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Il Princeton Reverb perde le valvole e diventa Tone Master
Il Princeton Reverb perde le valvole e diventa Tone Master
di [user #116] - pubblicato il

Il combo monocanale Fender di media potenza riceve una controparte più leggera, versatile, ma con tutta la pasta sonora dell’originale anni ’60, grazie al cervello digitale della serie Tone Master.
Il Princeton Reverb è uno tra i modelli più celebri nella tradizione Fender. Rappresenta il tono californiano nella dimensione mediamente portatile, con potenza contenuta per spremere le valvole su un palco senza esagerare col volume e con l’inconfondibile risposta di un altoparlante leggermente più piccolo della media, per tutta la morbidezza dei 10 pollici.
L’amplificatore, ancora un riferimento per il mondo valvolare, abbraccia adesso le più moderne tecnologie di modeling, si libera delle valvole e di una bella porzione di peso, ma non rinuncia al fascino e al sound di sempre, accompagnando modelli storici come Deluxe e Tewin Reverb nella serie Tone Master.

Il Princeton Reverb perde le valvole e diventa Tone Master

La formula degli amplificatori Fender Tone Master è quella di un intero cervello elettronico assemblato al solo scopo di restituire il timbro, il feeling e la reattività di un preciso amplificatore valvolare. Niente display con cui programmare preset né diffusori FRFR in cui inviare IR, ma uno chassis tradizionale con le stesse manopole che si troverebbero su un Princeton Reverb a valvole e un altoparlante per chitarra, con cui donare un’esperienza davvero difficile da distinguere dall’originale.

Al contempo, la scheda tecnica si arricchisce e, sul retro, è possibile notare una serie di accorgimenti del tutto moderni. È presente un’uscita di linea bilanciata con presa XLR e relativo potenziometro del volume per prelevare il segnale in diretta, senza dover microfonare l’amplificatore, ma contando su due tipologie di cabinet simulati con tecnologia IR per il recording o per le esibizioni sui palchi più impegnativi in cui è necessario passare per l’impianto PA.
È inserito inoltre un attenuatore di potenza a sei step, che dai 12 watt totali arriva fino a 0,3 watt per trovare collocazione dal palco agli ambienti casalinghi più tranquilli senza perdere consistenza sonora. In aggiunta, uno switch Mute consente di silenziare l’uscita in fase di registrazione o per quei live in cui si vuole ascoltare gli strumenti solo dall’impianto tenendo silenzioso il palco.

Il Princeton Reverb perde le valvole e diventa Tone Master

Sul piano dell’usabilità, il Princeton Reverb resta quello di sempre.
L’impostazione è quella di un amplificatore monocanale con manopole per il volume, equalizzazione a due bande con controlli di alti e bassi, un potenziometro per il riverbero e controlli di velocità e intensità per il tremolo.
Nel mobile in pino, leggero e risonante, è collocato un altoparlante made in Italy: un Jensen C10R Special Design da 10 pollici.

All’interno, però, non compaiono valvole e nemmeno molle fisiche per il riverbero, che diventa un modello originale Fender ricreato con tecniche di convoluzione per una risposta avvolgente e profonda, organica in tutta l’escursione.
In dotazione, il doppio footswitch permette di azionare riverbero e vibrato, ovvero il tremolo.



Un combo come il Princeton si promette ricco in presenza sonora, con la risposta tipica dell’altoparlante di medie dimensioni, focalizzato sui medi e medio-alti contando su una gamma bassa morbida e acuti presenti ma non eccessivi.
Con il Tone Master, Fender sfrutta un DSP e tecnologie di modeling proprietarie per replicare attraverso il digitale tutto il comportamento dell’originale, dalla dolcezza sonora a bassi livelli di volume alla leggera propensione alla saturazione quando si porta il livello verso fine corsa e si calca la mano.
