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Ho comprato il TS9 a causa dei multieffetto, e l’ho odiato
Ho comprato il TS9 a causa dei multieffetto, e l’ho odiato
di [user #17844] - pubblicato il

Navigare in un mare di strumenti virtuali insegna un sacco di cose, ma solo se hai le carte nautiche strette in mano.
La storia si ripete fin da quando sul mercato sono comparsi i primi effetti multipli a prezzo accessibile. Pedaliere multieffetto, plugin o processori digitali moderni, ogni epoca ha avuto i suoi modelli di riferimento per avvicinare i neofiti al mondo dei suoni per chitarra elettrica. Il grande vantaggio rispetto alla faticosa pratica di costruirsi una strumentazione tradizionale fatta di amplificatori e stompbox singoli è quello di avere subito a portata di mano un’infarinatura generale di cosa offrono le diverse scuole di pensiero.

La teoria insegna che, con qualsiasi processore fino anche alle applicazioni software più accessibili, con un po’ di pratica si possa riuscire a inquadrare cosa distingue l’amplificazione vintage da quella hi-gain, lo stile UK dallo USA, overdrive e distorsori, modulazioni di sorta. Una scelta così ampia, però, può anche alimentare una confusione e dare vita a false convinzioni che poi è difficile scrollarsi di dosso.

Chi è più navigato nel campo sa bene come ogni suono sia il risultato di una delicata alchimia a cui contribuisce ogni singolo componente della catena. Combinazioni diverse, anche solo disposizioni differenti o regolazioni alternative, possono modificare nel profondo una pasta sonora e, se non si posseggono le basi giuste, è difficile capire quale aspetto è responsabile dei cambiamenti che si odono.
Bisogna insomma andarci coi piedi di piombo e, senza il confronto costante con chi è più esperto, si rischia di finire fuori strada.

È esattamente questo il meccanismo che, ormai eoni fa, mi ha portato a compiere il mio primo acquisto “serio” in musica, rivelatosi subito un enorme buco nell’acqua.

Ho comprato il TS9 a causa dei multieffetto, e l’ho odiato

Quando il primo Guitar Rig approdò sui computer, per noi pivelli fu una piccola rivoluzione. I multieffetto più quotati tra i neofiti erano prodotti come il Line 6 POD (il mitico fagiolone rosso) e la Zoom 606, con la loro discreta selezione di suoni più o meno ispirati a strumenti reali ma che, nelle menti dei meno esperti, non suggerivano granché. Con il plugin era finalmente possibile vedere quegli strumenti disegnati su uno schermo, riconoscere i riferimenti reali così come li avevamo adocchiati sui palchi e nei negozi. Il software diventava un’enorme vetrina per capire cosa ci piaceva e, un giorno, sognare di acquistare il pezzo originale a cui quella simulazione si ispirava.
Per me, galeotto fu un preset dedicato al suono di Slash.

Ho comprato il TS9 a causa dei multieffetto, e l’ho odiato

La catena era all’incirca quella in foto. Partiva con l’immancabile compressore, che già da solo altera sensibilmente tutto quello che viene dopo ma che si può immaginare quanto poco dica a chi ancora sta cercando di padroneggiare il barrè.
Seguiva uno Screamer usato come booster, con volume bello alto e poca saturazione, ficcato in una plexi con preamplificatori ben tirati e una 4x12 a chiudere il tutto.

Per chiunque sarebbe stato evidente che quello Screamer era messo lì a spingere l’amplificatore, dando giusto quella botta di medi che riusciva a “intubare” anche la mia Squier per farle fare vagamente il verso a un humbucker. Ma io questo non potevo saperlo, e tutto quello che notavo era che, quando nel preset azionavo quel modulo verde, la distorsione ricca e densa di Slash prendeva vita, per magia.

I forum sul web erano una miniera di informazioni e confronti, così scoprii che quello Screamer era ispirato a un preciso pedale per chitarra, pure piuttosto famoso. Era fatta, il suono di Slash era a un passo.
Feci il mio primo investimento a lungo termine, acquistando un Ibanez TS9 a scatola chiusa.
Vi lascio immaginare il risultato quando l’ho ficcato nel mio Elka a transistor da 10 watt…

L’amplificatore - il suono pulito di una trombetta da stadio che diventava un fuzz da cono rotto in uno sciame di zanzare quando si alzava il gain - non aiutava di certo ma, anche quando lo sostituii con qualcosa di più serio e cominciai a capire cos’era una valvole grazie alle prime esperienze in sala prova, la situazione non migliorò granché.
La fortuna ha voluto che i miei gusti si stessero trasformando di pari passo, e quel pedale incompreso - che per un periodo continuavo a tenere a cannone in pedaliera per farci power chord spompati e fastidiosamente mediosi solo perché lo avevo pagato troppo per metterlo da parte - col tempo ha cominciato a rivelarmi tutta la sua meraviglia.
Mi è andata di lusso, ma non tutti hanno avuto la stessa fortuna.

