VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE
Sta arrivando il MIDI 2.0? Ecco perché sarà rivoluzionario
Sta arrivando il MIDI 2.0? Ecco perché sarà rivoluzionario
di [user #116] - pubblicato il

A 40 anni dalla nascita del MIDI, il protocollo universale preferito dai musicisti è pronto a svelare la sua evoluzione più grande. Accadrà al NAMM Show di aprile 2023.
All’inizio degli anni ’80, il MIDI ha rappresentato una vera rivoluzione per il settore della musica. Non solo ha permesso nuove possibilità espressive e avviato tutto un filone artistico basato su sistemi elettronici sincronizzati tra loro, ma ha reso possibile controllare dispositivi tradizionali in modi inediti, inimmaginabili prima di allora.
Il grande successo del MIDI è stato riunire tutto il sistema musica sotto una sola bandiera, diventando uno standard riconosciuto e adottato dai costruttori di tutto il mondo. È un traguardo difficile da replicare, e anche a questo si deve la sua longevità.
40 anni più tardi, infatti, il MIDI è ancora in piena forma. Nel mondo digitale è come dire secoli, e un aggiornamento era nell’aria da tempo.
Accadrà al NAMM Show 2023, dove saranno celebrati i 40 anni di MIDI e verrà mostrato in anteprima il MIDI 2.0, che si preannuncia una nuova rivoluzione per il settore.



Si parla da tempo di MIDI 2.0. Nel 2019 avviene qualche timido tentativo e un primo incontro col pubblico sempre in occasione del NAMM, quasi per tastare il terreno, ma ancora non si parla di prodotti effettivi né di distribuzione.
Nel 2020 Roland presenta la nuova A-88MKII, la prima tastiera compatibile col futuro protocollo. Gli attori che hanno seguito da vicino l’arrivo della nuova edizione sono molti, e al NAMM oltre 30 aziende saranno coinvolte in un’esposizione interamente dedicata al MIDI.

Sta arrivando il MIDI 2.0? Ecco perché sarà rivoluzionario

Sarà il momento per svelare in via definitiva la versione 2.0 che, grazie a una maggiore quantità di bit e di canali (si parla di 256 canali contro i 16 originali), consentirà informazioni estremamente più dettagliate, maggiore risoluzione e quindi più espressività e naturalezza sia nelle parti riprodotte via MIDI, sia nelle automazioni di parametri vari legati a effetti e cambio suoni. Inoltre, la quantità di dati a disposizione favorirà chi sperimenta con intonazioni non standard e musica microtonale.

Già con il passaggio dai connettori canonici alla USB ha reso il MIDI capace di comunicare con più piattaforme, e il 2.0 pare amplierà ulteriormente tale aspetto.

La nuova release non riserva solo un aumento dei numeri, ma la maggiore capacità di calcolo permetterà accorgimenti tecnici come un controllo costante dei messaggi basati sul tempo, così che ogni pacchetto di informazioni contenga i dati relativi al suo posizionamento e non si rischi alcuno sfasamento.

Sarà inoltre un sistema pienamente retrocompatibile, che non taglierà immediatamente il cordone ombelicale e quindi la strumentazione precedente non diventerà obsoleta. Ma si troverà affiancata a una distesa immensa di nuove possibilità.

Consigliamo di tenere gli occhi puntati, perché venerdì 14 aprile si prospetta un giorno importante per musicisti, tecnici e producer di tutto il mondo.
midi musica e lavoro ultime dal mercato
Link utili
Il sito del NAMM
Nascondi commenti     6
Loggati per commentare