Grande attenzione è stata rivolta anche al modo in cui il Princeton si relaziona con pedali esterni, digerendo distorsioni in modo apprezzabile e lasciando uscire sempre il caratteristico timbro Fender, ingombrante in tutta la gamma di frequenze e reattivo, per valorizzare ogni tipo di suonato.

L’edizione Tone Master si rifà alla fase blackface della storia Fender, propria di metà anni ’60. Nella sua nuova struttura, l’amplificatore arriva a pesare soli 9kg rispetto ai 15 originali e, di pari passo, anche il prezzo sul cartellino cala in maniera sensibile se rapportato alla controparte valvolare già presente in catalogo.
amplificatori per chitarra fender princeton reverb tone master ultime dal mercato
Link utili
La serie Fender Tone Master su Accordo
Tone Master Princeton Reverb sul sito Fender
’65 Princeton Reverb sul sito Fender
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di MuddyWaters [user #47880]
commento del 22/02/2023 ore 12:15:21
Un digitale a transistor che costa come un valvolare... mammamia che convenienza!
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 22/02/2023 ore 14:22:38
Avrebbe senso, per chi non si può permettere il vero ampli, se costasse tipo 250 euro... non più di mille, boh!
Rispondi
di claude77 [user #35724]
commento del 22/02/2023 ore 15:04:39
Il prezzo devo riconoscere che è alto, ma questi ampli hanno qualità da vendere. Ho suonato il deluxe reverb in versione tonemaster ed era convincente sui puliti davvero fai fatica a distinguere dall’originale. Quando vai a spingere per creare la saturazione naturale, secondo me, si sente la differenza con le valvole.
Rispondi
di MuddyWaters [user #47880]
commento del 22/02/2023 ore 15:54:50
E quello secondo te perché hanno fatto solo i blackface e non hanno fatto il DELUXE o il BASSMAN? Mica so scemi quelli della Fender.
Rispondi
di claude77 [user #35724]
commento del 22/02/2023 ore 15:55:4
ahahahahaha
Rispondi
di MuddyWaters [user #47880]
commento del 22/02/2023 ore 15:56:25
Perché ti pare na strunzata?
Rispondi
di claude77 [user #35724]
commento del 22/02/2023 ore 15:57:28
No no, assolutamente. Alla fine è sempre lì che casca l'asino sulle saturazioni e i tweed sono gli ampli che si suonano saturi. Quindi hai totalmente ragione.
Rispondi
di MuddyWaters [user #47880]
commento del 22/02/2023 ore 15:58:28
Io in effetti non ci avevo pensato e m'ero sempre chiesto perché non facessero il Bassman. Mo che ho letto il tuo commento ci ho pensato.
Rispondi
di DiPaolo [user #48659]
commento del 22/02/2023 ore 16:05:57
Secondo me è eticamente scorretto mantenere un nome come Princeton Reverb e cambiarne il contenuto. Certo, in basso c'è la targhetta Tone Master, però è scorretto. La moda è imperante da tempo, anche nei profumi 7 versioni di Fahrenheit, ma dalla seconda puzzano, idem per Eau Sauvage, Armani pour homme ecc. I grandi marchi cercano di vivere di rendita con i loro prodotti di successo. Chiaramente chi deve spendere cifre importanti farà le prove e le considerazioni del caso ma ... per mè è scorretto. Paul.
Rispondi
di WATERLINE [user #51250]
commento del 22/02/2023 ore 17:59:4
Sara', ma io ho provato il mio Princeton custom shop cablato a mano e con wiring vintage e componenti di assoluta qualita' con un Princeton originale e gia' si sentiva la differenza. Penso che questo Tone Master non sia all'altezza di paragonarlo a questi. Che poi sia un ampli valido puo' darsi.
Rispondi
di claude77 [user #35724]
commento del 22/02/2023 ore 18:02:31
Per me si sente eccome la differenza io sono un valvolarista convinto. Dicevo solo che, almeno sui puliti, le differenze del Deluxe erano piccole, sul resto assolutamente no.