Tempo dopo avrei scoperto un ringhio estremamente simile a quello che volevo in origine in pedali come il Marshall Guv’Nor, tanto idolatrato nell’edizione grossa nera anni ’80 quanto vituperato nella versione GV-2 in scatoletta argentata. Questo però nei multieffetti non c’era, e l’unico modo per arrivarci è stato comprare, provare, scambiare scatolette “alla vecchia maniera”.
Quanto ai processori, mi hanno insegnato piuttosto a usare in modo approfondito strumenti che conosco già e ancora oggi sono una palestra stimolante per affinare ogni nozione nel campo del tone shaping anche più avanzato. Perché, quanto ad affidarmi a loro per capire cosa mi piace nel mondo reale, non è che la storia vada granché a favore.
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di RedRaven [user #20706]
commento del 19/12/2023 ore 11:13:02
La lezione imparate spero sia: si parla sempre troppo poco di amplificatori e troppo di chitarre e pedali. E poi: si parla sempre troppo poco di casse e coni. Io negli anni ho imparato che cassa e cono sono uno degli elementi più importanti, non solo sulla timbrica ma sull'attacco e la resa del gain. Quanti articoli ci sono su questo? zero.
Rispondi
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 19/12/2023 ore 11:43:31
In realtà c'è un discreto archivietto sul tema, sia strettamente sui prodotti sia con esperimenti sonori, con casse reali e con IR (che, da soli o inseriti in effetti e processori, stanno rubando un sacco di mercato alle casse tradizionali): vai al link
Qui un po' di IR: vai al link
Qui microfonazione: vai al link
Ancora casse virtuali: vai al link
E di cassa si parla spesso negli articoli sugli amplificatori, la cassa esterna è stata anche oggetto di un focus all'interno della prova di un piccolo combo che ne permetteva il collegamento: vai al link
C'è stato perfino un recente articolo che mette sul piatto della bilancia proprio la questione chitarra/ampli: vai al link
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 19/12/2023 ore 11:49:35
Il numero di articoli per numero che vedo è decrescente da chitarre - pedali - ampli - casse. Gli articoli su IR per me cadono sotto l'aspetto pedale anche perchè spesso sono per usi in cuffia o nel mixer non per avere il volume e la resa della cassa "live". Ma non solo qui, nella cultura del chitarrista che poi si chiede perchè non abbia un buon suono. Perchè ha una ferrari con le gomme da bicicletta, per esempio.
Rispondi
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 19/12/2023 ore 12:03:05
Concordo che il cabinet sia importantissimo, ahimè la quantità di articoli strettamente legata ai prodotti (casse e altoparlanti) è naturalmente correlata alla presenza di prodotti in quel campo. Da ormai diversi anni gli amplificatori tradizionali e le conseguenti casse stanno rallentando, cedendo il passo a sistemi smart, processori digitali ed effetti che però non ne sminuiscono il ruolo nell'economia sonora generale. Ne è la dimostrazione l'attenzione rivolta ai comparti IR, sempre più ricchi nei multieffetto e per la prima volta nella storia presenti anche in stompbox fino ai prodotti dedicati come gli IR Loader. Si potrebbe addirittura dire che la graduale diminuzione di novità in campo di amplificatori e casse in favore del digitale abbia sensibilizzato il pubblico al tema più di quanto non si potesse fare prima, proprio per la praticità di esplorare le differenze sonore tra più cabinet virtuali con un click, anziché dover acquistare e montare casse reali in quantità.
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 19/12/2023 ore 14:14:52
Se fate solo redazionali, si. Se si fa qualcosa di più, no. Seguo il canale youtube di Johan Segeborn che fa confronti di coni, cabinet, configurazioni, di tutto. Da dire ce ne sarebbe.
Rispondi
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 19/12/2023 ore 14:33:17
Non sarebbe male, ma purtroppo non è così scontato avere a disposizione la mole di amplificatori e casse di ogni epoca che Segeborn ha in casa propria.
Quando possibile facciamo approfondimenti raggiungendo specialisti del suono ( vai al link ), ma credo sia naturale che gran parte dei prodotti che passano su un giornale di settore interessino strumenti effettivamente in produzione, forniti da negozi, distributori e produttori.
Rispondi
di dylandog_89 [user #19927]
commento del 24/12/2023 ore 12:14:55
Segeborn fà confronti che si rivelano quasi del tutto inutili dato che vanifica tutto con quel cazzo di suono sempre uguale con alti e presnece sparati al max che ti perforano le orecchie... Per non parlare del solito lick suonato come un 15enne; qualsiasi video ha sempre quel caratteristico suono sgranato e fastidioso...il tizio deve avere le orecchie andate per pensare che sia un bel suono da proporre.
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 19/12/2023 ore 15:00:25
Sinceramente io questa diminuzione di novità in fatto di ampli "tradizionali" non la vedo proprio.
Sarà che io seguo solo quelli, ma credo che in nessun momento storico ci sia mai stata un'offerta così ampia di marchi blasonati, boutique, economici etc... ce n'è veramente per tutti i gusti, anche troppo.
Discorso diverso per casse e coni forse... ma quelli hanno sempre offerto una scelta piuttosto limitata.

