di redazione [user #116] - pubblicato il 16 marzo 2013 ore 09:30
I bending di un semitono rivestono un ruolo particolarmente interessante all’interno del fraseggio: per la loro stessa natura richiedono un movimento controllato e una particolare attenzione all’intonazione. Allo stesso tempo, permettono di valorizzare in maniera decisa la personalità e la voce di un chitarrista, diventando tra gli strumenti espressivi più forti e caratterizzanti di un musicista.
Tra le tecniche solistiche della chitarra il bending è una delle più importanti e utilizzate. Permette di suonare una nota non pigiandola direttamente ma alzando d’intonazione la nota che la precede fino a raggiungerla. Per esempio, per avere un E potremmo alzare, tirandolo, il D che lo precede di un tono. I bending, ovviamente, non sono però solo di un tono: possono essere di un tono e mezzo se non addirittura - per le dita forti e le orecchie allenate dei chitarristi più esperti - anche di due toni. Poi possono esserci i bending di un semitono sui quali ci concentreremo in queste lezioni. I bending di un semitono rivestono un ruolo particolarmente interessante all’interno del fraseggio: per la loro stessa natura richiedono un movimento controllato e particolare attenzione all’intonazione. L’energia necessaria per ottenere un bending di questo tipo non è molto diversa da quella esercitata su un vibrato molto ampio; per tanto necessitano di una consapevolezza particolare nel tocco. Allo stesso tempo, permettono di valorizzare in maniera decisa la personalità e la voce di un chitarrista, diventando tra gli strumenti espressivi più forti e caratterizzanti di un musicista.
Oltre al colore e peso armonico che una data nota offre alla melodia, quelle suonate con i bending di mezzo tono portano il valore aggiunto dell’espressività, del tocco e della leggera instabilità e inafferrabilità dell’intonazione. Riuscendo così, a rendere anche una nota o un passaggio scontati più interessanti e ruffiani.
Per lavorare su questa tecnica ci muoveremo in un ambito rock blues e affronteremo una serie di fraseggi che metteranno in gioco tutti gli intervalli di semitono spendibili all’interno dell’area pentatonica. Per farlo sarà necessario integrare la pentatonica con tutta una serie di note e colori addizionali che considereremo blue notes.
Suonando sopra un A7 (A, C#, E, G) partiremo dalla pentatonica blues di A formata da A, C, D, Eb, E. Di questa scala evidenziamo il Eb, quinta bemolle e vera e propria nota blues. Isoliamola su un set di corde ridotto.
Ora integreremo la scala blues con questi intervalli: la 9, il B; la 3, il C#; la 6, il F#.
La scala propria del A7 è il A misolidio che contiene tutte le note dell’accordo: A, B, C#, D, E, F#, G. Penseremo alle note che integriamo alla pentatonica come prese in prestito proprio da questa scala.
La somma della scala blues di partenza con queste note genera la sequenza:
A, B, C, C#, D, E, F#, G ricchissima appunto di passaggi di semitono.
Questo è il primo fraseggio che vi propongo per lavorare su questi bending: nulla di particolarmente impegnativo dal punto di vista tecnico se non proprio per la cura dell’intonazione di questi semitoni che qui ho ovviamente esasperato.
All’interno della partitura ho evidenziato sia la nota di partenza che quella d’arrivo del bending. Curate il tocco, la pronuncia ritmica e il vibrato, che deve essere sempre morbido e a tempo con la pulsazione ritmica del pezzo.