VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE
Fender: dalle lap steel alla Telecaster
Fender: dalle lap steel alla Telecaster
di [user #6868] - pubblicato il

La storia dell'anello mancante tra la chitarra acustica e la solid body moderna raccontata in video, con uno sguardo al passato e le dita su un esemplare d'epoca.
Avere tra le mani una splendida Fender Champion Lap Steel Guitar vintage originale sembra riportare le lancette del tempo indietro al 1950, agli albori Fender. Questo straordinario strumento, infatti, ci aiuta a ripercorrere i passi che portarono Leo Fender alla creazione della Telecaster e a dare inizio alla "golden age" della chitarra.

Secondo una vecchia teoria evoluzionistica, mancherebbe un anello di congiunzione tra l'uomo e la scimmia.
Nell'evoluzione della chitarra moderna, la lap steel riveste un ruolo chiave di analoga importanza: può essere considerata l'anello di congiunzione tra la chitarra acustica tradizionale e la chitarra elettrica solid body.

Fender: dalle lap steel alla Telecaster

Fullerton, California, 1946: l'imprenditore Leo Fender si separa pacificamente dal suo socio Doc Kauffman. La loro azienda di nome K&F si scioglie e Leo prosegue l'attività senza interruzione, creando il marchio “Fender Electric Instrument Company”.
A quali strumenti elettrici si riferiva il nome dell'azienda, negli anni '40, prima che avesse inizio "l'epoca d'oro della chitarra"?

Fender: dalle lap steel alla Telecaster

Stando alla leggenda, verso la fine del 19esimo secolo, nelle Hawaii, un ragazzo di undici anni di nome Joseph Kekuku passeggiava nei pressi della ferrovia quando trovò un grosso chiodo di acciaio.
Nella sua stanza di collegio, Kekuku si dilettò a suonare la chitarra tenendola in grembo, facendo scivolare il chiodo dei binari sulle corde. Questi esperimenti lo portarono a sviluppare una tecnica del tutto personale, fino al punto che modificò la sua chitarra adattandola al suo modo di suonare. In particolare, Joseph Kekuku inserì un capotasto in metallo di maggior spessore e alzò le corde ben al disopra della tastiera. Creò inoltre un oggetto liscio in acciaio da usare appositamente come slide.
Dunque il suo strumento, tenuto in grembo (lap) e suonato con una barretta di acciaio (steel), sarebbe divenuto noto come "lap steel guitar".
Sviluppando la sua singolare tecnica, la fama di Joseph Kekuku raggiunse il resto degli States, dove cominciò a esibirsi in tour. Un giornale della West Coast lo definì "il più grande chitarrista solista del mondo".
La sua musica “guitar-based” ebbe enorme influenza su generi americani come country, rock'n'roll e blues. Basti pensare al modo di suonare la chitarra coricata in grembo di Blind Lemon Jefferson e, talvolta, Bukka White. Inoltre, Son House si riferiva alla chitarra slide come modo di suonare “alla hawaiana".
In sintesi, il suono armonioso e melanconico della lap steel conquistò gli Stati Uniti. I dischi a 78 giri di musica con chitarra hawaiana ebbero gran successo commerciale e lo strumento divenne di gran moda.
La posizione coricata non consentiva un'efficiente proiezione del suono, così la lap steel, negli anni ’30 del ‘900, fu il primo strumento a essere elettrificato con pickup e il primo a costruzione solid body.

Fender: dalle lap steel alla Telecaster

La nuova attività di Leo Fender cominciò a svilupparsi in questo scenario, di conseguenza il nome "Fender Electric Instrument Company" era inteso a indicare chitarre lap steel e relativi amplificatori come "core-business".
Fender trasferì gli stabilimenti in una nuova sede e migliorò la qualità della vecchia produzione K&F: i suoi strumenti cominciarono presto a guadagnare reputazione e apprezzamento.
Verso la fine del 1949 Fender aggiunse in catalogo il modello di lap steel Champion.
Sebbene la Champion in origine fosse destinata a essere un modello base per principianti, aveva un ottimo suono. Si rivelò perfettamente adatta a un uso professionale e conobbe grande successo di vendite.
Rispetto alle lap steel K&F e agli altri modelli Fender precedenti, la Champion presentava una serie di innovazioni, tra cui un pickup di efficacia straordinaria.
Inoltre, le corde venivano ora fissate attraverso boccole nel corpo e non a un blocca-corde, come in uso sui modelli precedenti.
Nel 1950, Leo sviluppò le sue prime chitarre elettriche solid-body spanish: la Esquire e la Broadcaster.
Il termine "spanish" si riferisce al manico dal retro stondato di tipo tradizionale, rispetto allo square neck in stile hawaiano.

