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Godin Session Custom: originalità e tradizione
Godin Session Custom: originalità e tradizione
di [user #12444] - pubblicato il

Le forme della Session Custom possono ricordare quelle della solid body californiana più famosa del mondo, ma lo studiato contouring che smussa il body e il taglio della tastiera Ergocut catapultano la sei-corde Godin dritta nel nuovo millennio, complice anche un'elettronica versatile con tanto di sistema attivo HDR appaiato ai pickup passivi.
Le forme della Session Custom possono ricordare quelle della solid body californiana più famosa del mondo, ma lo studiato contouring che smussa il body e il taglio della tastiera Ergocut catapultano la sei-corde Godin dritta nel nuovo millennio, complice anche un'elettronica versatile con tanto di sistema attivo HDR appaiato ai pickup passivi.

Robert Godin è un innovatore in incognito, un rivoluzionario silenzioso, un po' come Trev Wilkinson. Invece di progettare strumenti radicalmente nuovi e di sperimentare soluzioni meccaniche ed elettroniche inedite o l’uso di materiali alternativi, si è dedicato al perfezionamento della chitarra elettrica e acustica nella sua accezione più tradizionale (e accettata dal pubblico) mediante la risoluzione di problemi di progettazione e di costruzione e l’introduzione di soluzioni innovative, con particolare attenzione alla funzionalità degli strumenti e al rapporto qualità/prezzo.
Godin è anche probabilmente il più grande produttore in proprio di chitarre al mondo (i giganti orientali producono per conto terzi e Fender subappalta gran parte della produzione),  è stato un pioniere della costruzione di strumenti con macchine a controllo numerico, un innovatore nel campo delle verniciature e un precursore nel campo dell’uso di legni alternativi e rinnovabili, anticipando di alcuni anni quelle che sarebbero diventate le scelte di gran parte dei suoi concorrenti. Ciò anche grazie a particolari agevolazioni che in Canada lo Stato concede alla ricerca industriale, come l’accesso agli istituti universitari per la ricerca privata e i premi alle imprese che si fanno promotrici di nuovi brevetti.

La linea di strumenti elettrici di Godin si è notevolmente evoluta negli ultimi anni, con l’introduzione di strumenti più vicini ai più classici modelli Gibson e Fender (sembra che i chitarristi non riescano a fare a meno di una rassicurante rassomiglianza coi classici) senza rinunciare all’originalità che ha sempre caratterizzato il marchio canadese, sia sul piano estetico sia su quello tecnico e funzionale.

Godin Session Custom: originalità e tradizione

La Session Classic fa parte di una serie di modelli di chiara derivazione Fender, caratterizzati da un'elettronica basata principalmente su pickup single coil (con occasionale humbucker splittabile), manico in acero avvitato con tastiera in acero o palissandro, scala di 25,5", paletta  con sei meccaniche su un lato, ponte vibrato. A differenza dei modelli Session, Session Plus e Progression, tutti con doppia spalla mancante asimmetrica e tre pickup, la Custom ha una linea che ricorda una Telecaster; in realtà la spalla superiore è più lunga (una caratteristica Godin, ancor più evidente sui modelli con manico incollato delle serie Core e Icon) per ottenere una maggior superficie di contatto tra manico e corpo (senza ostacolare l’accesso ai tasti più alti, anche grazie al tacco sagomato). La differenza più evidente rispetto al classico design Fender è l’ampia smussatura anteriore e posteriore della parte superiore del corpo.
Il corpo è in tiglio (basswood) canadese, legno più denso e pesante dell’ontano usato da altri costruttori su questo tipo di strumenti. Ciò conferisce allo strumento, anche da spento, un suono presente e squillante.