Rispondi
di WATERLINE [user #51250]
commento del 22/02/2023 ore 18:03:46
Ok scusa avevo frainteso
Rispondi
di MuddyWaters [user #47880]
commento del 22/02/2023 ore 18:55:04
...e pensa che io non sono nemmeno un "valvolarista". Io le valvole le schifo.
Rispondi
di Merkava [user #12559]
commento del 23/02/2023 ore 13:00:36
Ciao, chi lo ha assemblato? Dove hai preso il cabinet?
Grazie!
Rispondi
di WATERLINE [user #51250]
commento del 23/02/2023 ore 14:21:29
Non e' assemblato, e' del custom shop fender, la linea cablata a mano come gli originali
Rispondi
di scrapgtr [user #12444]
commento del 24/02/2023 ore 12:03:33
Io invece ho comprato un Twin Reverb del 65 vero (perfettamente conservato e mantenuto) una riedizione valvolare e quello della serie Tone Master. L'originale è imbattibile (a poterselo permettere in quelle condizioni), mentre tra i due moderni, a prescindere dalla maggior comodità (uscita i.r. bilanciata, limitatore di potenza, peso dimezzato) a mio parere il tone master vince alla grande sul reissue sia per qualità del suono che per somiglianza con l'originale. Preciso che non si tratta di una prova veloce in negozio, ma di tre amplificatori che uso e conosco bene e che il proprietario dell'originale (beato lui) è d'accordo con me. Per cui non mi stupisce la differenza tra un modello moderno cablato a mano e la normale riedizione, ma ho il sospetto che il Tone Master suoni meglio della riedizione. Certo rimane il discorso del prezzo, e comunque la differenza di peso che può essere rilevante per il Twin, non lo è di certo per il Princeton.
Rispondi
di WATERLINE [user #51250]
commento del 24/02/2023 ore 13:20:0
Io dicevo di aver provato il mio, che nella produzione moderna fender e' il top di gamma o quasi, con l'originale del '64 e non c'era storia nel senso che al mio mancavano tante sfumature. Certo saranno le valvole, i coni o altri accrocchi elettronici ma la differenza (in peggio per il mio) c'era
Rispondi
di scrapgtr [user #12444]
commento del 24/02/2023 ore 14:00:29
Preciso che il T9 mi ha fatto scrivere "comprato" (magari!) invece che " provato". In realtà il modello vintage in questione è di un caro amico.
Rispondi
di E! [user #6395]
commento del 24/02/2023 ore 16:22:56
Davvero il TM dava una risposta migliore della riedizione valvolare?
Mi stai incuriosendo a riprovarlo in versione twin. Io ho provato un Super Reverb e non mi ha convinto, magari il Twin con 2 coni da 12 è un'altra storia.
Rispondi
di TB [user #1658]
commento del 22/02/2023 ore 16:27:10
*** arriva a pesare soli 9kg rispetto ai 15 originali ***
Ma c'è davvero qualcuno che preferisce una copia digitale all'originale per non sollevare 15 kg? Io, boh...
Rispondi
di Repsol [user #30201]
commento del 23/02/2023 ore 00:00:22
Ho avuto per circa un anno il Deluxe della serie Ton Master. Il Deluxe è uno dei miei ampli preferiti, ne ho avuti molti sia originali (brownface e tweed) sia cloni (Victoria e LazyJ). Ho avuto anche il combo reissue e la testata reissue.
Secondo me il Tone Master è un prodotto di altissimo livello. Riproduce in modo praticamente uguale tutte le caratteristiche del Deluxe originale, tutte le interazioni dei volumi, dei canali e dei toni.
Puliti e distorti sono pressoché identici, la sensazione sotto le dita è la stessa della controparte valvolare.
Non giudico il prezzo, quello è molto soggettivo. Ma il suono c'è tutto.
