Non voglio essere ripetitivo ma fino al 1977 io avevo visto usare, comperandoli poi di persona, anche visto il doppio ruolo di bassista e inizialmente anche di chitarrista solista, però con i pochi mezzi economici che avevamo, principalmente distorsori. Il primo fu uno Steelphon, il secondo un VOX Booster (provate ad usarlo con una Stratocaster), poi ad un mercatino domenicale trovai il mio primo Tone Bender VOX, quello grigio metallizzato a forma di ferro da stiro. In seguito, ascoltando Jimi Hendrix, corremmo tutti a comperare il Wha-Wha VOX. Fino a quel 1967 conoscevamo solo l'echo Meazzi, poi passammo ai Binson Echorec 2, ma si usava molto anche il vibrato, che Meazzi forniva anche a parte in uno scatolotto metallico con cavo dotato di connettore del tipo DIN, più il reverbero a molle, di solito presente in molti modelli di amplificatori, ma qualche Brand lo realizzava a parte, vedi Fender. L'unica evoluzione, almeno nel mio caso, fu un doppiatore d'ottave della Davoli, dalle dimensioni notevoli, mentre un mio amico pescò un simulatore di Leslie della Farfisa. Autunno 1977, il mio compianto amico, collega e tastierista, Michele Gallo, conosciuto a Villastellone (TO), ma lui era di Angri, mi disse se volevo accompagnarlo a dare un'occhiata al negozio di Merula, all'epoca situato nel centro di Bra. Li scoprimmo gli amplificatori Peavey, molte chitarre che non erano esposte in altri negozi, vedi Fender Starcaster, e dei nuovi pedali importati dagli Stati Uniti, gli Electro Harmonix, mai visti prima. Michele s'innammorò subito dello Small Stone, mentre a me piacque l'Electric Mistress, che ho ancora. Ci ritornamo ed io comperai prima un Big Muff π e poi anch'io lo Small Stone, erano tutti alimentati a batterie e ce l'ho ancora perfettamente funzionanti. Anno 1980, mio trasferimento al Copartimento di Napoli, cominciando a frequentare via San Sebastiano ed in particolare il negozio della buonanima di Salvatore Ceruti, dove trovai dietro il bancone il mio amico Davide Giordano. Ne ho fatte di compere in quel negozio, però li conobbi anche un tecnico, Enzo, che per sdebitarsi con me perchè l'avevo tolto d'impiccio dandogli un mio ampli stereo, mi diede un pedale EHX alimentato a rete, l'Echoflanger, a cui mancava un pettine triplo di contatti interessante longitudinallmente tutto il circuito, che io realizzai con 3 lamierini di rame. Poi comperai da Salvatore il De Luxe Electric Mistress e da Davide il mio copianto De Luxe Memory Man, che mi fu guastato da un collega che era pure ferrato in elettronica, a suo dire, anatema su di lui. Ora di pedalozzi ne ho 35, ma non li uso
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