Fender: dalle lap steel alla Telecaster

Su queste nuove chitarre, Leo adottò lo stesso pickup e le stesse soluzioni tecniche precedentemente sperimentate con successo sulla Champion.
Per questo motivo questo modello di lap steel in modo particolare è così importante nella storia dell'evoluzione della chitarra.
Ho raccontato questa storia, con dovizia di particolari tecnici e altri dettagli, nel filmato che vi propongo.
Il filmato è in lingua inglese con accurati sottotitoli italiani attivabili dalle opzioni del player.



Sappiamo che le lap steel hanno perso popolarità negli anni: la nostra amata chitarra spanish è uno strumento di gran lunga più versatile e completo. Difatti un valido chitarrista slide riesce disinvoltamente a ricoprire, con una chitarra convenzionale, una buona parte del territorio di una lap steel.
Dunque nel video mi sono chiesto anche quali siano il background culturale e l’eredità della lap steel nella musica contemporanea.

Fender: dalle lap steel alla Telecaster

Il duo dei fratelli italo-americani Santo & Johnny Farina di Brooklyn nel 1959 creò il celeberrimo standard strumentale “Sleep Walk”. Un musicista seminale come David Gilmour ha arricchito il sound dei Pink Floyd con la sua lap steel. Il chitarrista-cantante country Junior Brown dell’Arizona è un virtuoso della “guit-steel”, uno strumento double neck di sua creazione. Poi ci sono altri artisti straordinari come Kaki King di Atlanta, Jonny Halifax altrimenti noto come Honkeyfinger di Londra, David Lindley o Joe Perry degli Aerosmith.

Le chitarre lap-steel meritano probabilmente di essere riscoperte o quanto meno vale la pena provarle, sperimentarle e divertirsi.
champion chitarre elettriche fender gli articoli dei lettori lap steel telecaster
Nascondi commenti     27
Loggati per commentare

di Lespo [user #18097]
commento del 11/11/2020 ore 11:09:00
Certo non nominare Ben Harper...
Consiglio a tutti "Fight for Your Mind" disco capolavoro assoluto.
Rispondi
di bobchill [user #6868]
commento del 11/11/2020 ore 11:24:24
Si, giusto Lespo, anche se io l'ho visto usare lap-steel acustiche, mentre il video verte più che altro sulle elettriche.
Rispondi
di Merkava [user #12559]
commento del 11/11/2020 ore 13:04:11
Mi e' piaciuto un sacco il video, ma soprattutto il suono della lap steel quando la suoni tu. A quando un video su quel bellissimo Deluxe? Che effetti hai usato?