Ha poi alcuni plus come la riduzione del wattaggio o la possibilità di mandarlo dritto nel P.A. che lo rendono anche molto flessibile.
Per me è un ottimo prodotto, gran suono, leggero e zero manutenzione.
Rispondi
di Merkava [user #12559]
commento del 23/02/2023 ore 13:07:3
ב"ה
Hai ragione. Spesso la differenza tra il famigerato pcb e l'osannato ptp e' proprio nella facilita' di intervenire ed aggiustare il singolo componente. Resta poi il fatto che come ogni emulazione digitale (parlo da chitarrista che NON ha provato l'ampli in questione) prima o poi uscira' la versione 2.0 ancora piu' vicina all'originale, e poi la 3.0 piu' originale dell'originale....e non vedo come si possa aggiornare il software.
Alla fine in prodotti come questi il prezzo vale la novita' del momento, in futuro non vedo come possano mantenere un valore di mercato pari a quello dell'originale tuboso...
My 2 cents..
Rispondi
di Repsol [user #30201]
commento del 23/02/2023 ore 14:10:09
Sono d'accordo, il valore di mercato in caso di rivendibilitá futura sará sicuramente diverso, a favore della versione valvolare.
Rispondi
di scrapgtr [user #12444]
commento del 08/10/2023 ore 16:20:44
Il software si può aggiornare. L'ho già fatto sul mio Twin (upgrade del riverbero). Per Twin e De Luxe è possibile anche sostituire gli altoparlanti virtuali, scegliendo i Jensen della versione nera o i Celestion della versione crema. Per il De Luxe c'è anche la possibilità di modificare via software il voicing del canale reverb e per il Princeton di variare la risposta del controllo del riverbero. Quanto al fatto che i reissue valvolari pcb costano poco di più è vero, ma quel poco non è irrisorio, soprattutto per chi è interessato a limitatore di potenza e DI. Inoltre a mio parere, almeno nel caso del Twin, la differenza tra un vero '65 e il reissue è davvero tanta, tanto che sembra più "vero" quello digitale. Probabilmente non è colpa della costruzione pcb del reissue, quanto dei compromessi su componenti e materiali. Sono convinto che oggi tra i valvolari di massa e i digitali, sia a livello di suono che di affidabilità siano meglio i secondi, se di buona qualità. Poi se potessi comprarmi un Princeton Reverb Custom 64 cablato a mano lo prenderei di corsa ma piuttosto che i normali reissue meglio il TM: miglior headroom, miglior risposta sui bassi, il cono del custom, nessun rumore e suono controllabile a qualsiasi volume.
Rispondi
di E! [user #6395]
commento del 24/02/2023 ore 16:21:46
Interessante.
In effetti avevo già letto le tue considerazioni sul Deluxe TM. Come mai non ce l'hai più?
Rispondi
di Repsol [user #30201]
commento del 24/02/2023 ore 17:03:32
Prevalentemente vivo in California ma da qualche tempo torno in Italia spesso. A quel punto ho deciso di snellire la strumentazione in California, vendendo diversi ampli vintage e moderni e per agevolare l'acquisto di un amplificatore piuttosto costoso. Ora ne ho un paio in California e son più che sufficienti.
Tornando al TM nella versione Deluxe è veramente molto bello. Non ho provato le altre versioni ma sul Deluxe è davvero ottimo.
C'è da considerare che avevo un blackface del 65 che comunque suonava leggermente diverso da quello di un mio amico, vuoi per le valvole, i coni re-coned, condensatori etc..
Quindi quando dico che il Deluxe TM suona uguale al valvolare intendo stessa pasta sonora, reattivitá, comportamento con i volumi della chitarra, interazione toni etc...
È chiaro che non potrá mai essere identico, proprio perchè non sono identici neanche gli originali.
Rispondi
di E! [user #6395]
commento del 24/02/2023 ore 18:51:56
Grazie mille, molto esaustivo.
