VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE
Testata per basso FBT: il mio primo circuito
Testata per basso FBT: il mio primo circuito
di [user #16055] - pubblicato il

I primi lavori di un appassionato di elettronica e amplificazione passano spesso per le modifiche di apparecchiature pre-esistenti. Un vecchio FBT a stato solido poteva fornire molti spunti per la personalizzazione anche più estrema, con l'aggiunta di equalizzazioni versatili e utili feature, come una presa per l'alimentazione dei pedali proveniente direttamente dalla testata.
I primi lavori di un appassionato di elettronica e amplificazione passano spesso per le modifiche di apparecchiature pre-esistenti. Un vecchio FBT a stato solido poteva fornire molti spunti per la personalizzazione anche più estrema, con l'aggiunta di equalizzazioni versatili e utili feature, come una presa per l'alimentazione dei pedali proveniente direttamente dalla testata.

Poiché gli amici bassisti hanno poche occasioni di leggere un articolo riguardante il loro strumento, ho pensato di raccontare la mia esperienza di strimpellatore di quattro corde dilettante.
Cominciai a dodici anni con lo studio della chitarra classica, ma vista la lentezza degli insegnamenti, dopo un anno presi alcune lezioni da un insegnante privato, solo per alcuni mesi, a causa di sopraggiunte difficoltà finanziarie familiari.
Desideravo suonare con un gruppo e, quando ne ebbi la possibilità, formai con alcuni amici un complesso, come si usava chiamarli all’epoca, suonando una semiacustica Zerosette, prima di passare al basso, poiché superato da mio fratello Emanuele.
Lui aveva iniziato a dieci anni, con lo studio del pianoforte, nella stessa scuola da me frequentata e nello stesso anno e già era molto più dotato musicalmente di me, tant’è che continua a suonare ancora oggi.
Era l'inizio degli anni '80, io ne avevo circa sedici e cominciavo a sperimentare l’uso del plettro e poi le altre tecniche, su alcuni bassi costruiti per hobby da mio padre, con cui mi sono divertito molto.

Testata per basso FBT: il mio primo circuito

All’epoca ho avuto tre bassi di cui due fretted e un fretless con una costruzione molto particolare e di cui ho parlato in un vecchio articolo. Dal primo con un semplice selettore a tre posizioni e due controlli di volume e tono, ero passato a circuiti più complessi con selettore di fuori-fase e splittaggio delle bobine per ottenere maggiori sonorità.
Per amplificarli usavo uno stack per basso FBT, comprato da mio padre per testare i suoi strumenti e i pickup che progettava. Era composto di una testata, in cui era racchiuso il solo preamplificatore bicanale a transistor, e un cabinet su cui erano installati tre speaker da quindici pollici e il finale di potenza da ben 160 watt, sempre a transistor.

Testata per basso FBT: il mio primo circuito

Non ero molto soddisfatto del suono prodotto, troppo chiuso per i miei gusti e poco malleabile, pur con la presenza del doppio canale. Decisi quindi di mettere le mani sulla parte di preamplificazione, riprogettandola ex-novo, per ampliarne le possibilità timbriche. La scelta ricadde su una circuitazione a stato solido monocanale, un solo ingresso, ma con svariati controlli timbrici.

Testata per basso FBT: il mio primo circuito

All’unico controllo di Volume per mantenere la timbrica esclusivamente pulita si contrapponevano i tre controlli classici di tono Bass, Middle e Treble di tipo passivo, per dosare opportunamente le varie frequenze, preceduti però da due selettori a scatti a cinque posizioni, per ridurre o incrementare le basse frequenze dei quaranta Hz di svariati dB (-15, -7.5, 0, +7.5, +15) e nella stessa quantità le alte frequenze tarate a quattro KHz. A completare il tutto, avevo inserito un equalizzatore grafico a sei bande, escludibile, con frequenze comprese tra 60 e 2.000Hz. Per alimentare gli effetti a pedale, era prevista un’uscita da cui prelevavo la bassa tensione del preamplificatore, risparmiando quindi su batterie e alimentatori esterni.
In epoca pre-computer e pre-internet, avevo disegnato a mano su un cartoncino bianco le relative scritte dei comandi, poi ricoperto da una plastica trasparente.

