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Jazzist51 - Quand'è il batterista a comporre
Jazzist51 - Quand'è il batterista a comporre
di [user #16140] - pubblicato il

Sempre più il batterista sta abbandonando il semplice (se così lo si può descrivere) definire la linea ritmica in un brano a favore di un ruolo più attivo nella composizione dello stesso. Dai grandi nomi del batterismo mondiale, a chi vuole iniziare a far conoscere la propria arte con un lavoro studiato meticolosamente in tutte le sue componenti. Se poi a tirare le redini di tutto questo c'è un Accordiano (Rosario Abramo) che assolda perdipiù Gianni Rojatti alla chitarra, beh la cosa si fa ancora più interessante.
Sempre più il batterista sta abbandonando il semplice (se così lo si può descrivere) definire la linea ritmica in un brano a favore di un ruolo più attivo nella composizione dello stesso. Dai grandi nomi del batterismo mondiale, a chi vuole iniziare a far conoscere la propria arte con un lavoro studiato meticolosamente in tutte le sue componenti. Se poi a tirare le redini di tutto questo c'è un Accordiano (Rosario Abramo) che assolda perdipiù Gianni Rojatti alla chitarra, beh la cosa si fa ancora più interessante.

Jazzist51 è un disco che se ne frega altamente delle tendenze, ma punta dritto alla qualità e al gusto. Gusto che traspare dalla scelta degli artisti coinvolti, dalle sonorità e dallo stile compositivo molto oculato e mai pesante. Per l'occasione Rosario ha assoldato come fonico Alberto Armellini, alla chitarra Gianni Rojatti, Abramo Satoshi ai fiati ed Enzo Apicella al basso.

Diversamente da moltissimi altri lavori realizzati da batteristi, la batteria non risulta la "primadonna", ma un elemento ben amalgamato, capace di lasciare il dovuto respiro agli altri strumenti e di prendere il proprio spazio senza annoiare.
Jazzist51 è un album di fusion nel senso più articolato e completo del termine. Nelle composizioni di Rosario convivono progressive, jazz, blues e aperture che sconfinano nell’hard rock. Ogni brano presenta strutture complesse, elaborate in ragionatissimi cambi di atmosfera e di stile.

La chitarra di Gianni Rojatti - in splendida forma - su ogni brano compie un lavoro ciclopico spaziando dalla dimensione ritmica a quella solistica e mettendo in gioco la più variegata ampiezza stilistica e di sonorità.

Abbiamo approfittato del fatto che Rosario sia un Accordiano e che abbia coinvolto Gianni per rivolgere a lui e ad Alberto Armellini qualche domanda con lo scopo di toglierci qualche curiosità sulla realizzazione di Jazist51. Per quanto riguarda Gianni, ci faremo raccontare qualche cosa in più sulle chitarre e descriveremo la strumentazione da lui utilizzata in un articolo apposito.

Gabriele Bianco: Cosa ha spinto un batterista alla scrittura e realizzazione di un intero disco?
Rosario Abramo:
Credo non sia una novità che un batterista realizzi un disco. Il batterista è un musicista e i musicisti fanno la musica e di conseguenza dischi. mi rifaccio a illustri precedenti, ma ce ne sono tanti altri anche nell’attualità: Tony Williams con i Lifetime già dal 1964 e prima ancora Gene Krupa, Buddy Rich oppure negli anni '70 , più vicino alle mie ispirazioni, Billy Cobham.

GB: Ci descrivi la produzione di questo disco dalla fase di scrittura alla produzione vera e propria?
RA:
Descriverla tutta è un po' lunga: Il brano Islamhad, per esempio è stata scritta nel 1998. Premetto che ho iniziato una personale ricerca musicale già dal 1993 con l’obbiettivo raggiunto di
realizzare un disco che identificasse la mia personalità e il mio gusto musicale, di per se abbastanza variegato.
Nel merito, così come ho indicato in uno dei promo del CD, gli ultimi sette anni sono stati fondamentali per la mia crescita musicale sia come batterista che come compositore.

Jazzist51 si è concretizzato, così come lo ascoltiamo durante il 2013, anno nel quale ho ritenuto di avere elementi sufficienti e idee per chiudere il progetto. L’aver incontrato persone valide come Alberto "Magic" Armellini prodigioso tecnico del suono che a sua volta mi ha permesso di conoscere Gianni Rojatti (visto che in quel momento, siamo nell’aprile 2013, non avevo un chitarrista adeguato con cui completare la line-up dei musicisti necessario alle mie esigenze), ha dato una forte accelerata a tutta la cosa. Da li è partito tutto e in pochi mesi siamo passati alla fase pratica, registrazioni mixing e mastering.

Jazzist51 - Quand'è il batterista a comporre

GB: Da batterista, hai pensato alla batteria all'interno del disco come strumento centrale o ogni strumento coinvolto ha il giusto spazio?
RA:
Definisco me stesso un compositore più che un batterista. No, quando scrivo valuto l’idea e stabilisco le priorità, tratto la batteria come qualsiasi altro strumento.

