Bonamassa: "B.B. King mi diceva, occhio alla grana!"
di Gianni Rojatti [user #17404] - pubblicato il 21 settembre 2016 ore 14:00
Il nuovo lavoro di Joe Bonamassa si intitola “Live at the Greek Theatre”. Uscirà questo venerdì ed è un doppio cd che immortala il recente “The Three Kings Tour” del 2015, nel quale Bonamassa ha omaggiato tre dei più grandi chitarristi blues della storia: Albert King, Freddy King e B.B. King. Per Bonamassa un tour toccante, partito solo due mesi dopo la scomparsa di B.B. King suo mentore e amico, che ricorda per noi in queste dichiarazioni.
Quello finito nel disco “Live at the Greek Theatre” è lo show registrato al Greek Theatre di Los Angeles, più di due ore di musica, 22 canzoni, nelle quali Bonamassa evoca l’anima musicale delle tre icone blues, citandone frasi, idiomi e preziosismi senza mai rinunciare a una voce assolutamente unica e personale.
Bonamassa ha dichiarato che questo tour è stato particolarmente significativo ed emozionante per lui: gli show, infatti, sono partiti poco dopo la scomparsa di B.B. King suo mentore e amico. “Il fatto che B.B. per un soffio non abbia potuto assistere a questi concerti per me è stato un rammarico straziante. Lui se n'è andato a maggio; io sono partito in tour ad agosto. Tra me e lui c'era un'amicizia di 25 anni. Sono certo che si sarebbe goduto questi concerti, magari guardandoseli su youtube, e penso anche che sarebbe stato fiero di come ho arrangiato i pezzi e di come suonava la band. Poi, sono assolutamente certo che sarebbe impazzito per le tre coriste!"
La scaletta del concerto è spettacolare e convivono in maniera armoniosa e intelligente standard blues con pezzi più ricercati e meno conosciuti del repertorio dei tre Re. Impossibile non menzionare, per esempio, "Born Under A Bad Sign", "Lonesome Whistle Blues", "Hummingbird", "Let The Good Times Roll" e naturalmente, il famoso classico di B.B. King "The Thrill Is Gone".
Spettacolo nello spettacolo, la parata di chitarre vintage sfoggiate da Bonamassa: quattro modelli Gibson ES, una Gibson Les Paul, una Gibson Flying V, due nuovi modelli Gibson Custom Shop, due Stratocaster Fender e una Flying V 1972 Dan Erlewine chiamata "Lucy", originariamente di proprietà e suonata da Freddie King e attualmente, nella collezione dell’ attore Steven Seagal.
A dare ulteriore valore a questo tour, il fatto che una parte significativa dei ricavati sia stata devoluta alla “Keeping the Blues Alive Foundation” associazione noprofict fondata dallo stesso Bonamassa nel 2011 con l’obbiettivo di finanziare lo studio del blues e della musica per i più giovani, cercando di sopperire ai tagli fatti all’educazione musicale nelle scuole pubbliche.
Scopriamo un po' di più di questo lavoro attraverso le parole di Joe Bonamassa.
Come nasce l’idea di questo tour? Joe Bonamassa: E' un progetto nato nel 2014. L'idea è celebrare il nostro patrimonio blues omaggiandone i protagonisti e gli interpreti principali. Fare degli show nei quali si suona la loro musica. Il primo show allestito era un tributo alla musica di Muddy Waters e Howlin 'Wolf”. Il “The Three Kings Tour” ne è stata la continuazione più naturale e ovvia, portando sul palco la musica di B.B. King, Albert King e Freddy King.
E chi saranno i prossimi? JB: Beh…la scelta è altrettanto ovvia: Jeff Beck, Jimmy Page e, naturalmente, Eric Clapton.
Parlare di B.B. King, Albert King e Freddy King è parlare del DNA del blues moderno... JB: Certo, lo penso anch’io. Anche se forse, per parlare davvero di DNA del blues moderno bisognerebbe andare indietro a Robert Johnson. Piuttosto, io credo che questi tre signori abbiano nei confronti del blues altri meriti specifici.
Quali? JB: Albert ha introdotto una pulsazione più funk nel blues, i suoi dischi erano vicini alla soul music; aveva un songwriting interessante e delle melodie interessanti. Poi, vabbè, Freddy King era uno pericoloso: una palla di cannone arrivata dal texas! Lui ha scatenato l’inferno: il suo impatto nel blues è stato quello di un toro scatenato in un negozio di cristalli! E poi B.B. King era tutte queste cose assieme. Lui ho portato l’entertainment, lo show ed era uno che scriveva canzoni magnifiche. Era B.B. King, semplicemente, il re del blues.
Tu hai aperto gli show di B.B. King che eri un bambino di 12 anni. L’hai conosciuto bene: che tipo era? JB: Molti dicono che B.B. fosse una persona molto seria ma, credetemi ,allo stesso tempo era davvero, davvero spassoso. E molto sveglio anche: pensa che fu lui a insegnarmi come trascinare la musica dal computer all’ iPod…e lui aveva 80 anni e io 28!
Quali sono gli insegnamenti più importanti che ti ha lasciato? JB: Sono due. La prima è di continuare a fare le cose stai facendo. Nel senso: una volta che hai trovato la tua strada, non allontanarti mai troppo da quella. Stai concentrato su quello che sai fare. E la seconda: “Tieni d’occhio i soldi” B.B. me lo diceva sempre. “Stai attento alla grana! Questo della musica è un business come qualunque altro business al mondo. E non bisogna mai perdere di vista i soldi quando si fa business."