Qualche domanda a Virgil Donati in attesa del Drum Camp
di gabriele bianco [user #16140] - pubblicato il 05 giugno 2014 ore 08:00
Tre giorni a stretto contatto con Virgil Donati, questo è quello che potranno vivere i partecipanti all'imminente Drum Camp organizzato a Rovigo. Incuriositi dall'evento e naturalmente dal personaggio, abbiamo rivolto qualche domanda a Virgil per meglio comprendere come sarà strutturato l'evento. Tra le sue risposte, non è mancato qualche suo prezioso consiglio.
Tre giorni a stretto contatto con Virgil Donati, questo è quello che potranno vivere i partecipanti all'imminente Drum Camp organizzato a Rovigo. Incuriositi dall'evento e naturalmente dal personaggio, abbiamo rivolto qualche domanda a Virgil per meglio comprendere come sarà strutturato l'evento. Tra le sue risposte, non è mancato qualche suo prezioso consiglio.
L'evento avrà luogo il 13, 14 e 15 giugno presso l'agriturismo Corte Carezzabella a Rovigo. Ben 15 ore di studio che potranno cambiare la propria percezione di allenamento e pratica alla batteria partendo dai rudimenti, passando ai poliritmi culminando in un workshop sulla registrazione. Il tutto a stretto contatto con Virgil Donati il quale guiderà i partecipanti attraverso il suo metodo di studio.
Gabriele Bianco: Come è nata l'idea di realizzare un Drum Camp di tre giorni in Italia? Virgil Donati: Quando stavo pianificando il clinic tour in Italia, ho pensato che sarebbe stato magnifico riunire in un gruppo degli strudenti con i quali trascorrere insieme del tempo di qualità e concentrarsi sulla batteria e le percussioni per tutti e tre i giorni.
GB: Come sarà strutturato il Drum Camp? VD: Ogni giornata consisterà in una sessione mattutina della durata di due ore nella quale ci si concentrerà nell'espansione della tecnica con le mani, con i piedi e nell'evidenziare la consapevolezza e conoscenza ritmica. Dopo il pranzo, ci sarà un'altra sessione di due ore rivolta alla creatività con suggerimenti su come essere creativi studiando trascrizioni di qualche canzone e come applicare tutto questo a situazioni di recording. L'ultimo giorno, ogni studente avrà la possibilità di registrare una parte di una canzone che riprodurremo e analizzeremo. Nel tardo pomeriggio, ci sarà quello che io chiamo un "Drum Lab" dove si potrà discutere in modo aperto e affrontare tutti i dubbi sollevati dagli studenti.
Tutte le sessioni includeranno materiale cartaceo per gli studenti.
GB: Ci sarà quindi anche un laboratorio sulla registrazione. Quanto credi sia importante per un batterista sapersi destreggiare nel microfonare e registrare il proprio strumento? VD: In realtà il workshop non è tanto sul recording engineering, ma sul suonare e registrarsi. I vantaggi di registrarsi mentre si suona, non devono essere sottovalutati. Ciò che vorrei venisse compreso, è che investire un po' di tempo quotidianamente in questa pratica ripagherà in tantissime aree del proprio playing.
Questo contribuirà a sviluppare la propria attenzione e concentrazione,affinando il proprio senso del tempo e la percezione dello stesso. Fungerà inoltre da richiamo per la consapevolezza delle proprie capacità creative e di tutte le abitudini - magari sbagliate - che possono avere bisogno di un po' di attenzione. Premendo il pulsante "Rec", si tende a sfidare noi stessi e a tirare fuori il nostro meglio chiedendo un livello di impegno, intensità e uno spirito creativo che altrimenti sfuggirebbero nella normale prassi.
GB: Pensi che conoscere bene i rudimenti sia importante per alimentare la creatività o credi che la creatività sia comunque una cosa innata? VD: I rudimenti sono solo un aspetto dei tanti strumenti che dobbiamo sviluppare come musicisti per aiutare a esprimere la propria creatività. Una volta che abbiamo maturato le dovute competenze, possiamo comunicare in modo più efficace le nostre idee e svilupparle in modo alternativo. Penso che tutti noi abbiamo il potenziale per essere creativi. La domanda è: quanto bene possiamo esprimere quel potenziale attraverso la musica e il nostro drumming? E' una bella avventura, una di quelle che consumano l'artista.
GB: Credi che tre giorni intensivi siano sufficienti per impostare un corretto metodo di studio e per creare le basi con le quali andare avanti in modo autonomo? VD: Credo che tre giorni siano sufficienti per influenzare profondamente il modo di percepire lo studio dello strumento. Ogni studente porterà via qualche cosa di importante e di personale da questi giorni. Non posso dire se saranno in grado di andare avanti in modo autonomo senza una guida costante, questo dipende dal livello del singolo studente e dalla sua motivazione personale. Credo però fermamente che saranno tutti ispirati e illuminati.