Complimenti!
Rispondi
di bobchill [user #6868]
commento del 11/11/2020 ore 13:33:10
Grazie Merkava, sono davvero contento che tu abbia apprezzato il filmato ed il suono della Champion!
Con gli effetti ci sono andato molto leggero, c'è solo una punta di overdrive data da un Fulltone Fulldrive 2 del 1996 con boost disattivato e una compressione molto discreta data dal Demeter Tremulator con tremolo a zero. Il Deluxe l'ho sempre considerato una specie di "ampli residente", non avevo mai pensato alla possibilità di dedicargli un video... magari è un'idea! : )
Rispondi
di Sparklelight [user #41788]
commento del 12/11/2020 ore 08:34:5
Al solito un articolo professionale e fruibile, grazie per i tuoi "racconti".
Rispondi
di bobchill [user #6868]
commento del 12/11/2020 ore 10:55:39
Grazie per il tuo gentile commento Sparklelight!
Rispondi
di FBASS [user #22255]
commento del 12/11/2020 ore 08:49:01
Ne ho parlato spesso nei miei modesti articoli o post, sia sulla Lap steel che Leo Fender realizzò nel 1943 e che fu la sua prima chitarra elettrica dotata di pickup avvolgente a zoccolo di cavallo come la Frying Pan di George Beauchamp del 1931 (vai al link) e poi della Broadcaster prototipo, con manico senza trouss rod e con paletta avente le meccaniche posizionate 3+3, risalente alla fine del 1949 ma bruciata sul filo del traguardo dalla chitarra che Paul Bigsby realizzò per Merle Travis. Io ho adesso una Fender Stringmaster De Luxe 8 come Lap Steel ma la mia prima fu una Hofner modello 111, comperata nuova nel 1968 a lire 30 mila, la Champ la provai circa 40 anni fa ma la vedevo limitata rispetto alla Stringmaster dotata di 2 pickup tipo Mustang a cover in plastica chiusa e con il volume del primo nascosto sotto la cover del complesso ponte-attaccacorde. Comunque bell'articolo e premetto che molti brani degli The Shadows, anche possedendo 3 Stratocaster ed una STRAT, li eseguo con la Lap Steel oltre che con una mia Gretsch economica modello G5220 Junior Jet II, Apache in testa, FBASS.
Rispondi
di bobchill [user #6868]
commento del 12/11/2020 ore 11:04:02
Sempre interessantissimi i tuoi commenti e racconti FBASS. Grazie anche per l'articolo che hai linkato, molto bello, mi era sfuggito...
Tra l'altro trovo davvero geniale il circuito di blend del volume della Stringmaster a cui fai riferimento! Mi piacerebbe tantissimo averlo su una chitarra!
Rispondi
di Ermo87 [user #33057]
commento del 12/11/2020 ore 10:35:13
da amante della musica Country, lap steel e resofonica sono sempre attuali
Rispondi
di bobchill [user #6868]
commento del 12/11/2020 ore 10:56:20
Giustissima osservazione Ermo!
Rispondi
Loggati per commentare

