di redazione [user #116] - pubblicato il 25 maggio 2016 ore 11:00
Le forme della prima californiana della storia si prestano al metal estremo e al mondo delle sette corde con Wes Hauch. La sua Schecter PT 7 è mostrata all'opera in un video ufficiale tra ebano, frassino, Seymour Duncan e Floyd Rose.
La single-cut a cassa piatta più famosa di sempre sta vivendo una seconda giovinezza grazie a una generazione di metallari che si divertono a rivederne le forme in contesti agli antipodi rispetto a quelli per cui è stata disegnata in origine in quel di Fullerton. Corde extra, doppie bobine e hardware da spavento sono i protagonisti del video ufficiale preparato da Schecter per la nuova signature di Wes Hauch.
Conosciuto per il suo lavoro con la band technical death metal The Faceless, Wes ha sempre tenuto al proprio fianco delle chitarre dalle linee moderne, a volte estreme. Per il suo ingresso nelle file Schecter, però, ha compiuto un brusco cambio di rotta e ha preferito rimodellare un classico del mondo solid body intorno al suo playing.
La Schecter PT 7, modello signature di Wes Hauch per il 2016, era attesa dagli appassionati già da diversi mesi e ha fatto la sua prima apparizione in pubblico in occasione dell'ultimo Namm Show di Los Angeles. Ora, con la primavera, è finalmente pronta a partire per i negozi di tutto il mondo (in Italia con la distribuzione di Gold Music) e il suo lancio è accompagnato da un videoclip ufficiale proposto da Schecter.
Una forma del genere abbinata a sette corde non si vede tutti i giorni, e basta un'occhiata per rendersi conto che, della vecchia californiana anni '50, resta solo il contorno del body. E solo sul davanti, peraltro, in quanto il retro della cassa in frassino è stato finemente modellato per risultare comodo da abbracciare e agevole per l'accesso agli ultimi fret.
La finitura bianca glaciale, posata solo sul top e separata dalla base scura attraverso un binding nero, fa da cornice a una coppia di humbucker Seymour Duncan: un Pegasus per il ponte e un Sentient per il manico. Il battipenna madreperlato fa spiccare ancora di più il nero delle bobine, delle manopole di volume (con push-pull) e tono, del selettore a tre posizioni (tutti fissati direttamente nel legno e in posizioni strategiche) e del voluminoso ponte Floyd Rose 1500 Series.
La tastiera in ebano è forse grossa a vedersi, se non si è abituati a vedere la single-cut in versioni del genere, ma il profilo a C Ultra Thin (ultra sottile) del manico in acero assicura una presa comoda per qualunque shredder abituato alle cosiddette "autostrade".
Come da tradizione, l'assemblaggio è con manico avvitato, ma si cambia prontamente direzione con la scelta di disporre i dot (in madreperla) sul bordo inferiore della tastiera e di montare le sette meccaniche Grover sul lato opposto. Non si vede in foto, ma un'ultima chicca sono i dot segnatasti fluorescenti sul bordo del manico.
La scala lunga, da 25,5 pollici, è d'obbligo quando si ha a che fare con chitarre del genere che, con ogni probabilità, non si accontenteranno dell'estensione raggiunta con la corda extra, ma saranno destinate ad essere ulteriormente ribassate. Per una vera praticità moderna, la tastiera offre un raggio di curvatura variabile che parte da 12 pollici fino ad arrivare a 16 man mano che si procede lungo i 24 fret a disposizione.
Attualmente non conosciamo il posizionamento sul mercato della Schecter PT 7, visibile nel dettaglio sul sito ufficiale a questo link, ma la sua provenienza coreana fa ben sperare per il portafogli di qualunque metalhead d'ultima generazione.