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Un volo di qualche secondo
Un volo di qualche secondo
di [user #37105] - pubblicato il

Pensieri e attimi rubati dalle vite di W, D e T. Tre storie parallele, ma in tempi e luoghi lontani, portano tre chitarristi a ricordare sempre che la musica è "un volo di qualche secondo, per cui vale la pena vivere".
Pensieri e attimi rubati dalle vite di W, D e T. Tre storie parallele, ma in tempi e luoghi lontani, portano tre chitarristi a ricordare sempre che la musica è "un volo di qualche secondo, per cui vale la pena vivere".

W è nero e povero, ha quattro anni e ha appena perso la madre.

La casa di D non ha muri e per tetto ha il cielo. D è nato ovunque, e va ovunque, ovunque è casa, ha tutto ovunque, ma la musica è solo a Parigi.

T si dà da fare. T va a scuola, gli piace la boxe e tira forte, T lavora in fabbrica anche se è un ragazzino e basta, e va matto, matto per gli Shadows.

"Che stai facendo con quella scatola di sigari?" chiede il vecchio rincoglionito della drogheria all'angolo, e W allora risponde, e dice "ci faccio la mia chitarra, la migliore del mondo, ci faccio", e il vecchio allora ride di gusto "ahah" fa "ahah, questa è buona", ma W lo fa sul serio, anche se vi riesce difficile crederlo, vi riesce difficile credere che W, a cinque anni, si fa una chitarra con la scatola di sigari. Chissà poi dove l'ha presa, quella cazzo di scatola.

Come ballano le ragazze attorno a D, lo fanno solo certe forze attorno a un centro, o l'arancio e il rosso e il giallo dentro gli ottocento gradi della fiamma, stanotte, in un covo di zingari dell'est, accampati come sporcizia ai bordi di Parigi, D fa il diavolo sul manico del banjo.

T è mica male con la chitarra, questi mancini se la cavano e lo fanno strano, fanno tutto strano, non è come i destri. Tecnicamente voglio dire non è niente di speciale, ma T ha come del genio, è come se vedi il mondo sottosopra quando lo senti suonare, come se vedi i cinesi camminare a testa in giù, dall'altra parte del mondo.

Un volo di qualche secondo

Certi uomini si risposano, se gli muore la moglie. E così anche il padre di W si è risposato, ma ragazzi, non ce n'era una meglio? E lei dice "tu! tu sei un fallito! e tuo figlio è come te! che mi guardi ragazzino eh?" dice lei "che cazzo mi guardi!" dice ancora. Ora gli insegna lei, al ragazzino, e via, acido solforico negli occhi. Così W impara a sette anni che l'acido solforico, negli occhi, ti fa diventare cieco per sempre. Pure se sei capace di farti la migliore chitarra del mondo con una scatola di sigari.

La casa di D, in realtà, i muri ce li ha. Ha anche le ruote. In pratica è una sorta di... è come una diciamo che... è cioè una roulotte. Cioè, è una roulotte. Avete idea di quanto ci mette una roulotte a incendiarsi completamente? Pochissimo. Avete idea di quante siano le probabilità di sopravvivere, se ci sei dentro mentre va in fiamme? Pochissime. Però tranquilli, perché D ne è uscito vivo, dalla roulotte in fiamme. Solo che beh, signori, la cosa è che vostro figlio ora non muove benissimo una gamba, e c'è un problemino con le dita.
"Che mano è? Dunque, ah sì, la sinistra. Fortunato il ragazzo, pensa se capitava all'altra mano! oh sarà mica mancino? Ahah, allora vedete che è una fortuna, e poi sono solo due dita, due su cinque non è male!" Ma vede dottore, a D piace suonare il banjo e senza due dita io non so se"
"signora, signora, lei non capisce, poteva rimanerci secco il ragazzo! ringrazi, che va bene così. Va bene così."

"Hai sentito che, eh che roba, ma niente, è andata che era in fabbrica a lavorare sulle lastre d'acciaio, è sfuggita la pressa e via, gliele ha staccate di netto, via le falangi, che roba, povero T, sì sì, via le falangi, pensa che ci provano da un mese a riattaccargliele, ma niente, sta ancora in ospedale, credo che quei pezzetti di dita se li è giocati. Peccato però, suonava alla grande."