di claude77 [user #35724]
commento del 25/03/2023 ore 17:33:59
Ho letto l’intero articolo e davanti ai miei occhi rotolano solo balle di fieno perché non comprendo assolutamente niente di tutto questo.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 25/03/2023 ore 20:56:2
In effetti per un chitarrista il midi è solo un segale per cambiare i preset di un multieffetto.
E per uno abbastanza vecchio sono dei files musicali con dei suoni brutti.
Rispondi
di claude77 [user #35724]
commento del 25/03/2023 ore 23:03:19
Anche per me il midi è solo quello ed essendo anche io abbastanza vecchio per me il midi è quel suono orrendo delle basi che inserivo nella tastiera con il dischetto da 3 e mezzo. Ma con questo non voglio sminuire l'articolo assolutamente, ma solo dire che non ho idea cosa sia veramente.
Rispondi
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 26/03/2023 ore 12:41:0
Ahahah! In effetti il MIDI è un mondo enorme non proprio facile da padroneggiare anche per l'uso relativamente semplice che se ne fa da chitarristi. Però le possibilità sono immense, e l'aggiornamento al 2.0 potrebbe aprire ancora più porte.
È vero che nei ricordi di molti (me compreso) "MIDI" sono quelle basi terribili dei karaoke con le chitarre che suonavano come la colonna sonora di Duke Nukem 3D, ma in realtà quella è "colpa" della libreria sonora che il MIDI si limita a controllare. Lo stesso protocollo, usato per controllare dispositivi di maggior qualità, VST moderni e quant'altro, permette oggi di creare musica virtualmente indistinguibile da esecuzioni di strumenti reali. I tastieristi lo sanno bene e pensare di poter esplorare intonazioni microtonali, escursioni di volume, dinamica (velocity), toni, parametri vari con ancora maggiore risoluzione permetterà di avere sotto i tasti bianchi e neri (per fare un esempio) degli strumenti eccezionalmente realistici.
Ma questo anche per un chitarrista, che per esempio potrà controllare dispositivi anche analogici in remoto con comandi digitali assolutamente fedeli, filtri, wah, fare morphing tra vari suoni come mai prima.
Sono applicazioni probabilmente lontane da molti di noi, ma si sta preparando un mondo tutto nuovo, ed è eccitante!
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 27/03/2023 ore 11:23:27
Da informatico di professione, lo standard MIDI è veramente un "caso" più unico che raro.
Nato negli anni 80, ha ovviamente rispetto alle tecnologie attuali dei limiti incredibili.
In un mondo (quello digitale) in cui tutto diventa vecchio in un paio di anni, questo standard è un highlander.
Probabilmente deve la sua longevità al fatto che, benchè basato su un modello 8bit, permette di ottenere risultati che "musicalmente" non hanno mai evidenziato particolari limiti.
La velocity, per fare un esempio (la forza con cui si preme su un tasto della tastiera) ha, essendo 8bit, "solo" una scala da 0 a 255... ma alla fine si è sempre rivelata più che sufficiente a gestire qualunque necessità.

Chiunque abbia smanettato con una DAW ed una tastierina MIDI ha ben chiaro a cosa serve e cosa fa.
Le novità introdotte dal MIDI 2.0 mi sembrano piuttosto marginali, vediamo se riuscirà a scalzare lo storico nonno... visto che sono stati abbastanza furbi da mantenere la retro-compatibilità immagino di sì, alla fine è una novità che non toglie niente e aggiunge qualcosina, quindi perchè no...

Personalmente ricordo con una lacrimuccia quando da ragazzino smanettavo con il mio glorioso MSX e la sua cartuccia "Midi Interface"... all'epoca (1985?) sembrava fantascienza...
Rispondi
di JoeManganese [user #43736]
commento del 05/04/2023 ore 03:39:2
All'epoca collaboravo nel tempo extra studio con una rivista di informatica e mi mandarono il prototipo di un computer MSX della Yamaha che aveva il MIDI, primo in assoluto del genere (successivamente sarebbe arrivato Atari ST con il midi e i suoi sequencer). Doveva essere proprio il 1985. Non avevo ben chiaro a che diavolo potesse servire, in fondo era solo una porta seriale (tra l'altro mal gestita, essendo l'hardware UART carente in velocità sui computer a 8 bit). Però ricordo che un po' di gente musicista venne in pellegrinaggio da me a guardare quell'inutile (per me) monolite senza corde e senza tasti.
Da informatico, pure io, ho incontrato MIDI successivamente per la realizzazione di software custom. MIDI è alla fine un protocollo seriale (bus seriale) di tipo broadcasting, senza correzione di errore, con possibile perdita di pacchetti, e intrinsecamente difettoso nel forwarding (passthru) introducendo ritardi cumulabili (da qui il limite dei dispositivi collegabili).
Non ho mai capito per quale oscuro motivo mentre il mondo cambiava verso USB già oltre due decenni fa, MIDI rimaneva con le anacronistiche seriali senza controllo di flusso, quasi sempre in formato anni '70 (le prese DIN ).
Con MIDI 2.0 che è finalmente bidirezionale, i dispositivi possono parlarsi, autoconfigurarsi e se non ho capito male il trasporto è garantito . Comunque, come dici tu, un highlander fatto e finito. Nessuno avrebbe potuto immaginare nel 1986 che sarebbe andato avanti per 35 anni senza alcuna vera motivazione.
Rispondi
Altro da leggere
Basse frequenze, overdrive e ambienti per gli stompbox Fender Bassman
Hello Kitty compie 50 anni e suona la Strat col fuzz
Tra Goldtop e plastiche floreali, Gibson replica la rarissima Les Paul di Mary Ford
Supro destruttura riverbero e connettività nel combo Montauk
La SE Custom 24 raddoppia per il 2025
Fender all’ennesima potenza: le American diventano Ultra II
Articoli più letti
Seguici anche su:
Scrivono i lettori
Never Ending Pedalboard (e relative sfumature made in Italy)
Gretsch G5220: gran muletto per i più esperti
Mini Humbucker FG Mini-H SP-1
Fattoria Mendoza Hi-Crunch: il fratello arrabbiato dell'M
Harley Benton Tube5 combo: sei bella quando strilli
Parliamo di analogico!
Sistemi digitali per cinquantenni soddisfatti
Impressioni a freddo sul Neural DSP Quad Cortex
Acquistare strumenti musicali in Gran Bretagna: come funziona il dazio...
Basi o Altezze?




Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964