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Lollar replica i pickup di Raw Power
Lollar replica i pickup di Raw Power
di [user #116] - pubblicato il

Il terzo di Iggy Pop & The Stooges è ricordato come un disco cruciale per il suono del punk rock. James Williamson ha messo la chitarra usata su quel disco a disposizione di Jason Lollar, che ne ha replicato nei minimi dettagli gli humbucker per i nuovi Raw Power.
James Williamson, storico chitarrista considerato tra i padri del punk rock, nel lontano 2009 si è presentato alla porta di Jason Lollar con in mano la sua vecchia Les Paul per chiedere al liutaio se fosse possibile copiarne i pickup. Ebbene, Lollar l'ha fatto e, a sei anni di distanza, ne sono venuti fuori i Raw Power, due humbucker rigorosamente con plastiche a vista che prendono il nome dell'album più famoso su cui ha suonato la chitarra che li ospitava.


Jason ha studiato e replicato fedelmente i pickup della chitarra usata da James Williamson su Raw Power degli Stooges, non limitandosi solo ai valori d'impedenza, ma imitandone misure e materiali nel dettaglio. Raw Power, terzo per il gruppo, non è stato il disco con cui la band di Iggy Pop ha sfondato, ma quel sound grezzo e duro ha delineato il garage e il punk a venire, e la sua importanza storica è indiscussa.

Quelli montati sulla Gibson di James sono dei T Top di fine anni '60. Si tratta degli humbucker prodotti da Gibson dopo i PAF e ai Patented che li hanno rimpiazzato, e si distinguono dagli standard precedenti per un suono sì di stampo vintage, ma con maggior aggressività e in generale più aperto e arioso sugli acuti.