Mi hai messo la pulce, se riesco a trovarlo lo proverò sicuramente!
Rispondi
di Repsol [user #30201]
commento del 25/02/2023 ore 09:57:53
Se lo provi poi fammi sapere, son curioso di avere un tuo parere.
Rispondi
di gaetano62 [user #10410]
commento del 23/02/2023 ore 05:57:47
Non voglio entrare nel merito della qualità sonora ... anche se credo ci sia.
Il mio dubbio è volto alla tenuta strutturale nel tempo e nella difficoltà di riparazione.
Immagino che a seguito di stress meccanico, quando qualcosa del circuito inizia a dissaldarsi, occorrerà riferirsi ad assistenza tecnica specializzata.
Quando poi, dopo tempo qualche chip salterà e non si troveranno ricambi ... l'ampli è da buttare. Diversamente da apparecchiature assistite da tecnologia ad elementi discreti, dove un mediocre tecnico può intervenirci, anche con modica spesa (nel mio caso, alle riparazioni provvedo personalmente).
Per quanto riguarda il prezzo, credo sia una scelta commerciale: se il brand vuole che la linea Tone Master dovesse assumere un valore intrinseco di prim'ordine, occorre che il prezzo sia simile ai modelli originari.
Della serie: una cosa vale tanto se costa tanto, confidando sul fatto che gli utenti conformeranno le loro convinzioni alle vuluntas del mercato.
Rispondi
di Repsol [user #30201]
commento del 23/02/2023 ore 07:15:24
Questa dell'assistenza è una considerazione intelligente. In effetti, col passare del tempo, potrebbe essere un problema. Sarebbe molto interessante sapere come Fender pensa di gestire questa cosa. Probabilmente garantiranno i ricambi per molti anni.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 23/02/2023 ore 08:41:05
Considerazione interessante.
Il prezzo negli store è due terzi dell'originale, certamente non basso, ma credo sia la politica del costruttore, sono abbastanza convinto che non avrebbe senso metterlo alla metà. Uno sceglie, e posso dire che conosco musicisti, dilettanti come me, che anche solo al peso ci guardano.
Per la "difficoltà di riparazione", teoricamente non dovrebbe esistere, si tratta di schede elettroniche che come nella totalità dei dispositivi digitali vengono sostituite, mi auguro che sia tutto ben organizzato e oliato, nella rete dei centri assistenza, diversamente sarebbe grave.
Poi bisogna vedere quanto te lo tengono e dove lo devi recapitare...
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 23/02/2023 ore 14:20:10
La difficoltà di riparazione si intende sul lungo periodo.
Il digitale invecchia alla velocità della luce... e tra anche solo 10 anni, trovare pezzi di ricambio sarà difficile.
Prova a farti riparare un iPhone di 10 anni fa... non è così banale.
Un ampli valvolare invece è composto da componenti che trovi ovunque e che un po' di manualità puoi aggiustarti da solo.
Se uno spende quella cifra deve mettere in conto anche quello...
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 23/02/2023 ore 14:25:51
Sono d'accordo, infatti credo che non comprerei il Tone Master, ci metto il terzo che manca e prendo l'originale a valvole, ma proprio senza quasi pensarci.
Però credo che non sia da paragonare coi telefoni, che cambiano come ci si cambia i vestiti, se sono un mininimo coerenti dovrebbero assicurare i ricambi per un discreto periodo. Un bravo elettronico comunque riesce a cambiare anche un componenete di una scheda.
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 23/02/2023 ore 14:32:31
Si, ma qua parliamo di digitale, quasi mai si tratta di cambiare un singolo componente purtroppo, c'è un cpu programmata per emulare qualcosa, se qualcosa va storto, 99.99% delle volte devi sostituire tutta la scheda... e cio' è possibile finchè qualcuno la produce.

