di Jimmi [user #27100] - pubblicato il 30 gennaio 2012 ore 19:09
Lascio qui di seguito alcuni pensieri sulla musica e un piccolo brano composto da me.
Mi ha sempre affascinato il caleidoscopio di possibilità e di colori che si possono ottenere mescolando ritmi, strumenti, melodie ed armonizzazioni differenti, quindi sono particolarmente interessato allo studio di nuove soluzioni, nuove combinazioni ritmiche e strumentali per inserirle nei miei brani. Nè risulta un intreccio di tempi composti e di soluzioni armoniche inusuali, sostituzioni di accordi, modulazioni tonali, frammenti di musica modale e sonorità prese a prestito dalla musica etnica sudamericana e africana, dalla musica classica e dal jazz. I miei "pseudo" studi da autodidatta di provincia, si sono diretti anche verso l' orchestrazione, per favorire all' interno dei brani che scrivo, la presenza di temi a più voci che assegno di solito ai fiati. A dire il vero, non c' è niente nella mia musica di nuovo o inedito, se non la scoperta del tutto personale che è possibile fare musica in un modo diverso da quelli da me sperimentati fin' ora. Questa "già vecchia" novità, rappresenta una personale soddisfazione a cui mi sarebbe molto difficile rinunciare, lo considero un "lato oscuro" della luna che mi incanta e mi inebria, dandomi la sensazone di progredire all' interno di un sentiero coerente e logico che mi avvicina alla meta agognata, ossia mettere in musica ciò che si sente dentro, ciò che alle volte, nei momenti più inaspettati sorge da remoti angoli della nostra mente. Ultimamente mi sono chiesto del perchè, più sento di avvicinarmi alla mia meta e di stare migliorando come "dilettante musicista" e più il numero di ascoltatori potenzialmente interessati alla mia musica si restringe. Ragionando sulle possibili risposte, m' è sorto il dubbio che la musica come forma di espressione personale, non sia condivisibile da molti, in quanto il nostro particolare modo di sentire sia avvicinabile solo da chi ha un modo di intendere assimilabile al nostro. Se questa fosse la risposta giusta, se ne dedurrebbe che la musica cosiddetta "di consumo", sia una cifra stilistica ottenuta unendo i tratti salienti della sensibilità musicale di molte persone. Alla fine del ragionamento, si potrebbe affermare che esiste una musica"personale", d' elite, snob, culturalmente protesa alla ricerca di un' estetica intima ed ermetica ed una musica popolare che cerca di mantenere ben salde le radici culturali che dagli albori ha contraddistinto l' impulso umano volto ad intendere la musica come un momento di aggregazione e partecipazione ai riti, ai balli, ai funerali, ai corteggiamenti ed in generale proposto come "accompagnamento" a tutte le attività umane legate all' emotività di quest' ultimo. Personalmente ritengo che entrambe le concezioni di musica all' interno della società attuale, siano importanti e nobili, anche se onestamente, come si può evincere dalla parte iniziale dello scritto, sono più propenso alla musica "egoistica". S potrebbe per contro supporre, che scrivere musica intima e personale, sia un modo di donare in parte se stessi, mentre utilizzare cifre stilistiche sia un po' come nascondersi ed "omologarsi" ai più. Sarei più propenso ad optare per l' ultima ipotesi ..... anche perchè non mi sono mai sentito particolarmente egoista. lascio un video di una mia "canzone", sperando di far cosa gradita almeno a qualcuno. Un saluto a tutti !