Lollar replica i pickup di Raw Power

I pickup si basano su magneti alnico 5, misurano 8,1K e 7,9K rispettivamente per manico e ponte e sono già disponibili sul sito ufficiale Lollar a questo link per 175 dollari l'uno.
lollar pickup raw power
Link utili
Raw Power sul sito Lollar
Raw Power su Wikipedia
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di coldshot [user #15902]
commento del 26/09/2015 ore 13:11:59
175 dollari l'uno, praticamente regalati
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di black poodle [user #1259]
commento del 26/09/2015 ore 16:48:46
Sono sempre stato un grande appassionato di queste sonorità acide ed asciutte ma non è difficile ottenerle anche con pickup di serie, purché siano trasparenti e non impastino troppo sui distorti. Il grosso del lavoro lo deve fare la mano destra. Plettrata decisa e fraseggio "nervoso". 350 dollari di soli pickup per essere "punk" sembra un controsenso.
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di luvi [user #3191]
commento del 26/09/2015 ore 19:53:08
Perdonate, stiamo parlando di riedizioni T-Top realizzate su commissione da un noto e quotato artigiano, proposte a circa 156 euro l'una, prezzo più che corretto ed in linea con quello di qualunque altro prodotto analogo di qualità realizzato in piccoli numeri, peraltro con margini di guadagno assai ridotti.
So bene che le quintalate di mondezza cinese (o "diversamente cinese", che è perfino peggio) e le promesse roboanti di qualità sopraffina ad una manciata di euro inducono a pensarla diversamente, ma lo standard di paragone non può essere questo!
Sarebbe importante tenere presente che nessuno regala nulla... mai: la qualità ha un costo imprescindibile determinato da molti fattori, ma che non può essere ignorato quando si parla di cifre.
Intendiamoci, porsi dei dubbi è sempre legittimo ed utile, perché induce a non farsi abbindolare da qualche scaltro che tenta di far soldi nel breve periodo.
Al contrario, però, considerare un prezzo più elevato di altri come truffa a priori è deleterio, perché espone al rischio concreto di porsi come vittime ideali di chi utilizza marketing e prezzi popolari come esche, assicurandosi lauti guadagni a fronte di offerte presentate come eccezionali, ma in realtà meno che banali.
Per decretare un prezzo congruo o meno, insomma, si deve prima valutare il tipo di produzione e la qualità del prodotto. Ferma restando la sacrosanta libertà di non acquistarlo o di non reputarlo interessante, naturalmente! :-)
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di SilverStrumentiMusicali utente non più registrato
commento del 26/09/2015 ore 21:38:14
AMEN! "DIVERSAMENTE CINESE" è un'espressione che è pura arte. Personalmente ho intuito il senso, ma vorrei che ti ci soffermassi un po'. Ce la spieghi?
Rispondi
di luvi [user #3191]
commento del 27/09/2015 ore 00:03:42
Ti ringrazio,
in realtà non è mia intenzione sollevare chissà quale vespaio...
Il mio è un riferimento generico, volutamente privo di nominativi specifici, al fenomeno della tendenza alla creazione di marchi con suono anglofono per confondere l'acquirente e mascherare produzioni iper-massificate dal taglio economico (quelli che ho definito "cinesi"), così come ai produttori che ribassano i listini grazie alla delocalizzazione della produzione, uniformandosi agli standard qualitativamente inferiori comuni alla loro concorrenza di fascia più bassa, riuscendo però ad essere ugualmente percepiti dal mercato come alternative di qualità (quelli che ho definito "diversamente cinesi"). :-)
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di SilverStrumentiMusicali utente non più registrato
commento del 27/09/2015 ore 08:38:32
anche, certo... io per "diversamente cinese" avevo inteso un'altra cosa, ma il significato è quello. Per "diversamente cinese" avevo inteso cose montate in italia, in america o in inghilterra con pezzi palesemente o dichiaratamente cinesi venduti come non made in china. Se non sbaglio Seymour Duncan non fa mistero del fatto che i suoi magneti fossero cinesi e che tutti i produttori di pickup usano magneti cinesi perchè oramai praticamente non c'è alternativa. Personalmente, da persona che costruisce apparecchiature a mano (meglio dire così), capisco perfettamente il tuo discorso e capisco benissimo quanto siano restie le persone ad afferrarlo. Senza nulla togliere, ovviamente, al tuo lavoro Luvi, Lollar e Fralin fanno dei pickup eccezionali secondo me e la qualità che tirano fuori è così fantascientifica che il prezzo dei loro prodotti, sempre secondo me, ci sta tutta. Veramente quando senti un Lollar o un Fralin ti viene la pelle d'oca. In questo caso specifico poi si tratta, come dicevi tu, di pickup signature, molto particolari, che fondamentalmente se vuoi vengono venduti grossomodo allo stesso prezzo dei loro modelli "standard". Quindi se proprio vuoi il prezzo è anche basso se rapportato agli standard del loro listino, non credi?
Rispondi
di luvi [user #3191]
commento del 27/09/2015 ore 11:21:28
D'accordissimo su tutto, tranne che sui magneti... nel senso che i magneti in AlNiCo sono monopolio cinese ormai da tempo per cui non ci sono alternative, ma la qualità è indipendente dalla provenienza geografica (si tratta di materia prima grezza...) e la magnetizzazione può essere effettuata in proprio (lo è nel mio caso, come - che io sappia - nel caso di Lollar o di Fralin...) dal costruttore.
Il punto è invece valutare se un prodotto del tutto standardizzato, realizzato a costo infimo in tutte le sue componenti e procedure in grandissimi numeri, seguendo canoni di produzione tipici della produzione industriale orientale di fascia bassa, possa di diritto essere ancora presentato come di qualità e per di più come occidentale grazie ad equilibrismi legali, come qualche residuale fase di assemblaggio o di confezionamento sottratta alla catena di produzione originaria...
Dico questo perché non parliamo di stabilimenti aperti in oriente da produttori occidentali, ma di enormi produzioni asiatiche, massificate e preesistenti, alle quali i grandi produttori occidentali si appoggiano, per cui le pretese di qualità e di esclusività sono poco meno che slogan pubblicitari...
Lollar e Fralin (io non sono nessuno rispetto a loro e seguo una filosofia ancora diversa, ma non sono qui a parlare di me...) così come altri ancora, non sono grandi produttori in senso stretto e possono ancora essere considerati dei "bottegai evoluti", che producono come artigiani, servendosi di personale da loro stessi istruito per coprire un maggior numero di richieste e quindi poco importa da dove provenga l'AlNiCo che utilizzano... il prodotto che offrono può piacere o meno, ma non ha nulla a che vedere, qualitativamente e progettualmente parlando, con quello di una produzione industriale massificata.
Questo giustifica alla grande il prezzo più elevato che richiedono: al contrario, mi insospettirei se quel prezzo fosse più basso! :-)
Rispondi
di SilverStrumentiMusicali utente non più registrato
commento del 27/09/2015 ore 11:28:04
Ambasciator non porta pena: parole di Seymour Duncan :D Mi pare dicesse: "se qualcuno ha dei magneti fabbricati in america mi contattasse che glieli compro a qualunque prezzo".
Rispondi
di luvi [user #3191]
commento del 27/09/2015 ore 12:08:51
Eh, già... Stesso discorso che (nos a parte) si può ormai fare con le valvole, no? Per certi prodotti il "made in USA" è ormai una chimera...
Rispondi
di SilverStrumentiMusicali utente non più registrato
commento del 27/09/2015 ore 12:11:11
sai che io penso che su alcuni prodotti "MADE IN USA", reale o teorico che sia, non è garanzia di qualità, anzi...
Rispondi
di luvi [user #3191]
commento del 27/09/2015 ore 12:46:10
Assolutamente...
Rispondi
di SilverStrumentiMusicali utente non più registrato
commento del 27/09/2015 ore 13:04:19
cozzo spesso con molta gente che da per scontata la qualità di strumenti in base al prezzo, la fabbricazione o il marchio. Spessissimo direi.
Rispondi
di nawa utente non più registrato
commento del 27/09/2015 ore 09:11:02
Ho la sensazione che il dato geografico non sia più univocamente associabile alla qualità. ci sono cose cinesi fatte bene che costano molto e sono al top di gamma (iphone per esempio o certe cose di zelinsky). altra cosa è l'aspetto di marketing e gli anglicismi che mi sembra un problema ancora più generale. Il problema enorme è che l'economia della produzione riguarda la sostenibilità (salari, sicurezza, tasse, normative ambientali) ma è un problema ormai connaturato alla nostra società. Personalmente non avrei nessun problema a usare un buon pick-up se questo venisse fatto in cina. se dovessi boicottare il made in asia andrei in giro nudo.