E basta che tra 5 anni Fender faccia uscire il Tone Master II, "ancora più identico all'originale", che i pezzi per il tone master I inzieranno a sparire... magari non è un processo veloce come per l'iPhone, ma non credo cambi molto... nel mondo digitale l'obsolescenza è velocissima in tutti i campi.
Rispondi
di saverio21 [user #20612]
commento del 23/02/2023 ore 16:25:59
Il Roland Jazz Chorus è sul mercato da decenni (vado a memoria ma la prima serie dovrebbe essere del 1975), è solid state e non mi sembra ci siano mai stati tutti questi problemi di approvigionamento di pezzi di ricambio....
Rispondi
di edgar587 [user #15315]
commento del 23/02/2023 ore 17:43:22
forse perchè si parla ancora di roba analogica, non ci sono algoritmi e CPU.
Rispondi
di saverio21 [user #20612]
commento del 23/02/2023 ore 23:13:5
Mah, sarà, ma secondo me questo è un non-problema
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 24/02/2023 ore 16:21:52
Guarda che tra ampli a transistor e ampli digitale che simula un suono c'è un abisso... il primo lo ripari con un saldatore, il secondo no.
Gi ampli a transistor, valvole a parte, sono fondamentalmente uguali ai valvolari. Il digitale è proprio un altra cosa.
Rispondi
di DiPaolo [user #48659]
commento del 25/02/2023 ore 16:24:34
Ciao Saverio, ampli come il jazz chorus, ma anche tutti quelli successivi fino a una quindicina di anni fa, erano totalmente analogici, a valvole o stato solido (transistor) che fossero. L'introduzione del digitale, altri non è che un apparato interposto fra l'ingresso dell'ampli ed il suo preamplificatore (dal pre in poi tutto rimane analogico, valvolare o a stato solido che sia). Questo apparato (scheda) altri non è che un convertitore A/D seguito da un convertitore D/A, e su questo convertitore è caricato l'algoritmo/i che presiede/ono ai vari effetti voci/modulazioni/emulazioni/ritardi. In conclusione, l'ampli moderno si potrà utilizzare comunque, baipassando la sezione digitale (un deviatore a due vie, due posizioni), con quale risultato non so, ma sicuramente la scheda su cui alloggia, il processorone per la doppia conversione ed il SW (l'algoritmo/i) te lo puoi scordare già quest'altr'anno. Ho tutti i pedali voce Boss, e tutti quelli digitali (a parte il primo MZ-2, anni '80) hanno lo stesso processorone: Roland ESC/R04010990/800402GJ-211/0716YP001 (144 Pin sui 4 lati), quello che cambia, per cambiare l'impronta sonora, la voce finale ed i controlli, è il SW, l'algoritmo. Negli amplificatori hanno sempre adattato i componenti commerciali alle esigenze produttive, per cui nel 2023 si possono riparare apparati di 80 anni fa con gli stessi componenti o equivalenti. Negli apparati digitali è esattamente il contrario, si costruiscono componenti PROPRIETARI (in HI-FI esistono anche componenti commerciali tipo Burr Brown ma è un altro campo), in modo da poterci caricare SW proprietari ... componenti e SW si evolvono continuamente, per cui dopo 2/3 evoluzioni del SW, sempre più pesanti, occorre evolvere anche l'HW (il processore), già quest'alt'anno ed il passato, non essendo COMMERCIALE ma PROPRIETARI NO. Questo è il modo più semplice per programmare la vita commerciale dei prodotti e proteggersi dalle riparazioni terze. Ciao, Paul.