Quello che è vero è che uno non può tenere in casa 10 ampli e 10 cabinet... ma magari 10 chitarre sì e pedali a bizzeffe... quindi che questi ultimi siano in cima alla GAS è naturale...
Rispondi
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 19/12/2023 ore 15:10:42
La questione amplificatori è ampia e, pensandoci, potrebbe meritare un articolo a sé: vorrei rinnovare il parco amplificazione già da un pezzo ma l'approvvigionamento presso i negozianti sembra andare a rilento (sicuramente meglio rispetto al periodo Covid, ma comunque ancora zoppica) e le novità - interessanti su carta - talvolta su carta restano (cerco da tanto i rinnovati Hiwatt, senza successo). Questo vale almeno restando sul valvolare: sembra che qualcosa si muova sul versante Marshall ora che la nuova gestione avrà probabilmente qualcosa da dimostrare, e mi piacerebbe approfondire il tema...

Però, chiacchierando di recente con alcuni amici negozianti, è in effetti emerso come l'amplificazione sia cambiata senza sparire del tutto. I grossi valvolari sono un po' in via d'estinzione, quelli sì, ma al loro posto tengono duro i modelli più piccoli (ora con uscite XLR, simulatori di cabinet integrati ecc.) e sono emersi tantissimi sistemi compatti, solid state o digitali, che prima semplicemente non esistevano.
Il trend si riflette sull'interesse verso le casse tradizionali: si pensi a Celestion che ha deciso di mettersi in gioco coi propri IR, e io stesso sto cercando una buona testata da usare quasi esclusivamente col Captor per registrare in diretta nella scheda audio... quindi insomma, è una situazione tutta in evoluzione da seguire.
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 19/12/2023 ore 16:15:16
Sì, probabilmente nei negozi si trova poco... ma vale un po' per tutto... specie se si cerca un modello specifico.

Però volevo fare un esempio... solo in casa Marshall per dire, di valvolare al momento c'è:
- serie Studio con 8 modelli
- serie Origin con 4 modelli
- serie DSL con 7 modelli
- serie JVM con 7 modelli
- serie Handwired con 2 modelli
- serie Vintage Reissue con 6 modelli
- 27 cabinet

Io credo che un catalogo così vasto Marshall non l'abbia mai avuto... ogni 3/4 mesi esce qualcosa di nuovo... non mi sembra un settore che sta "rallentando" proprio per niente.
Tra l'altro con internet, sono spuntati piccoli produttori come funghi... insomma, credo siamo in un era di massima espansione, altro che rallentamento.