L’elettronica si compone di un pickup humbucker al manico, montato su un battipenna in plastica a tre strati che ricorda certi modelli Fender "minori", un single coil Custom Cajun al ponte (una sorta di ibrido Stratocaster/Telecaster con i poli di maggior diametro) avvitato direttamente al corpo, controlli di volume e tono generale con manopole di tipo Telecaster ma dotate di un'utile tacca segna-posizione e un selettore a cinque vie (permette di utilizzare ogni pickup da solo, entrambi in parallelo o la combinazione del pickup al ponte con la sola bobina più esterna dell’humbucker, sia in serie sia in parallelo).
Vicino alla manopola del tono c’è il pulsante che inserisce un circuito attivo comune a molti modelli Godin denominato High Definition Revoicer (HDR), che interviene su alcune frequenze aumentando appunto la definizione e la presenza del suono e che opera in tutte le posizioni del selettore dei pick up. In caso di batteria scarica l'HDR non interferisce con il normale funzionamento della chitarra.
Il ponte è un vibrato tipo Stratocaster moderna, con due piloncini e le selle in acciaio solido, con le consuete regolazioni, ma anche qui c'è una variante Godin, consistente in un dispositivo che permette di stabilire l’area di posizionamento della leva, in modo da tenerla a portata di mano senza esserne impediti.
I bottoni della tracolla sono compatibili con gli agganci di sicurezza Schaller, scelta discutibile visto che questi ultimi non vengono forniti con lo strumento e i bottoni non sono tra i più sicuri da usare da soli. Altra scelta discutibile, ma che riguarda solo l'estetica, è l'utilizzo di pomelli in plastica bianca per il selettore dei pickup e per la leva del tremolo su uno strumento dotato di battipenna e pickup al ponte neri.

Il manico è il tipico avvitato, in acero canadese (hard rock maple) con tastiera in palissandro di notevole spessore (disponibile anche in acero) raggio di curvatura di 12",  e tasti di dimensioni medie. La paletta sembra una versione blanda di quella Fender, priva di di originalità e personalità ma di gran lunga preferibile a quelle che per diversificarsi, per ovvie ragioni di copyright, dalle classiche linee della casa californiana ricorrono a un tripudio di curve, riccioli e volute. Le meccaniche sono sigillate, con marchio Godin e palettina ovale. La corretta angolazione delle prime quattro corde è ottenuta con due abbassacorde cilindrici più funzionali di quelli tradizionali in lamiera stampata.

Godin Session Custom: originalità e tradizione

La Session Custom è comoda da suonare, sia da seduti sia in piedi. La spalla superiore più lunga e le smussature del corpo la rendono più confortevole della maggior parte delle chitarre di ispirazione Telecaster, facendo dimenticare il peso leggermente superiore alla media. La sezione del manico è una C di dimensioni medie, alla quale ci si adatta subito. Il costruttore dà molta enfasi, nella propria pubblicità, a un accorgimento denominato Ergocut: si tratta di un arrotondamento dei bordi della tastiera che conferisce un maggior comfort alla mano sinistra dando la sensazione di suonare uno strumento già rodato. Anche se la soluzione non è poi così originale, ed è adottata senza enfasi da altre aziende, l’effetto voluto è perfettamente raggiunto e l'insieme di manico e tastiera è tra i più confortevoli che mi sia capitato di provare, e fa pensare a uno strumento di ben altro prezzo. Il ponte vibrato non sembra rubare troppo al suono dello strumento (merito del grosso blocco attaccacorde in ottone fresato, ben diverso da quelli sottili in fusione di lega di nonsocosa che si trovano sugli strumenti più economici) e l'uso anche pesante della leva non ha effetti negativi sull'accordatura, il che in assenza di meccaniche bloccanti mi ha stupito non poco, a dimostrazione del fatto che lo strumento è ben assemblato e regolato con cura all'uscita dalla fabbrica.