di BizBaz [user #48536]
commento del 12/11/2020 ore 11:09:17
Grande Bob, interessantissimo come sempre.
Sono d'accordissimo con te a proposito del fatto che sia un delitto depredare queste chitarre per fare restauri o falsi: qualche tempo fa ho avuto una discussione accesa con alcuni utenti di un gruppo su FB di sedicenti amanti della Gibson. C'è un tipo, peraltro amministratore del gruppo, che spacciandosi per liutaio (ma secondo me al più è falegname - con tutto il rispetto per l categoria - che si è riciclato), propone di vandalizzare Les Paul gold top originali ('52, '53, '54, '55, '56 e '57) per farne delle imitazioni di sunburst, restaurandole e sostituendo i P90 originali con non si sa bene cosa (visto che i PAF originali non si trovano al supermercato). Oppure depredare pezzi delle Junior tipo il palissandro della tastiera per rifare tastiere di altre Les Paul "più blasonate". Insomma roba da codice penale. Ho fatto osservare che secondo me è un delitto fare una cosa del genere in totale spregio per il valore storico (ma anche economico) di uno strumento che ha quasi settant'anni: alla fine ti ritrovi con un falso e l'originale è perso per sempre. Mi è stato risposto che non sarei in grado di "capire" e che ognuno con le sue cose fa quello che vuole e che tutti i collezionisti hanno nel loro arsenale Les Paul sunburst fatte così. Naturalmente ho abbandonato il gruppo senza nemmeno sprecarmi a spiegare a quegli ignoranti quanto sbagliassero. Un saluto
Rispondi
di bobchill [user #6868]
commento del 12/11/2020 ore 13:15:49
Ciao Biz Baz, innanzitutto grazie per le tue gentili parole di apprezzamento!
Sono assolutamente sulla tua stessa lunghezza d'onda. Purtroppo ignoranza e prospettive di guadagni senza scrupoli sono grandi nemiche delle chitarre vintage.. Il vero vintage è sempre più appestato da questi falsi, contraffazioni, pseudo-upgrade, etc... Trasformare una Les Paul '52-'56 in "player's grade", sverniciata, con parti non originali, in una "conversion '58-'60" è un conto... andare a squartare una meravigliosa Junior o una stupenda Gold Top originale è davvero, come tu dici giustamente "da codice penale". Per non parlare di chi rimuove l'acero vintage originale del top per montare un top con giunzione simmetrica e magari qualche fiammatura in più... una scelta davvero stupida anche dal punto di vista timbrico-sonoro. Per capire le chitarre vintage bisogna innanzitutto amarle!
Rispondi
di BizBaz [user #48536]
commento del 12/11/2020 ore 18:18:32
Ah sì, certo, laddove il top originale della malcapitata, dopo la sverniciatura, non si fosse rivelato sufficientemente fiammato (e te credo, aggiungo io) o comunque di gradimento del committente, il sig. "liutaio" infatti, tra i suoi interventi da macellaio, proponeva di sostituirlo con altro top di recente fabbricazione adeguatamente fiammato: morale della favola avresti avuto un ibrido di cui praticamente dell'originale rimaneva solo il mogano mentre tutto il resto era rifatto.
Rispondi
di bobchill [user #6868]
commento del 12/11/2020 ore 19:57:52
Davvero triste... I due pezzi del top in acero delle gold top originali erano giuntate in maniera del tutto casuale, nella consapevolezza che sarebbero finiti nascosti sotto la vernice dorata; quindi per prediligere l'estetica ad ogni costo oggi addirittura rimuovono l'acero "old growth" originale pur di avere la giuntura al centro e qualche fiammatura in più. Oltretutto, se vogliamo parlare di estetica, preferisco decisamente la fiammatura discreta dei top vintage a certe pacchianate di top super-fiammati ad ogni costo.
Rispondi
di BizBaz [user #48536]
commento del 12/11/2020 ore 20:21:34
Perfettamente d'accordo con te. Vaglielo a dire a quelli... che tristezza
Rispondi
di scrapgtr [user #12444]
commento del 12/11/2020 ore 11:38:18
E' bello che qualcuno si occupi di lap steel, e il fatto che la madre di tutte le solidbodies stia vivendo un momento di successo si può notare dall'aumento di prezzo che gli esemplari vintage stanno subendo negli ultimi due o tre anni e dal fatto che sempre più fabbricanti, dalla supereconomica Harley Benton ai liutai superstar come Joe Yanuziello, passando per una casa mainstream come Gretsch abbiano ricominciato a produrne.
Qando uscì "Runnin'on empty" di Jackson Browne (era il 1977 e io ero un chitarrista alle primissime armi, appassionato del rock n'roll primordiale e del rock inglese anni '60, e in procinto di formare una punk band) una compagna di scuola poco informata sui miei gusti musicali me lo regalò, e io fui folgorato dalla lap steel di David Lindley, che aprì la mia mente ad altri suoni ed altre musiche, e fece sì che la punk band diventasse in realtà qualcos'altro. Negli anni '80 finalmente trovai una orribile lap steel Guyatone e ne utilizzai l'hardware peri a farmi costruire uno strumento più serio (all'epoca non c'era Reverb e di lap steel vintage decenti non se ne trovavano), mi procurai una barra Stevens (all'epoca l'unico modo era l'ordine da catalogo USA, adesso si trovano in qualunque negozio di strumenti un po' fornito), poi trovai una vecchia lap steel Framus e.. entrai nel tunnel. E' vero che, come si dice nell'articolo, un valido chitarrista slide riesce disinvoltamente a ricoprire, con una chitarra convenzionale, una buona parte del territorio di una lap steel, ma è proprio l'altra parte che rende indispensabile la lap steel: diciamo che suonare una chitarra normale con il bottleneck permette di coprire più di metà di quello che si può fare con una lap steel, ma resta tutta una serie di tecniche e di espressioni (hammer on, pull off, bending dietro alla barra, slant) precluse o quasi al bottleneck, che però al contrario permette una tecnica mista (dita e slide insieme) impossibile sulla lap steel: sono due mondi diversi, uniti solo dal fatto che si usi uno slide sulle corde, ma che presentano anche parecchie differenze. Con una lap steel a 8 corde accordata in Do6a posso coprire agevolmente tutta la parte orchestrale di "I'm the walrus" dei Beatles, tanto per fare un esempio che esula completamente dai generi di riferimento delle tecniche slide, mentre con sei corde