Il dato è straordinario: solo il 3% dei film che vengono prodotti ogni anno raggiunge davvero le sale. E il resto? Magari appare qua e là in qualche festival, magari viene anche premiato, magari è giudicato di valore o addirittura straordinario. Ma niente da fare: se non vi date da fare voi - magari con metodi giustamente considerati illegali - quei film non avranno pubblico. E allora anche il concetto di ciò che è legale o no forse diventa più difficile da definire, perché molto probabilmente a qualcuno degli autori di questi film "invisibili" fa anche piacere che il suo film venga in qualche modo visto.
Per questo, mentre si prepara l'invasione dei film natalizi - pensate che solo "Lo Hobbit" avrà riservate ben 750 sale delle poco più di 2mila che abbiamo in Italia (contando anche le sale parrocchiali e i cineforum) - mi piace provare a segnalarvi alcune pellicole chitarristiche più o meno recenti, spaziando tra i generi.
Jason è vivo e suona insieme a noi
La prima pellicola di cui parlare è doverosamente . Perché doverosamente? Perché il documentario di Jesse Vile realizzato quest'anno racconta una storia eccezionale, con un protagonista eccezionale. È Jason Becker, chitarrista che a 16 anni si era già conquistato una notevole fama (se qualcuno di voi legge Guitar Player forse ricorderà che la copertina dello scorso luglio era dedicata proprio a lui). Un prodigio, dicevano: uno shredder da capogiro. Ma il prodigio vero Jason lo ha fatto dopo. Perché, quando aveva a 22 anni, a Jason fu diagnosticata una malattia incurabile, la SLA: gli dissero che da lì a poco sarebbe stato poco più di un automa e che entro qualche anno sarebbe morto. Le cose però sono andate diversamente: e Jason è vivo e suona, non proprio nel modo in cui vi aspettate, ma suona. Come? e fatevi un'idea.
Last days here
No, non fatevi ingannare. Non sto parlando del film di Gus Van Sant dedicato agli ultimi giorni di Kurt Cobain. Quello lo conoscete bene, suppongo (vero?). Sto parlando di un altro documentario, sempre recente, che racconta un'altra storia di riscatto. Un'eccezionale storia di rock, di dedizione e di amicizia. La potete scoprire se riuscite (magari tra un po', che il film è proprio recente) a mettere le mani su "", che testimonia la vicenda di Bobby Liebling, leader dei Pentagram. Il nome non vi dice niente? Be', per molti quella band della Virginia fu invece un culto: perché furono tra i primi insieme ai Black Sabbath a esprimere quel mix di cupezza martellante e di energia scatenata che divenne poi il metal. Il guaio è che Bobby ha pensato di declinare alla lettera l'assioma che lega il rock alla distruzione, iniziando con se stesso e finendo con il cadere in una spirale devastante: alcol ed eroina. Ma qualcuno, nella fattispecie un fan davvero affezionato (Demian Fenton, coautore del documentario), ha pensato che la cosa non poteva finire così, con Bobby ridotto a spazzatura umana tenuto in vita dai due vecchi genitori. E ce l'ha messa tutta per ridare a quell'uomo distrutto la forza di tirarsi fuori e tornare sul palco. Anche in questo caso , per capire anche con gli occhi di cosa stiamo parlando.
Figli delle stelle? No, del vento
Ancora un documentario, ma qui stanno davvero tutti bene. E swingano come dannati.
Sono i chitarristi manouche Tchavolo Schmitt, Ninine Garcia, Angelo Debarre e Moreno, protagonisti di "Les Fils du Vent", di Bruno Le Jean. Se seguite il grande momento della chitarra gypsy e le avventure dei molti eredi di Django, questo vi piacerà da morire: i nomi - per chi è pratico di quel mondo - sono di quelli da levarsi il cappello. .
E ora... un po' di fiction
Si cambia prospettiva e si cambia completamente genere. Che ne direste per esempio di un film dedicato a un rispettabile busker che mette l'orgoglio e la vita di strada davanti a tutto? Lui è Kirk Cauette, cantautore canadese che per l'occasione si è fatto regista e interprete della storia piuttosto sentimentale narrata in "".
Diversamente da altre storie dove una storia d'amore finisce con lei che spacca la chitarra a lui (a qualcuno fischiano le orecchie?), questa invece in quel modo ci inizia. Dal potete capire bene il genere.
Figlie del sole. Levante
Se invece volete una sferzata di energia rivolgetevi a questo film giapponese, un po' meno recente, ma assai intrigante: altro che High School, perché con "" siamo sempre in un liceo, ma in Giappone. E la band è fatta tutte di ragazze.
Non storcete il naso: non è una di quelle storie di ragazzini (in questo caso ragazzine) che devono arrivare al concerto di fine anno tra mille difficoltà, ecc. O meglio è esattamente questo: ma il film di Nobuhiro Yamashita (del 2005) è stato apprezzato enormemente in patria e non. Del resto, sappiatelo, le musiche sono di James Iha, degli Smashing Pumpkins. Anche qui . Enjoy it.