Sustain e presenza sono le caratteristiche più apparenti del suono della Session Custom da spenta, particolarità che vengono traslate dai pickup all’amplificatore. I pickup hanno un livello di uscita omogeneo, cosa rara nelle chitarre con humbucker e single coil, e ciò fa sì che le combinazioni di pickup siano tutte differenti e perfettamente utilizzabili: siamo in presenza di uno strumento estremamente versatile che pur essendo dotato di una spiccata personalità è in grado di fornire quasi ogni sonorità che ci si possa aspettare da una solid body (il quasi si riferisce al fatto che certe sonorità Les Paul e il suono della Stratocaster nelle posizioni intermedie del selettore dei pickup non sono possibili per evidenti ragioni fisiche).
La somiglianza estetica, peraltro non eccessiva, con la capostipite di casa Fender non deve trarre in inganno: si parte da lì (il pickup al ponte, da solo o combinato in parallelo con una sola bobina di quello al manico - posizione quattro - permette imitazioni credibilissime dell'anziana e tuttora insuperata capostipite) per arrivare in territorio SG, passando per sonorità adatte un po' a tutti i generi musicali da blues e country a pop e fusion, passando per svariate forme di rock più o meno alternativo a esclusione del metal più estremo.
Con il pickup al ponte e la bobina più esterna del pickup al manico in serie, si ottiene un timbro dotato del corpo di un humbucker e dell'attacco di un single coil, con in più una ricchezza armonica quasi impossibile da ottenere con un solo pickup, ma senza quello svuotamento sulle medie frequenze tipico dell'uso di due pickup combinati, mentre la combinazione di humbucker e single coil  in parallelo è puro Keith Richards.

I controlli di tono e volume sono graduali e utilizzabili come spesso non accade in strumenti di questa fascia di prezzo. Il circuito attivo non incrementa il volume come un booster, ma piuttosto sembra evidenziare le frequenze alte e basse operando al contempo un leggero taglio sulle medie, e a mio parere è più utile ed efficace sui suoni puliti. Inserendo l'HDR, il suono si fa più complesso e presente, con un incremento dell'attacco e della ricchezza armonica evidente soprattutto sulle corde avvolte che acquistano una pienezza che definirei "pianistica": in particolare con il selettore in posizione due e l'HDR inserito viene subito l'impulso di lanciarsi in strumentali surf e colonne sonore morriconiane, mentre in posizione quattro (ponte e bobina singola al manico in parallelo) il suono assume una connotazione quasi acustica. Con distorsioni e overdrive l'effetto dell'HDR è meno evidente, mentre si nota il leggero ronzio di fondo (del tutto trascurabile, e praticamente inudibile sui puliti) che il circuito attivo introduce. Tuttavia, anche in situazioni distorte l'uso dell'HDR può essere un ottimo espediente per passare dalla ritmica a un fraseggio a note singole senza alzare il volume o per bucare un mix denso di frequenze medie.

Godin Session Custom: originalità e tradizione

In conclusione, la Session Custom è uno strumento versatile ma dotato di una sua spiccata personalità, che fornisce prestazioni di livello professionale per un prezzo molto interessante in relazione alla qualità e quasi incredibile per uno strumento costruito interamente in America (i componenti, di produzione canadese, vengono assemblati negli Stati Uniti): viene infatti venduta in Italia a un prezzo di listino al pubblico di 849 euro nelle versioni nera lucida e sunburst, mentre la versione con verniciatura opaca Blackburst si rimane sotto gli 800 euro (il listino è consultabile nella sezione Downloads del sito dell'importatore italiano, Music Gallery), prezzo che comprende una custodia imbottita made in Canada di altissima qualità.  È disponibile anche (a 1.145 euro) una versione dotata di pickup esafonico Fishman e del nuovo sistema USB wireless Fishman Triple Play, a conferma dell'interesse di Godin all'applicazione di innovazioni anche radicali su strumenti decisamente tradizionali.
Riguardo al prezzo è opportuno segnalare che, grazie alla nuova convenzione Godin direct Italy, l'importatore italiano Music Gallery (della quale Accordo ha già diffusamente riferito) è in grado di mantenere prezzi concorrenziali, in linea con quelli internazionali e di recapitare al negozio gli strumenti Godin (e degli altri marchi collegati) ordinati nel giro di pochi giorni.