Rispondi
di Mm utente non più registrato
commento del 23/02/2023 ore 10:08:44
Semplicemente stanno preparando il terreno per portare i valvolari a prezzi da custom shop.... Un bel hot Rod a 4000 euro......prepariamoci
Rispondi
di scrapgtr [user #12444]
commento del 24/02/2023 ore 12:16:04
Non è proprio così ma quasi. Le valvole sono sempre più scarse e e la costruzione di un valvolare sempre più costosa. Non penso che ci faranno pagare un valvolare industriale al prezzo di un custom shop ma sicuramente la produzione dei valvolari economici è destinata a cessare perché non sarebbero più economici, mentre probabilmente vedremo un incremento di produzione di piccoli valvolari di lusso, cablati a mano, preferibilmente dotati di simulatori di cabinet in uscita, in modo da abbinare alla timbrica e alla dinamica valvolare di qualità caratteristiche pratiche moderne e prezzi non proibitivi.
Rispondi
di Mm utente non più registrato
commento del 24/02/2023 ore 13:52:43
Ricorda la frase ,non credo che li faranno pagare come un custom shop..ricordala bene.
Una strato ultra oggi costa come una cs di 10 anni fa.....ben 2200 euro........un prodotto industriale in piena regola....credi davvero che un Fender deluxe(costruito parecchio in economia)che oggi sta a 1400 euro non volerà a 3 Milà euro?
In un ampli q valvole si potrà sempre riavvolgere i trafo sostituire i cap,cambiare un pot...può durare altri 100 anni,un apparecchio in smd ha vita programmata e una volta guasto ti rimane in mano il cabinet in MDF....
Auguri....
Rispondi
di Mariano C [user #45976]
commento del 23/02/2023 ore 17:53:22
I Tone Master sono ottimi prodotti, ma fa veramente tenerezza quello che danno per il prezzo rispetto a quello che fa il Quilter Aviator 3 con lo stesso prezzo. Che è totalmente analogico e riproduce meglio tutti i suoni del tone master e molti di più
Rispondi
di spillo91 [user #17528]
commento del 23/02/2023 ore 18:16:30
Sarebbe interessante capire come si comporta questo tipo di amplificatori con una catena di pedali analogici davanti. Il mio Blackstar digitale, per quanto suoni discretamente a volumi bassi, quando gli metto davanti un overdrive o un tremolo analogico tende ad impastare i suoni e ad assumere un sound plasticoso e poco convincente. Probabilmente, visto quello che costano, questi Tone masterr non avranno lo stesso problema, ma sarei curioso di sentire in merito l'opinione di chi li ha testati in prima persona.
Rispondi
di E! [user #6395]
commento del 23/02/2023 ore 18:52:5
Io ho provato un Super Reverb, 4 coni da 10. I pedali li prende bene, non ho notato nulla di strano, è sicuramente un buon ampli, volume da vendere, ampio, leggero.
Il problema è proprio la pasta di fondo, non mi è piaciuta. C'era qualcosa di piatto e meno "vivo", non suonava come mi sarei aspettato suonasse un Super Reverb con 4 coni Jensen.

Ho letto molti commenti entusiastici sull'ottima corrispondenza tra il Deluxe Tone Master e il Deluxe "vero" e qui potrei avere un metro di paragone più accurato avendone uno "vero", ma non ho mai provato la versione Tone Master. Su alcuni video su YouTube si sente che sulle note singole è ok, molto simile, mentre sugli accordi cambia un po' la storia...
Rispondi
di fa [user #4259]
commento del 25/02/2023 ore 07:44:43
Non giudico il suono perché non l’ho mai provato ma non capisco il senso della serie Tone Master… è un’emulazione digitale dell’originale che costa un po’ meno e pesa un po’ meno. A parità di prezzo posso prendere delle ottime soluzioni digitali che simulano molti amplificatori, pedali ed effetti. Magari non così bene, ma comunque di buona qualità. Con qualche centinaio di € in più mi compro l’originale che peserà un po’ di più ma tiene il valore nel tempo. Forse ha ragione chi scrive che tra un po’ il prezzo dei valvolari andrà alle stelle? Oppure, ancora peggio, smetteranno di produrli vista la rivoluzione digitale in corso e si sono portati avanti per mantenere l’identità del brand? Ciao Fab
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