sono sicuro che mi capite.
Chiudo dicendo che, per quanto antipatica possa essere stata la mia avventura, è nulla in confronto al dramma che si è consumato nel quartiere di fronte al mio dove un povero extracomunitario è morto affogato nel seminterrato di una casa in cui si affittano stanze senza curarsi minimamente di permessi e condizioni dignitose di vita. R.I.P. tu che sei venuto dallo Sri Lanka per cercare una vita migliore ed hai trovato una morte atroce.