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.
chitarre elettriche custom godin premio accordo-gibson 2013 session
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Godin
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ho avuto due godin in ...
di giuseppe40 [user #18743]
commento del 08/04/2013 ore 10:01:11
ho avuto due godin in passato. chitarre dalla bellissima estetica, rifinite, comode. ma non so, mancava quel "qualcosa" a entrambe..suoni un po' asettici, freddini. In ogni modo delle tastiere e dei manici davvero belli.
Rispondi
Re: ho avuto due godin in ...
di scrapgtr [user #12444]
commento del 08/04/2013 ore 10:29:52
E' la stessa impressione che avevo avuto io anni fa: ad eccezione dell'Acousticaster gli altri modelli che avevo provato mi davano l'idea di strumenti un po' asettici (e anche l'estetica era un po' goffa e troppo "pasticciata") ti assicuro che i nuovi modelli sono tutta un'altra cosa (oltre alla Session dell'articolo ho provato la 5th Avenue sia nella versione acustica, sia nella versione Uptown, semiacustica tipo Gretch con due humbucker e tremolo Bigsby) e mi hanno colpito proprio per la grande personalità.
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Fishman Tripleplay
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 08/04/2013 ore 10:58:20
I chitarristi "modernisti" stanno gridando al miracolo...
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Re: Fishman Tripleplay
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 08/04/2013 ore 14:31:33
C'è anche chi bestemmia, come me che ho acquistato il GR55 (ottimo tra l'altro) solo pochi giorni prima che Fishman annunciasse il Tripleplay!



Davvero belle belle chitarre, comunque, queste Godin. Conto di approfondirne a dovere la conoscenza a SHG Salerno...
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Godin: quasi tutto ottimo...
di Rothko61 [user #32606]
commento del 08/04/2013 ore 11:32:19
Anch'io ho avuto due Godin solid body.
La prima era la fantastica LGXT, top di gamma, con piezo, midi e due Symour Duncan. Maledetto il giorno in cui l'ho venduta.
L'altra era più "da battaglia", una Velocity, che ha un buon rapporto qualità prezzo benché non faccia gridare al miracolo.
La Velocity aveva il sistema HDR (High Definition Revoicer), che a me non è mai piaciuto. Attivandolo i suoni diventavano metallici, poco naturali, quasi da videogioco. Non so perché la Godin continui a proporre questo aggeggio, spacciandolo per un dispositivo magico che trasformerebbe in attivi i pickups passivi. Non è così. Consiglio a chi desidera pickup attivi di rivolgersi ad altri ben noti produttori.
Di Godin ora mi è rimasta solo la mitica Multiac ACS SA con corde in nylon. Insostituibile.
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Re: Godin: quasi tutto ottimo...
di scrapgtr [user #12444]
commento del 08/04/2013 ore 12:33:04
Sull'HDR ribadisco le mie impressioni: ottimo sui puliti, sui distorti probabilmente utile solo in situazioni in cui la presenza serve più di un buon timbro (non so se mi spiego). La Velocity se non sbaglio è una superstrat destinata ad un uso prevalentemente high gain, e dunque posso capire le tue perplessità. Quanto alla trovata del marketing Godin di spacciare l'HDR per qualcosa che trasforma i pick up passivi in attivi, effettivamente lascia perplesso anche me: un pick up "attivo" non è altro che un pick up passivo fatto per assere usato esclusivamente con un circuito attivo di preamplificazione/equalizzazione incorporato (insomma qualcosa che senza preamplificazione non funziona o funziona male) e per quasi tutti è quasi sinonimo di EMG, con tutti i pro e i contro del caso;i pick up usati da Godin sono normali pick up passivi abbinati ad un circuito attivo (l'HDR appunto) che è una cosa ben diversa. Dire che l'HDR trasforma i pick up passivi in attivi rischia di indurre il pubblico ad aspettarsi prestazioni da EMG, il che non è vero, ed a far scappare a gambe levate i "puristi" dei pick up passivi che sospettano chissà quali diavolerie tecnologiche che alla stragrande maggioranza dei chitarristi non piacciono, mentre i pick up montati da Godin non sono altro che degli ottimi pick up passivi in grado di fare egregiamente il proprio lavoro (alcuni modelli usano Duncan o addirittura Lollar) senza necessità di circuitazione attiva. In realtà la comunicazione di Godin è sempre un po' enfatica (vedi anche Ergocut), e mentre alcune loro soluzioni sono realmente innovative (basti pensare ad Acousticaster, Multiac e simili, ma anche alla integrale riprogettazione delle tradizonali archtop nella linea 5th Avenue), altre, pubblicizzate con uguale enfasi, suscitano una reazione di tipo "tutto qui?". Bisogna comunque considerare che aggiunte come l'HDR influiscono in misura limitatissimo sul prezzo dello strumento e si possono escludere integralmente, per cui nulla sottraggono all'appetibilità dello strumento stesso.
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Giù le mani!!
di nicolapax [user #27042]
commento del 08/04/2013 ore 15:14:02
Sfido a singolar tenzone (ovviamente ritrovo con testimoni all'alba dietro il convento degli agostiniani), chiunque osi parlare male delle Godin e delle sue sorelle!
Felice possessore di una multiac nylon da 20 anni e di una S&P Pro Rosewood da 18, ho avuto una radiator davvero divertente e prima o poi una 5th Avenue sarà mia.
Ma dove la trovate una chitarra occidentale così bella (la blackburst è da urlo) e che suoni così bene (perchè ragazzi: suonare... suonano non ci sono caxxi), a meno di 800 neuri???
Rispondi
Re: Giù le mani!!
di plastic [user #5227]
commento del 08/04/2013 ore 17:11:5
io ce l'ho ancora la radiator!!! prima chitarra comprata 15 anni fa con uno dei primi stipendi!!
e resterà sempre con me!! grande frandissimo manico comodissimo...