Sulla fascia alta è naturale pagare un sovrepprezzo legato al marchio ma mi sembra che avvenga meno che in altri settori (si pensi al lusso o alle scarpe per correre). Ci si metta pure che la ricerca e sviluppo nel settore tradizionalista dei pick-up non paga come dovrebbe. e infatti nel caso di questi Lollar stiamo parlando di un pick-up vecchio come il cucco. se non ne avesse chiesto la riedizione il legittimo proprietario ci sarebbe da sganasciarsi dalle risate.

Comunque rispetto a dieci anni fa il settore ha visto i suoi attori moltiplicarsi esponenzialmente e oggi quasi tutti offrono pick-up hand-made. e quasi tutti suonano bene :-) il livello si è innalzato anche nella fascia bassa. Oggi con un wilkinson da 25 euro ci si può suonare senza troppi problemi.
Rispondi
di luvi [user #3191]
commento del 27/09/2015 ore 12:05:25
Hai ragione, nemmeno io ho nulla contro il "made in ovunque", a patto che sia presentato come tale.
Concordo anche sulla possibilità che un prodotto realizzato in oriente possa essere di qualità e credo anzi che quando il know-how che ancora manca loro sarà acquisito su larga scala in ogni campo da produttori autoctoni di quelle aree geografiche, avremo assistito contestualmente all'estinzione definitiva dell'economia ocidentale, sempre che non si riesca a costringere quei paesi ad uniformarsi a criteri di tutela del lavoro e dell'ambiente...
C'è però prodotto e prodotto e ci sono operazioni e scelte che richiedono cultura e sensibilità specifiche e che (ancora) fanno la vera differenza. Riuscire ad avvolgere una bobina, guidata a mano o no poco importa, non significa di per sé realizzare un pickup di qualità. Molti parametri sono di dfficile controllo e la validità di molte scelte dipende da quanto sia chiara e vincente l'idea del risultato che si intende perseguire.
L'oggetto appare semplice e periodicamente qualcuno cerca di far apparire banale ed alla portata di chiunque la sua realizzazione, di fatto continuano però ad esistere pickup eccellenti, standard, mediocri, oppure ottimi come... fermaporta e questo basta, a mio parere, a smentire ogni illazione a riguardo! ;-)
Permettimi di osservare insomma che un pickup cinese da 25 euro, non importa come sia marchiato, suona come qualsiasi altro prodotto nello stesso modo e che non sia guasto... cioè suona e basta, magari - non sempre - con un taglio di frequenza centrato.
Ci si può suonare di certo, ci mancherebbe!
Non facciamoci però illusioni sulla sua qualità in cambio della spesa irrisoria o su sue presunte prestazioni migliorative rispetto a ciò che lo strumento montava prima di serie, perché a confronto con un prodotto di qualità quel pickup si scioglie come la neve al sole, senza lasciare traccia, annientato sul piano dell'efficienza, dell'attacco, della ricchezza armonica e della risposta dinamica... forse non tutti cercano tali caratteristiche o non tutti sono in grado di estrinsecarle ed apprezzarle attraverso il proprio "playing", conosco bene il problema (!), ma è su quel piano che si gioca la partita della qualità e da chitarrista (prima) e da costruttore (poi) non posso fare a meno di puntualizzarlo. :-)
Rispondi
di nawa utente non più registrato
commento del 28/09/2015 ore 07:07:54
hai fatto bene a chiarire, mi sono spiegato malissimo. ovviamente (ma è tanto ovvio per tutti?) un pick-up fatto bene non potrà mai costare 25 euro. le differenze sono abissali solo a saperle (e volere) ascoltare. è evidente che l'anello debole della catena è proprio la capacità di " di estrinsecarle ed apprezzarle attraverso il proprio "playing"".