in re o sol aperto farei una fatica enorme o non ci riuscirei del tutto. La lap steel inoltre per caratteristiche costruttive (scala corta, maggior rigidità e spesso nei modelli vintage i favolosi pickup string through, in cui la corda è completamente avvolta dal campo magnetico) ha un suono parecchio diverso da quello di una normale elettrica, con maggior sustain, e una diversa componente armonica. In conclusione: la lap steel è un ottimo strumento alternativo per i chitarristi, permette modalità espressive e sonorità non sempre ottenibili con la chitarra, e, fatto da non sottovalutare in tempi di crisi, costa poco; infatti è possibile trovare una lap steel industriale moderna decente al prezzo di un overdrive boutique, e anche il vintage gira (per ora) a prezzi popolari: le mie lap steel vintage (una Rickenbacher Electro in bachelite del 1936, una National Chicagoan di fine anni '50 in condizioni perfette e una Fender Stringmaster triple neck del '65) costerebbero oggi tutte insieme meno di una Les Paul o 335 nuova appena decente o di una Fender Custom Shop; è da considerare anche che, un po' per il modo di suonare che prevede minor contatto fisico con lo strumento, un po' per la diversa mentalità dei musicisti all'epoca in cui la lap steel era di moda, quasi tutti gli esemplari vintage sono in condizioni ottime, a volte pari al nuovo o quasi. Tra i maestri di lap steel non ancora citati consiglio di ascoltare Greg Leisz con Bill Frisell, Don Rooke nel mitico "Mis America" di Mary Margareth O' Hara, in tutti i dischi degli Henrys e anche nel brado "The departed" di Iggy Pop and the Stooges (nell'album Ready ti die). A proposito di Stooges, James Williamson è un grande appassionato e buon suonatore di lap steel, come anche David Hidalgo del Los Lobos (che mi piacerebbe sapere cosa NON suona).
Tra i siti utili a chi a questo punto ha delle curiosità sulla lap steel consiglio Brad's Page of Steel, non aggiornatissimo ma enciclopedico, e la sezione Steel without pedals (moderata dal medesimo Brad) di Steel guitar forum, pagina di discussione frequentata spesso anche dai soggetti citati nell'articolo e in questi commenti e fonte preziosa di quelle informazioni che fuori dagli USA è difficile ottenere.
Rispondi
di bobchill [user #6868]
commento del 12/11/2020 ore 13:43:07
Grazie Scrapgtr, per le tue doverose integrazioni e per tutte le tue considerazioni davvero molto interessanti e le preziose informazioni. Non sapevo di James Williamson alle prese con lap steel! Sono curioso di sapere cosa (o quele) è diventata la tua punk band dopo le influenze che citi.
Rispondi
di scrapgtr [user #12444]
commento del 12/11/2020 ore 19:07:54
James Williamson è un assiduo frequentatore di un lap steel camp che si tiene annualmente nel nord della California, suona la Weissenborn acustica ed è un grande appassionato di lap steel, al punto di chiamare uno degli insegnanti del camp a suonare nel disco degli Stooges citato prima.
La scoperta di David Lindley e della lap steel mi ha portato ad una maggior curiosità per altri generi e strumenti, e la cosa ha permesso di aggiungere nel suono della band elementi originali e inusuali a quello che sostanzialmente era rock n'roll suonato da incapaci con la scusa della nascente ondata punk. Tra questi lo slide è sempre stato uno degli ingredienti caratterizzanti.
Ma c'è di più, finita quell'esperienza, il fatto di sapermi più o meno orientare (grazie alla passione per il lavoro del buon Lindley) con vari strumenti a corde più o meno strani e esotici (mandolino, saz, cumbus), e soprattutto con lo slide, mi ha permesso di suonare in gruppi nei quali come chitarrista non sarei mai stato preso in considerazione (e con i quali ho potuto fare cose da raccontare ai nipoti se mai ne avrò, tipo aprire concerti di gente come i Fairport Convention o John Hammond jr). Questa è un'altra cosa da considerare: suonare più strumenti e più stili può essere un asso nella manica per il proprio "collocamento" musicale, sia a livello amatoriale che professionale: Maartin Allcock, noto session man inglese purtroppo deceduto qualche anno fa, suonava la chitarra con i Fairport Convention, il basso con Robert Plant, le tastiere con i Jethro Tull e violino, mandolino, bouzouki per decine di altri committenti. Non era un virtuoso ma aveva sempre lavoro, e sempre di alto livello.
Rispondi
di bobchill [user #6868]
commento del 12/11/2020 ore 20:02:57
Grazie Scrapgtr, hai sempre in serbo considerazioni e racconti molto interessanti che rivelano esperienza, gusto e cultura. Vidi i Fairport Convention qualche anno fa, concerto davvero stupendo!
Rispondi
di wo utente non più registrato
commento del 12/11/2020 ore 13:59:16
Prima o poi dovrò riuscire a mettere le mani su uno di questi arnesi, magari con doppia bobina.
Grazie per l'articolo, come sempre molto interessante!
Rispondi
di bobchill [user #6868]
commento del 12/11/2020 ore 15:15:26
Grazie del feedback Wo e in bocca al lupo per la lap steel! : )
Rispondi
di scrapgtr [user #12444]
commento del 13/11/2020 ore 08:56:21
I modelli vintage hanno sempre un solo pickup single coil (alcune Fender come la Stringmaster hanno due bobine in serie, tipo humbucker, ma distanziate e con un fader che inserisce gradualmente quella al manico. Trovare una lap steel con un pickup a doppia bobina classico (tipo Gibson per intenderci) è una bella impresa, esistono solo nella fascia supereconomica e di dubbia funzionalità o tra gli strumenti boutique. Un'eccezione è un modello Recording King appena uscito: molto economica ma funzionale e disponibile sia con un single coil P90, sia con un humbucker. Nella fascia economica evita tutti i modelli (e non sono pochi) col ponte con sei sellette regolabili: sulla lap steel non serve la compensazione delle ottave e un ponte del genere è un costo aggiunto e danneggia il sustain.
Rispondi
di bobchill [user #6868]
commento del 13/11/2020 ore 09:30:40
Ciao Scrapgtr, il sistema della Stringmaster che descrivi è l'ingegnoso "circuito di blend" a cui facevo riferimento in un commento sopra, davvero molto intrigante, mi piacerebbe molto sperimenarlo su una chitarra.