GB: Ci presenti i musicisti che hai coinvolto?
RA:
E’ mia regola di vita, che vale anche per la musica, di collaborare con persone più esperte di me, più capaci, per poter attingere nuovi elementi e imparar meglio le cose che già faccio.
In questo frangente ho avuto il privilegio che musicisti di grande calibro nonché compositori come Gianni Rojatti, Abramo Satoshi (che è mio fratello) ed Enzo Apicella accettassero di partecipare al
mio primo progetto PFP (Prog-Fusion Project) e questo ha elevato di molto il livello del CD.

Tutti musicisti preparati e dal gusto sopraffino che hanno portato ben oltre i confini italiani il loro nome e le loro collaborazioni. Mi auguro di potermi ancora avvalere degli stessi per futuri progetti.

GB: Il materiale di questo disco è stilisticamente molto variegato e le parti e l’arrangiamento sono davvero complesse. Come hai aiutato i musicisti che hai coinvolto a prepararsi per le registrazioni?
RA:
Partiture e demo progressive. Credo di aver prodotto circa una ventina di varie demo nelle varie fasi da quella illustrativa dei brani che ho realizzato nel mio home studio a Udine tramite Logic fino a quelle delle registrazioni in progresso degli strumenti. Riconosco che avendo metà dei musicisti all’estero (Apicella in Spagna, Satoshi soggiorna spesso in Francia) dialogare con loro non è stata cosa facile.

Jazzist51 - Quand'è il batterista a comporre

Genericamente questo progetto è stato fatto utilizzando tutti i canali Web di comunicazione disponibili, Facebook e Skype per le indicazioni verbali e scritte mentre per lo scambio dei materiali audio abbiamo utilizzato principalmente WeTransfer o Google Drive. Questa cosa non ha influito negativamente sul risultato finale del disco.



GB: Hai consegnato la tua musica ai musicisti perfettamente finita, arrangiata e impacchettata. Com’è stato risentirla suonata da strumenti veri? Credi che inevitabilmente nel passaggio alcune parti siano cambiate, almeno nell’intenzione… Che margine di libertà ai lasciato ai musicisti coinvolti?
RA:
Allora, i brani Islamhad e Jethro sono stati da me composti e scritti interamente su una partitura che i musicisti, dall’alto della loro esperienza, hanno eseguito e interpretato in maniera magistrale.
Su Jazzist51 e Atlas Sphere, ho lasciato libertà a Gianni e Satoshi di sviluppare i loro soli in piena autonomia ed è stata una scelta azzeccata, visto il risultato finale. Da sottolineare su Jazzist51 l’arrangiamento di fiati sviluppato da Satoshi sul tema da me scritto. Tra l’altro, sempre lo stesso musicista, mi ha suggerito una variante Acid Jazz molto ben riuscita nel proprio spazio solista che ha creato qualcosa di nuovo e interessante che prima mancava nel brano. Devo anche mettere l’accento sull’esecuzione chitarristica di Gianni sul brano Islamhad. Grande scelta di suoni, grande gusto, coronata da una piccola parte solista, da lui sviluppata su mia indicazione, intrecciando vari suoni di chitarra quasi a voler ricreare un dialogo tra i vari suoni su un atmosfera ricca di enfasi orientale.

Di Enzo non aggiungo nulla perché sarebbe superfluo. Professionista a tutto tondo. mi è bastato passare demo e partitura, poche indicazioni e il pezzo arrivava perfetto in tutte le sue parti. La realtà è che se hai grandi musicisti fai tutta la musica che vuoi, io li ho avuti!

GB: Una delle voci più forti di questo disco è la chitarra che da brano a brano passa attraverso svariati registri e suoni. Che indicazioni hai dato a Gianni sui suoni e sulle esecuzioni?
RA:
Gli ho detto soltanto quello che desideravo da brano a brano affidandomi alla sua maestria e al suo buon gusto, questo è valso anche per gli altri musicisti. Non è stato necessario dire molto, ci siamo capiti subito e quello che Gianni e gli altri musicisti hanno sviluppato, mi ha soddisfatto appieno!

Jazzist51 - Quand'è il batterista a comporre

GB: Ora che il tuo lavoro ha visto finalmente la luce, qual'è stata la risposta sui vari store nei quali hai deciso di venderlo?
RA:
Non avendo una casa discografica alle spalle e quindi un adeguato circuito di pubblicità e diffusione e più di tutto, non facendo, in questo frangente, concerti live, avevo previsto una risposta non di quantità alla mia proposta musicale. Essendo il mio un prodotto di non facile ascolto, ho scelto, tramite i miei canali Facebook, MySpace e SoundCloud, ma anche attraverso il sito del distributore CDbaby, di consentire l’ascolto integrale dei brani.

La mia scelta privilegia, in questa fase, la divulgazione della mia musica e del mio essere compositore più che di una vendita fine a se stessa.

GB: Alla luce di quanto fatto, credi che in futuro ci possa essere un secondo disco?
RA: 
Ho già sviluppato otto nuove idee per il secondo progetto PFP oltre che il titolo. La linea sarà pressoché la stessa del primo, energia e stili variegati inserendo frangenti diversi come drum&bass, R&B.