Di solito l'errore più comune nel valutare un pick-up è giudicarlo dal volume che è la cosa a cui il cervello è più sensibile. Qualsiasi cosa che ha un volume maggiore di un’altra viene percepito (apparentemente) come MIGLIORE. È come giudicare un alcolico in base alla gradazione, ci sono whisky ottimi ma non sempre il gin è meglio dello champagne.

(Quindi: Mai confronti diretti per giudicare pick-up e altre variabili della catena. si preferirebbe sempre quello che ha più volume. C'è bisogno di volume? si usino le manopole dell’ampli. si giudichino i pick-up non omogenei ognuno con il suo giusto gain, regolandol’ampli per farlo suonare al meglio e secondo i propri gusti, poi suonare senza pensarci per almeno una settimana. Tornando al vecchio pick-up si capisce subito la differenza.)

W lo champagne!!
Rispondi
di luvi [user #3191]
commento del 28/09/2015 ore 10:56:57
D'accordissimo su tutta la linea... ;-)
Qualunque pickup che non sia guasto suona senza problemi e qualunque pickup economico può possedere un alto livello di uscita. Chi giudica superficialmente rischia di fermarsi a questo, senza cogliere le caratteristiche che fanno invece la differenza.
Solo i pickup di qualità rispondono con grande dinamica al tocco, generano un segnale ricco ed articolato e se ben progettati possono mantenere tali caratteristiche anche con un alto livello di uscita, infondendo letteralmente nuova linfa vitale a qualunque strumento, perfino al meno performante e più economico, quello per il quale si tende a pensare che non ci sia nulla da fare.
Hai detto bene: sono i confronti diretti che mettono in luce le vere differenze!
Lunga vita ai blind test! :-))
Rispondi
di nawa utente non più registrato
commento del 28/09/2015 ore 11:08:05
"Hai detto bene: sono i confronti diretti che mettono in luce le vere differenze!"

veramente intendevo il contrario, ma ci siamo capiti :-)

(nel senso che se non si sviluppa la capacità di ascoltare criticamente, di settare la propria catena e chiamare con il loro modo le cose. anche un confronto diretto sarà fuorviante, portando a preferire pick-up schifosi ma potenti rispetto a delizie sotto-avvolte)
Rispondi
di luvi [user #3191]
commento del 28/09/2015 ore 11:26:4
Ok, ho capito quel che intendevi e siamo d'accordo ugualmente...

Il confronto diretto A/B è decisamente più illuminante del "ricordarsi" come suonavano i vecchi pickup dopo aver montato i nuovi (metodo completamente fuorviante), ma come giustamente osservi soltanto se condotto con il giusto criterio, da musicisti armati di buona cultura di ascolto e di buon controllo del tocco e della strumentazione.

Lunga vita ai blind test fatti come si deve, insomma! ;-))
Rispondi
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