Una visita a uno dei più rinomati costruttori di amplificatori boutique italiani rende possibile conoscere di persona e confrontare testate dal carattere molto diverso, ma tutte ai massimi livelli dell'arte Masotti. Lo Skill, l'M0 Overdrive e il Mate sono esattamente questo.
Da tempo dovevo rispedire il Masotti a Farnese per upgrade e alcune modifiche, ma riuscivo a rimandare con mille scuse finché la scorsa settimana, d'accordo con Marco e Lorenzo, ci troviamo e partiamo, destinazione laboratori Masotti.
L'accoglienza di Pierangelo e della stupenda terra e gente è sempre esemplare. Potremmo parlare ore di cibo, musica, città, sport... ma andiamo al sodo: gli ampli!
Abbiamo provato nell'ordine: Skill, M0 Overdrive, Mate.
Skill30w, ma già a due di volume urla da paura. Due canali con l'eq in comune, un bel clean che può diventare un crunch moderno, un distorto con tanto gain che non impasta mai, una presenza e una pienezza inaspettate da un "coso" così piccolo. Il controllo power ammorbidisce e arricchisce il suono del finale, modificando marginalmente il volume. Lo immagino usato per ottenere, una volta settati i volumi con la band, esattamente la croccantezza voluta. Non aspettatevi insomma un controllo per suonare a un filo di volume a casa: è e resta una belva da piccolo palco.
Ascoltarla suonare è una cosa. Suonarla fa salivare. Un ampli (finalmente) senza pulito, ma con un primo canale (crunch) che a due di gain, con una Les Paul, esprime un clean bellissimo, ricco e dinamico, passando a quattro compete con le plexi, oltre entra in territori rock seri senza mai impastare. Il drive è leggermente più moderno, anche con questo è possibile passare dal clean al mean.
Quello che più impressiona nei due canali è la pacca, la percussività della nota. Ha un attacco che stende. La separazione delle note è a livello top, e gli alti pur sempre presenti non disturbano minimamente, sono di una musicalità assoluta. Caratteristiche che sono presenti da 0,1 fino a 2 di master (volume da cameretta la sera e concerto a Wembley).
Qualunque settaggio impostassimo, suonava sempre bene: alti a palla, alti chiusi, gain alto, basso, presenze, feedback... non c'è stato verso di trovare un suono, che sia uno, che non fosse stupendo. Se si vuole il pulito, basta abbassare il volume della chitarra.
Mate
Visto che ci siamo, pròvate sta Mate... e qui la sorpresa.
Il riferimento passa ad ampli tweed style, o JTM se vogliamo. Un pulito che dinamico è dire poco. C'è la percussività della nota, ma il suono è un clean con un breakup più ignorante, old style, che sfuma dopo la percussione. Al momento spiazza perché l'estrema risposta al tocco permette di passare da crunch con tocco autoritario al clean (fenderoso) con tocco dolce. Se nell'accordo una nota viene plettrata più forte, la mate lo segnala immediata. È ignorante e richiede autorevolezza. Questo finché Pier dice "vedi un po d'alzà el gain... mo te metto un TS...".
Alzando il gain, prima sorpresa: sembra di suonare un ampli vintage a manetta, ma le basse non sbracano mai. Non scoreggia, bassi super tosti, ha tutti i pregi del vintage, senza nessun difetto. Se poi ci si aggiunge un TS9, allora il riferimento è Led Zeppelin.
Una macchina del tempo, una sensazione sotto le dita assolutamente inedita e inattesa, da parte mia, da Masotti. Non c'è la croccantezza dei plexi, qui c'è una magnifica ignoranza irriverente che il chitarrista deve domare.
Perché, uno si chiede, perché non posso tutti e tre?