"sulla lap steel non serve la compensazione delle ottave e un ponte del genere è un costo aggiunto e danneggia il sustain".
Ha! Ha! Consiglio davvero molto saggio!
Rispondi
di wo utente non più registrato
commento del 13/11/2020 ore 10:29:3
eheh, si proprio alla Recording King mi riferivo.
Rispondi
di scrapgtr [user #12444]
commento del 13/11/2020 ore 11:09:25
L'ho avuta in versione P90 con finitura naturale. Tra le entry level è quella che mi piace di più (meno apparenza e più sostanza).
Rispondi
di wo utente non più registrato
commento del 13/11/2020 ore 14:1
Già, alla fine si tratta di un blocco di legno...
L'unico dettaglio che secondo me stona un po' è la forma della paletta. Forse avrei preferito una forma più spartana, tipo la Fender di cui si parla nell'articolo.
Rispondi
di scrapgtr [user #12444]
commento del 13/11/2020 ore 15:06:12
La paletta è ripresa dalle vere Recording King, marca di chitarre acustiche degli anni '30. Alcuni modelli erano prodotti da Gibson e corrispondevano a versioni spartane dei modelli Gibson.
Rispondi
Altro da leggere
Finiture nitro, anni ’80 e modernità accessibile: scopriamo le Harley Benton del 2025
Never Ending Pedalboard (e relative sfumature made in Italy)
Gretsch G5220: gran muletto per i più esperti
ST-Modern Plus HSS: la Strat moderna di Harley Benton all’opera
Basse frequenze, overdrive e ambienti per gli stompbox Fender Bassman
Fender Jaguar del 1964 e Pro Reverb, la magia di Ethan Miller
Articoli più letti
Seguici anche su:
Scrivono i lettori
Never Ending Pedalboard (e relative sfumature made in Italy)
Gretsch G5220: gran muletto per i più esperti
Mini Humbucker FG Mini-H SP-1
Fattoria Mendoza Hi-Crunch: il fratello arrabbiato dell'M
Harley Benton Tube5 combo: sei bella quando strilli
Parliamo di analogico!
Sistemi digitali per cinquantenni soddisfatti
Impressioni a freddo sul Neural DSP Quad Cortex
Acquistare strumenti musicali in Gran Bretagna: come funziona il dazio...
Basi o Altezze?




Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964