Rieccoci, dopo tanto tempo. Sono successe diverse cose da quando ci siamo lasciati qui. Siamo felicemente e dinamicamente su Accordo 2.0, ma in questo nuovo Accordo manca - e ci manca - una persona importante: Michele, aka Glen. Molto è stato già detto di lui, certo per commemorarlo, e credo anche nel tentativo di "trattenerlo" qui tra noi. Non so quanto questo tentativo abbia avuto successo. Sono tuttavia certo del fatto che continuare a parlare di musica - ovvero ciò che principalmente ci accomunava a Michele - significhi fare a lui un tributo giusto, e bello.

Oggi parliamo di un musicista che ha fatto la storia della chitarra moderna. Partiamo così, anche se è difficile definire con precisione chi sia Pierre Bensusan per il mondo della musica e della chitarra fingerstyle. La sua originalità, la sua tecnica poderosa ed eccelsa, il suo eclettismo musicale ne fanno un esempio da seguire, un maestro ideale ed un musicista imperdibile. E forse dire tutto questo non è neppure sufficiente.

Ogni tanto scartabello fra le vecchie cose, e i vecchi file che ho accumulato nel tempo convinto che prima o poi sarebbero serviti. Ed ogni tanto, proprio come stasera, trovo cose davvero utili, che solo apparentemente avevo dimenticato. Nello specifico, ho ritrovato un file preziosissimo, messo insieme dopo decine di ricerche in Rete, con tante informazioni tutte intabellate. Pensate che questo file in passato, quando lo leggevo - e vi assicuro che lo leggevo spesso - mi metteva davanti alla solita amletica domanda: che faccio, smetto definitivamente di suonare o comincio a studiare seriamente, ad esempio venticinque ore al giorno ;-)?

Aerial Boundaries è certamente uno dei primi brani mai incisi nello stile oggi noto con il nome di chitarra percussiva, nonché in assoluto uno dei più famosi e belli realizzati con questa tecnica. Di Michael Hedges, che ne fu autore e esecutore sopraffino, e del suo primo album, abbiamo già parlato su queste pagine tanto tempo fa. All'epoca, Youtube non c'era, Michael Hedges era già scomparso da alcuni anni, e sembrava non ci fossero testimonianze video che ci mostrassero il modo migliore per riprodurre questo brano. Oggi, proprio grazie a Youtube, possiamo vederlo insieme.

Il sottotitolo di questo post dovrebbe essere: una incursione nel nostro immaginario (collettivo?) attraverso titoli di film, libri e musica. Perché è evidente che siamo anche ciò che leggiamo, vediamo ed ascoltiamo. Lo spunto mi è venuto ricordando un esperimento simile fatto di recente in un altro ambito da un caro amico. E poi anche dal fatto che mandando a Glen il mio elenco di film preferiti, e ricevendo in cambio il suo, ho scoperto che molti titoli sono in comune. Mi sono detto che non poteva essere un caso, e che la cosa andava approfondita con altri di noi. Spero che ne scaturisca una bella chiacchierata.

Riprendiamo - con mio colpevole ritardo - la discussione iniziata qui. Rileggendo il testo originale, ho individuato alcune parole-chiave fondamentali per la discussione dei contenuti. Ho perciò pensato che fosse utile elencarle; le trovate più sotto, e non in rigoroso ordine alfabetico.

Come potremmo partire, questa volta? Forse con un'espressione un po' retorica, un po' giocosa, un po'... vera? Ecco: il fascino irriverente del Gypsy. Bella, mi piace. E' un bel modo per introdurre questa recensione, vi spiego meglio dopo il perché. Il fascino irriverente del Gypsy, e aggiungo soprattutto del Gypsy di Dario Pinelli, Claudio Rollo e Achille Matricardi, che sono i tre componenti di questo Gypsy Jazz Trio.

I commenti ad un recente articolo sul concerto del primo maggio mi hanno fatto ricordare di un testo molto interessante che ho letto qualche tempo fa, e che ha un titolo abbastanza intrigante, almeno per me: si chiama infatti Che cos'è la musica?. Probabilmente, molti di voi l'avranno già letto. Ma per quelli che non l'hanno ancora fatto, ho pensato che sarebbe stato interessante analizzarlo collettivamente, capitolo per capitolo, cercando di far nascere una discussione che aiuti a puntualizzare alcuni aspetti, vista l'impossibilità di fugare ogni dubbio sulla questione.

Paolo Giordano e l'Associazione Musicale Culturale Arti Note annunciano per i prossimi giorni due interessantissime iniziative musicali e didattiche, entrambe on-line: un concerto dal vivo ed un seminario.

Napoli. Il nome di una città che evoca, ed ammalia, ricca di storia, di profonda umanità, di immensa cultura ed innata schiettezza. Il nome di una città che si arricchisce con la diversità che accoglie giornalmente dentro di sé, coltivandola con affettuosa disattenzione, e con mediterranea noncuranza. Non è perciò un caso se Napoli è oggi - ancora oggi - il più importante punto di convergenza per i tanti generi musicali che vivono nel bacino più meridionale del Mediterraneo. Il merito di Napoli, è quello di recepire tutto, e poi metabolizzarlo, e riprodurlo, facendo nascere musiche e sonorità così particolari e nuove da far dire che solo Napoli è Napoli.