Il suono era ciò che desideravo, impostavo i due controlli attivi a quaranta Hz e quattro KHz per la prima grossolana equalizzazione, che poi rifinivo con i tre controlli di tono. Per alcuni brani con altre tecniche, davo una diversa equalizzazione usando le sei bande, che richiamavo manualmente con un semplice selettore a levetta.
Da quello che mi ricordo di questo preamplificatore, di cui non possiedo nemmeno una foto, lo dovetti riparare una sola volta, sull’alimentazione, in occasione di un corto circuito di un pedale, mentre il finale di potenza, essendo posto sul fondo del cabinet, si ruppe in occasione dell’allagamento della sala prove, a seguito della rottura di un tubo idraulico.
Tra i difetti ricordo solamente un fruscio abbastanza marcato, quando selezionavo il selettore degli acuti al massimo della sua esaltazione, mentre il primitivo hum, prodotto dall’alimentazione, fu risolto ruotando il trasformatore posto tra lo chassis metallico e il box in multistrato.
Ero entusiasta della realizzazione e lo usai per alcuni anni, prima che mio fratello lo portasse in un’altra sala prove per collegarci delle tastiere. Da allora non ne entrai più in possesso e ne persi le tracce.
Dopo la pausa dovuta al servizio militare e all’ultima esibizione datata 1987 in una piazza della mia città con un basso Gibson Ripper collegato a un amplificatore di un altro gruppo, ripresi a suonare nel 1989 in alcuni locali della zona prima con lo stesso Ripper poi con un leggerissimo Hohner, collegandoli a un compressore per basso e amplificandolo con l’impianto voce che usavamo all’epoca fino al 1994, quando smisi completamente.

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.
amplificatori elettronica fbt
Nascondi commenti     4
Loggati per commentare

Grandi idee...
di invioinvio [user #30752]
commento del 21/04/2013 ore 08:29:52
...bravo, tecnicamente nulla da eccepire (...non ne sarei capace!) mi piace l'idea della "corrente" per i pedali! ed un consiglio...riprendi a suonare! ps....ho un marshal combo valvestate 8080...una presa line out che non mi serve...si potrebbe trasformare in una alimentazione dei pedali proveniente direttamente dalla testata? ps2.è facile sostituire i potenziometri? grazie e buona domenica!
Rispondi
Re: Grandi idee...
di TidalRace [user #16055]
commento del 25/04/2013 ore 20:18:07
Scusa per il ritardo nella risposta, ma ho avuto alcuni problemi con il pc.
Grazie per l'incoraggiamento nel riprendere a suonare, che io intendo in sede live, a casa una strimpellata con le mie elettriche o la mia acustica ogni tanto la faccio.
Per quanto riguarda il tuo quesito, non ti conviene modificare un ampli Marshall per quella modifica, la mia realizzazione era inglobata nel progetto e quindi con il calcolo dell'assorbimento di corrente compreso e opportuno alimentatore. Nel tuo caso non avresti alcun vantaggio e in caso di guasto dovresti smontare l'amplificatore. I potenziometri sono da sostituire se rotti, altrimenti se ossidati basta un po' di movimento rotatorio e al limite un po' di lubrificante per contatti elettrici.
La loro sostituzione è semplice in caso di montaggio sul pannello, molto più complicata se sono montati su scheda pcb (circuito stampato). Un saluto.
Rispondi
Re: Grandi idee...
di invioinvio [user #30752]
commento del 25/04/2013 ore 21:58:24
Ok messaggio recepito! Per quanto riguarda i potenziometri non mi è chiara una cosa...se sono ROTTI non funzionano proprio? A me capita che a volte "sparisce il suono" e mi tocca TOCCARLI (sono il Volume del canale distorto e il Volume Master)per far tornare la voce all'ampli...qualche consiglio per favore ;-) Ciao e scusa il disturbo!
Rispondi
Re: Grandi idee...
di TidalRace [user #16055]
commento del 26/04/2013 ore 17:17:48
E' probabile che non siano guasti, ma probabilmente sono saltate più saldature sui contatti elettrici dei potenziometri e quindi spostandoli leggermente ripristini momentaneamente il funzionamento.
Purtroppo è frequente in questo tipo d'ampli che non accettano forti sollecitazioni sulla manopola. Ti consiglio di farlo vedere a un bravo tecnico, che ripristinerà tutte le saldature andate o fredde, dei potenziometri e dei jack d'ingresso e d'uscita.
Rispondi
Altro da leggere
70 watt non ti bastano? Arriva a 100 watt!
Ambrosi-Amps: storia di un super-solid-state mai nato
Il sarcofago maledetto (e valvolare) di Dave Jones
L’overdrive trasparente è un malinteso: la teoria di Brian Wampler
Chitarra o amplificatore? Dove vale la pena spendere di più?
100-140 watt solid state in stereo: un vecchio ampli nel cassetto
Articoli più letti
Seguici anche su:
Scrivono i lettori
Serve davvero cambiare qualcosa?
70 watt non ti bastano? Arriva a 100 watt!
Manuale di sopravvivenza digitale
Hotone Omni AC: quel plus per la chitarra acustica
Charvel Pro-Mod DK24 HSH 2PT CM Mahogany Natural
Pedaliere digitali con pedali analogici: perché no?!
Sonicake Matribox: non solo un giochino per chi inizia
Ambrosi-Amps: storia di un super-solid-state mai nato
Il sarcofago maledetto (e valvolare) di Dave Jones
Neural DSP Quad Cortex: troppo per quello che faccio?




Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964