"Dai carina, vestiti bene stasera, ti porto a sentire la musica del cieco, che non conosci il cieco? Ah è un fenomeno da baraccone, ragazza, ha una voce che ti scioglie, e ti trema, sorella mia, ci sentirai Dio stanotte, Dio che chiude gli occhi e suona, poi quella voce, come dice, aspetta, dice una cosa sulla terra, la terra fredda, e la notte scura, mi pare una cosa così, quello è Dio e Gesù, te lo giuro, tu vestiti bene, che io ce li ho gli occhi per vederti, non come il vecchio W, suona da Dio ma ci vede più scuro dei tuoi capelli, cara mia."

Tra cinque minuti in scena, e D prende la chitarra con la mano anchilosata a metà, si siede sulla sedia alta dietro il sipario ancora calato, gli altri musicisti lo circondano in silenzio, temono la sua pignoleria, ammirano la precisione, il suo strumento è sempre perfettamente accordato. Si alza il sipario, D va in scena ancora una volta, che poi la gente non si accorge, ma sul manico lui usa solo due dita, e se chiudi gli occhi sembra impossibile, ma guarda bene, usa solo due dita, e anche adesso che lo sai, chiudi gli occhi, senti solo jazz, uno dei migliori mai sentiti a Parigi, che manco con due dita in più riusciresti a suonarlo così.

"Senti qua, ti piace?"
"Che fai, mi prendi per il culo? Ti diverti con l'handicappato?"
"No no aspetta T, non andare, senti qua. Senti. È jazz. Quante dita ci senti?"
"Mi mancherà qualche dito, ma la faccia te la rompo lo stesso giuro..."
"Senti qua cazzo, senti qua e calmati. Questo suonava solo con due dita, hai capito? Solo due dita, nella mano sul manico aveva solo due dita! Senti che roba...".
Così T sta ad ascoltare, ascolta, ascolta, sinché attorno non c'è più nessuno, e rimane solo con quella musica a due dita, suonata anni e anni prima da un certo Django Rainhardt, e mentre ascolta si guarda le mani. Poi. Poi gli balena una cosa in testa, un fulmine, che ne so, T vola a casa, raccoglie tutte le confezioni di detersivi Fairy che trova, ne prende i tappi, li scioglie con un accendino e se li lega al dito. Musica a due dita, che cazzo di genio, dice. Poi prende la chitarra per la prima volta dopo l'incidente, e...

Un volo di qualche secondo

Nearby Lie the Remains of the Minister and Musician
Rev. Willie J. Johnson
1897-1945
Dark was the night, cold was the ground

Così è scritto sulla lapide di Blind Willie Johnson, cantante e chitarrista blues, morto di malaria nelle rovine della sua casa bruciata. La sua canzone, "Dark was the night", è stata incisa in un disco d'oro e spedita a perdersi nello spazio con la sonda Voyager, come emblema della solitudine umana.

Un volo di qualche secondo

Django Rainhardt è oggi noto per essere stato uno dei principali chitarristi gipsy jazz. La sua menomazione lo ha costretto a inventare un nuovo metodo di chitarra, e la rullata di scala cromatica, fondamentale tecnica manouche che consiste nell'eseguire una scala cromatica con un solo dito.

Tony Iommi... beh, ascoltate un disco dei Black Sabbath, e poi ne riparliamo.

Un volo di qualche secondo

Il mio batterista dice che quando fai vera musica, è come se voli. E niente ti può dare quella sensazione lì, se non la musica. Credo che intenda un volo vicino a un Dio, se ci credi e ne hai uno, al tuo desiderio, al tuo piacere, alla parte migliore di te che neanche tu sai di avere. Un volo di qualche secondo, per cui vale la pena vivere, che a volte ti salva anche se sei nero, cieco, orfano e povero negli Stati Uniti durante la Grande Depressione, mentre muori di malaria nella tua baracca bruciata, o se perdi le dita, una gamba, se sei uno zingaro girovago, se sei un ragazzino che ascolta rock, se l'amore ti devasta, questo fa, ti salva, con un volo di qualche secondo.
Musica, sempre.

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.

Un volo di qualche secondo
curiosità
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