Infilare il suono di una plexi d'annata in uno stompbox è uno degli obiettivi da sempre inseguiti dai costruttori. Talvolta gli esperimenti vanno oltre e danno vita a un prodotto multicanale, versatile e con diodi di clipping sostituibili come si farebbe con una valvola. È la storia del Silver Big Jack II.
Con la fine degli esami, io e un mio collega universitario abbiamo deciso di aprire una pagina a sfondo chitarristico su Facebook. Con l'aumento dei fan si è aggiunto Silvio, gestore del Purple Haze Custom Shop e costruttore di pedali, che ci ha invitato a provare in quel di Bacoli.
Personalmente, ho avuto la possibilità di provare alcuni suoi pedali gia all'SHG di Napoli, ma diciamo che la location molto "confusionaria" non mi ha permesso un test molto accurato. L' unico che mi era rimasto impresso fu proprio il Big Jack II, quindi convinco il mio collega e partiamo verso Bacoli. Dopo l'accoglienza di Silvio veniamo subito al sodo e cominciamo a vedere il pedale più da vicino.
Si presenta con un design essenziale, dall'aspetto molto robusto e pronto per la guerra, ma qui c'è il gusto estetico personale, quindi per me nulla da segnalare.
Ci sono tre footswitch che controllano l'accensione, il canale hi gain e il booster del volume.
Il cosiddetto "primo canale" ha i controlli di Power, Volume e Tone che permettono di regolare le diverse sfumature di suono. La corsa del potenziometro è precisa, non va mai a vuoto e il suono rimane ben definito anche tenendo il potenziometro power al massimo.
Il volume è invece qualcosa di infinito: testandolo con una Stratocaster e un Orange Tiny Terror, se alziamo il volume rischiamo di distruggere i vetri del locale di Silvio.
Si spazia tra diverse tipologie del suono Marshall. Il pedale rispetta molto la dinamica dell'esecutore. Personalmente mi ricorda molto un JTM 45 come pasta sonora: suono molto rotondo e caldo.
Il "secondo canale" è invece gia più cattivo , si arriva alle sonorità di una plexi senza troppi problemi e, tirando il controllo Hi Gain a manetta, si arriva al livello di un JCM 800. Ha distorsione da vendere, ottimo per generi hard rock e heavy metal, sono rimasto veramente molto compiaciuto.
Il terzo footswitch è un booster di volume con potenziometro annesso. Abbiamo provato fino a metà corsa per evitare di farci denunciare. Il suono però, con l'aumento del volume del boost, non tende a comprimersi e sembra di avere un secondo controllo del volume. Nulla da segnalare, fa egregiamente il suo lavoro.
Abbiamo testato il pedale per circa un'oretta spaziando tra Cream, Iron Maiden, AC/DC, Guns n' Roses e sembra riuscire a soddisfare tutte le richieste di distorsione possibili. Inoltre, un'opzione molto particolare è la possibilità di rimuovere i diodi presenti alla destra del pedale per sostituirli ad altri e variare così la risposta del clipping, quindi chi più ne ha più ne metta alla personalizzazione. Noi abbiamo testato il pedali con i LED rossi, quelli a detta di Silvio più dediti al blues rock.
Dopo questa prova sono rimasto molto stupito che un prodotto nostrano riesca a tenere livelli qualitativi così alti, oltre al fatto di racchiudere tre pedali in un unico chassis risolvendo quindi tutte le richieste del rockettaro più esigente.
Non ho ancora potuto acquistarlo, ma è attualmente tra i miei progetti per la pedaliera e mi sentivo in dovere di farlo conoscere a una fetta di pubblico più ampio.
Vi allego un video del suo costruttore che completa la presentazione.