ciao

Plastic
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Re: Giù le mani!!
di scrapgtr [user #12444]
commento del 08/04/2013 ore 18:34:
Abbiamo gli stessi gusti: radiator, 5th Avenue... fra poco spero arrivi in Italia la Richmond Empire: una chitarrina semplice semplice cattiva cattiva con un humbucker al ponte e il single coil della Radiator al manico. Il mio sogno per un uso esclusivamente col bottleneck (almeno sulla carta, vanno sempre provate). Concordo sul Blackburst, finitura originale, bella e anche economica (c'è un risparmio notevole rispetto alle versioni lucide). Quindi, se ti serve un secondo (ho anni di scherma alle spalle e un ex convento degli agostiniani vicino a casa)...
Rispondi
Io non ho mai capito ...
di Sykk [user #21196]
commento del 08/04/2013 ore 17:03:06
Io non ho mai capito questa configurazione di pickup... farei il contrario, ma ci sono fior di chitarristi che la usano.. bo?

EDIT: la chitarra comunque è bellissima e la forma del battipenna mi piace anche più di quello classico Tele
Rispondi
Re: Io non ho mai capito ...
di scrapgtr [user #12444]
commento del 08/04/2013 ore 18:38:59
tutto dipende dalla potenza dell'humbucker: in questo caso, come in quello della tele con mini humbucker Duncan e delle vere tele custom degli anni '70 il livello di uscita dei due pick up è estremamente bilanciato.
Rispondi
Re: Io non ho mai capito ...
di Sykk [user #21196]
commento del 08/04/2013 ore 19:03:45
no, mi riferivo proprio al timbro, preferirei il singolo al manico e l'H al ponte
Rispondi
Molto bella, la configurazione single ...
di poseidon [user #30697]
commento del 08/04/2013 ore 19:28:2
Molto bella. La configurazione single a ponte e doppia bobina al manico mi piace. Anche il prezzo è interessante.
Rispondi
viva Godin!
di tormaks [user #26740]
commento del 11/04/2013 ore 07:18:3
ebbene sono un felice possessore di una velocity, va benissimo ed avendola comprata usata credo sia stata rimaneggiata oltreoceano oppure è un modello particolare: ha la tastiera in acero occhiolinato, un dimarzio evolution al ponte ed io, non pago , ci ho infilato un seymour duncan minihumbucker al manico.
Praticamente potrei suonarci qualsiasi genere....se ne fossi capace......
bye bye
maks
Rispondi
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