di disamistade [user #35877] - pubblicato il 05 novembre 2012 ore 00:02
Novembre 1997,a Catania assistevo all'ultimo concerto di FABRIZIO DE ANDRE' nel quale dedicava la canzone Smisurata Preghiera a mio fratello,suo amico,morto qualche mese prima.Fabrizio ha spesso messo in serio imbarazzo i media perche' ha cantato la morte,ma era un poeta,un poeta in musica che ha scavalcato nottetempo i cavalli di frisia dei salotti colti riportando la fonte originaria della poesia al suo destinatario,l'uomo in attesa del fratello ritrovato.Come i grandi poeti Fabrizio porta in se'l'apparente concetto contraddittorio della mortalita' infinita,della stabilita' virtuale dopo la scomparsa.Era una onda anomala,un angelo del vilipendio con occhi retroattivi ed avveniristici che ha volteggiato sulle dottrine rampicanti per sturare l'arteria della coscienza liberata.Era un mio amico ma per la potenza creativa del suo immaginario e' diventato a tutti noi consanguineo,tracciando, con la sua opera,un immenso diagramma di fine secolo perche' il battito sempre piu' debole dei cuori in rivolta possa rianimarsi all'amore,alla pieta',perche'il dovere della realta'diventi il diritto al sogno.
Chiedo scusa a chi di Fabrizio non sia appassionato ma volevo ricordarlo in questo mese di ricorrenze cosi' occultate da improbabili feste di halloween...Volevo ricordarlo perche' e' uno dei piu' grandi poeti del Novecento,perche' oggi piu' di allora sento il privilegio di averlo conosciuto mentre ancora mi parla al di la' del tempo.