di redazione [user #116] - pubblicato il 13 dicembre 2019 ore 15:00
In questa lezione di chitarra ritmica moderna metal, prendiamo in esame lo stile di una band gigantesca, autentico punto di riferimento per quelli che sono stati gli sviluppi più attuali e innovativi di questo genere, i Meshuggah. Ritenuti da molti scintilla e ispirazione del più recente movimento Djent, i Meshuggah hanno compio una sintesi mirabile fondendo la brutalità sonora più estrema del thrash metal con una complessità ritmica e di scrittura propria di generi come il progressive o il math rock più sofisticato.
Caratteristica principale dello stile dei Meshuggah è un songwriting improntato ad un approccio matematico, in cui chitarra e batteria sviluppano riff talmente strutturati nelle continue ragionatissime variazioni ritmiche e armoniche, da fornire sempre una sensazione di precarietà e caoticità rese inquietanti dalla ferocia delle parti vocali.
Il riff elaborato in questa lezione ricalca perfettamente queste coordinate stilistiche. La chitarra è accordata in Drop A, con la settima corda B abbassata a A. Tutto il Riff non fa riferimento a nessuna scala specifica dal momento che mette in gioco tre solo note, legate tra loro cromaticamente: 1, b2, 2. Questo utilizzo esasperato dei cromatismi contribuisce a creare una situazione di continua tensione armonica in cui non c‘è mai risoluzione e che anzi, nella seconda parte del riff dove all’ottava ribattuta viene alternata la b2, crea un sound sempre più estremo e cacofonico. Il focus della lezione però interessa il disegno ritmico del riff. La grossa complessità di questa lezione sarà nella gestione delle figure ritmiche che la compongono.
La parte è costruita su due poliritmie. La poliritmia è l’impiego simultaneo di combinazioni ritmiche differenti nelle parti di una composizione musicale: quando per esempio la batteria sta suonando un tempo, che non è lo stesso eseguito dalla chitarra è in atto una poliritmia. È il caso di questo brano: nella prima parte la chitarra si sviluppa su un riff 24/16 che ruota su un tempo di 4/4.
La seconda parte invece, sfrutta un pattern chitarristico in 7/16 su un tempo di batteria di 7/4; la cellula viene ripetuta 8 volte prima di ritornare al riff precedente. Questa parte serve come stacco e funziona in maniera egregia come arrangiamento: la batteria, infatti, cambiando il suo pattern risulta più serrata e il fatto che una cellula più breve sia ripetuta più volte rende il tempo più incalzante.
Una raccomandazione a livello esecutivo: il riff è suonato interamente sulla settimana e ha la necessità di risultare preciso nella gestione delle pause per far risultare il suono quasi meccanico e asettico nella sua spietata e brutale precisione.