Mi auguro di avere con me lo zoccolo duro dei musicisti che hanno realizzato Jazzist51!



Grazie alla disponibilità di Alberto Armellini, abbiamo curiosato anche nel suo operato proponendogli qualche domanda.

Gabriele Bianco: Tutti i brani di questo disco presentano arrangiamenti molto complessi e una quantità incredibile di tracce. Quali sono state le difficoltà principali nel mix?
Alberto Armellini:
Come programma principale utilizzo Cubase, quindi non ho limiti di numeri dal punto di vista del PC, anche se effettivamente questo progetto ha utilizzato un numero di canali superiore alla media.

Ovviamente questo porta qualche problema a livello di mix, non è facile trovare il suono giusto, far ascoltare un centinaio di tracce.

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GB: Come ti orienti quando devi gestire quantità così grandi di tracce?
AA:
Cerco di capire dall’arrangiamento, da eventuali provini - che in questo caso avevo - quale è lo strumento che in un determinato momento deve prevalere. Quindi privilegio, in momenti diversi del brano, strumenti diversi. Inoltre tolgo con gli equalizzatori le frequenze non indispensabili per quello strumento, in modo che ognuno abbia il giusto spazio. Per risolvere il sovraffollamento mi aiuto anche con un'abitudine controcorrente riguardo la finalizzazione del mix.
Non separo la parte della masterizzazione. Quando facevo il master in un secondo momento, regolarmente mi veniva la tentazione o la necessità di ritoccare il mix, problema che ho risolto non scindendo le due operazioni. Durante il mix sono sempre accesi sul canale di uscita, con le tarature del caso, un equalizzatore, un enhancer, un simulatore di registratore a nastro, un compressore e un limiter multi banda.

GB: Ti sei occupato anche delle riprese delle batterie? Come le hai microfonate? Che pre hai usato?
AA:
Sono un collezionista di microfoni, ne ho più di 40. Attraverso molti esperimenti, ho scoperto quali sono i miei preferiti, perlomeno come punto di partenza. Anche di Pre ne ho parecchi, dato che non utilizzo il mixer per registrare, ho una raccolta di pre connessi direttamente alle schede audio (MOTU), il mixer lo uso solo per gestire le cuffie dei vari musicisti.

Questo è lo schema (strumento – microfono – pre o channel strip) usato per questo disco:
  • Cassa – Audix d6 – Amek Cib by Neve
  • Rullante sopra – Audix d3 – Avalon 737sp
  • Rullante sotto – Audix d2 – Focusrite Red7
  • Tom1 e tom2 – n. 2 Audix d2 – Drawmer 1969 Mercenary edition
  • FloorTom – Audix d4 – Universal Audio La610
  • Hit-hat e ride – n. 2 Neumann km184 – Gml 8300
  • Piatti destro e sinistro – n. 2 Akg c451 – Avalon 2022
  • Panoramici stereo – n. 2 Neumann tlm 103 – Manley dual mono
  • Mono room – Royer r121 – Api 512c

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GB: I brani erano molto diversi tra loro. Dal jazz canonico, al progressive fino al latin e il rock più duro. Inevitabilmente anche le dinamiche del suonato cambiavano. Hai apportato modifiche a microfoni e pre da brano a brano?
AA:
No, abbiamo passato del tempo, io e Rosario, a tarare batteria, scelta e posizionamento dei microfoni, impostazioni dei pre e dei channel strip, riascolto delle take di prova, ma una volta trovato il suono adatto al suo stile, non abbiamo fatto variazioni per quanto riguarda le registrazioni.

Chiaramente a livello di mix, ci sono parecchie differenze, partendo dal rapporto tra microfoni vicini e lontani, per poi proseguire con tutto il resto: equalizatore, compressore, effetti etc.

GB: Gianni Rojatti ha registrato le chitarre nel suo studio. Le tracce che ti ha consegnato erano già effettate? Come vi siete interfacciati? Ci diceva che per le parti pulite spesso te ne fornisce anche una completamente in diretta.
AA:
Mi capita molto raramente di avere dei chitarristi con le qualità di Jana, attenti sia alla loro esecuzione, sia al loro suono. Per questo motivo chiedo sempre tracce senza effetti, intesi come riverberi e delay e una traccia ripresa con una D.I. connessa prima di ogni altra cosa.

Ma con Gianni non ci sono stati problemi, le sue tracce suonavano già bene senza quasi bisogno di alcun ritocco, al limite un po' "grosse". Tornando al discorso precedente di "spazio" nel mix. Ho quindi fatto aggiustamenti minimi, pochissimo riverbero, qualche delay sui soli, seguendo anche i suoi suggerimenti, praticamente non ho "riamplificato" nulla, contrariamente a quanto faccio con altri chitarristi.

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Alla fine abbiamo fatto qualche ascolto di prova, avendo due solisti del valore di Jana e Satoshi c’è stato qualche dubbio sui rapporti tra fiati e chitarre, forse abbiamo chiuso i mix un po' in fretta, su un disco così continuerei a ritoccare mix e master all’infinito…

Link utili
Rosario Abramo su Accordo
Jazzist51 su SoundCloud
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