Ho l'impressione invece che chi segue più il mondo digitale siamo un po' vittima nel marketing e si sia fatto convincere che il mondo dell'amplificazione tradizionale stia scomparendo... e non parlo solo del tuo commento, ma di molti altri commenti simili che ho letto anche qua su accordo...
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 20/12/2023 ore 13:06:04
Riprendo e sottoscrivo queste tue parole:
"Ho l'impressione invece che chi segue più il mondo digitale siamo un po' vittima nel marketing e si sia fatto convincere che il mondo dell'amplificazione tradizionale stia scomparendo... e non parlo solo del tuo commento, ma di molti altri commenti simili che ho letto anche qua su accordo...".
Può anche essere vero però che il mondo dell'amplificazione tradizionale sia in declino più in Italia, e "stranamente" chi produce amplificazione non guarda all'Italia come alla stella polare e al mercato di riferimento.
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 20/12/2023 ore 14:21:16
Può darsi, non ho dati alla mano.... però mi sembrerebbe strano che l'italia sia un mercato particolare.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 20/12/2023 ore 13:06:06
Riprendo e sottoscrivo queste tue parole:
"Ho l'impressione invece che chi segue più il mondo digitale siamo un po' vittima nel marketing e si sia fatto convincere che il mondo dell'amplificazione tradizionale stia scomparendo... e non parlo solo del tuo commento, ma di molti altri commenti simili che ho letto anche qua su accordo...".
Può anche essere vero però che il mondo dell'amplificazione tradizionale sia in declino più in Italia, e "stranamente" chi produce amplificazione non guarda all'Italia come alla stella polare e al mercato di riferimento.
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 22/12/2023 ore 10:55:1
Sono d'accordo. E ci sono pletore di valvolari entry level anche, e super high end che rifanno fender e marshall point to point con materiali boutique. Ma se leggo accordo solo IR, digitale, modeling. Non so, anche in un negozio medio grande ci trovo valvolari su valvolari.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 20/12/2023 ore 13:02:10
Per quanto mi riguarda, RedRaven, possono anche farti santo subito. Io ormai nemmeno ne parlo più tanto mi sembra fiato sprecato. Qui si sta confondendo Cristiano Ronaldo vero con Cristiano Ronaldo nel videogioco FIFA.
Eppure per molti sono la stessa cosa.
Rispondi
di GigioBigio [user #60117]
commento del 19/12/2023 ore 14:12:02
Più che altro si parla troppo poco di combinazioni pedali + ampli. Per dire, se hai un Vox, sai già che un TS9 e un TS808 suoneranno malissimo, i bigmuff male, SD, Klon, Blues Driver abbastanza bene, Timmy molto bene, Hot Cake e Rat da dio. Questi ultimi 2 però suonano non troppo bene sui Fender. In breve, non esistono pedali che suonano bene con ogni combinazione ampli+chitarra.
Rispondi
di melonstone [user #55593]
commento del 19/12/2023 ore 14:29:26
Tutto è relativo, pensa che io col VOx AC30 + Tubescreamer ci ho registrato un album intero, ed il produttore non solo non ha mai avuto niente da ridire, ma quando risentivamo le tracce commentava con "sembri che suono!" .......
Rispondi
di _Spawn_ [user #14552]
commento del 20/12/2023 ore 14:47:23
Amen!
Secondo me la cassa è di importanza vitale, per alcuni aspetti ancora più importante dell'ampli
Rispondi
di melonstone [user #55593]
commento del 19/12/2023 ore 11:57:09
Io ho imparato dall'esperienza che bisogna chiedere: chiedere al negoziante, chiedere ad altri amici musicisti, chiedere su forum come questi. Nel tuo caso, avessi chiesto descrivendo il tuo setup, ti avrebbero fatto desistere da un simile acquisto.
Ma tutti sbagliano. Tanti tanti anni fa (credo fosse il 1999) suonavo con un ampli valvolare Starfield by Ibanez, un combo 2 coni 100 watt che pesava un'ira di Dio. Avevo già una passione per i pedali, e mi accorsi che l'ampli digeriva male i suoni dei pedali che avevo acquistato. Fu così che, da giovane inesperto, mi presentai al negozio di strumenti musicali della mia città e scambiai il mio Starfield con un Fender London Reverb, un ampli a transistor...solo perchè avevo letto da qualche parte che i Fender erano ampli pedal frienldy. Arrivato a casa, attaccai subito il nuovo ampli alla pedaliera ed il suono faceva ancora più schifo. Spippolai una notte intera, non mi piaceva e soprattutto io suonavo grunge ed avevo bisogno della distorsione valvolare, per cui la mattina successiva tornai in negozio e mi ripresi il mio ampli..
Rispondi
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 19/12/2023 ore 12:07:09
Purtroppo la ricerca del suono è un continuo "trial and error", però sì, fare le domande giuste (alle persone giuste) può mettere al riparo da un sacco di passi falsi.
Nel mio caso la domanda c'era, ma era quella sbagliata e forse fu rivolta a persone non preparate a sufficienza, perché se oggi un ragazzo mi chiedesse "sai a quale pedale si ispira questa simulazione verde? L'ho vista in un preset su Slash e voglio quel suono", credo che l'avrei messo ben benino a sedere per spiegargli un po' di cose :D
Rispondi
di savakingyes [user #50496]
commento del 19/12/2023 ore 15:12:46
Dunque, spesso (mettendo da parte per un attimo l'incidenza della "mano" sul risultato finale) viene usato il termine "alchimia" per definire se una combinazione tra strumento, testata, cabinet e pedalini vari sia un mix vincente o perdente.

Quindi come riconoscere o dove trovare la giusta alchimia?

Per quanto mi concerne (non essendo un alchimista e manco uno stregone), acquisto tutto quel che mi serve per ottenere un determinato suono... solo dopo aver sentito con le mie orecchie (e non con quelle di questo o quel influencer) il risultato finale determinato dal collegamento di un tal strumento ad un tal ampli a sua volta collegato ad un tal cabinet (contenente tal woofer) e sentito, sempre con le mie orecchie, come tal combinazione renda bene inserendo nel suo magico mix questo o quel pedalino. Trovata la quadra, semplicemente replicò quella combinazione vincente (per le mie orecchie).

Devo però ammettere che, per mia fortuna, suono un genere (Incognito e dintorni) che non necessita di tenere sottomano decine di chitarre o centinaia di ampli e cabinet e manco di aver sottopiede migliaia di pedalini o l'ultimo modeler/profiler uscito sul mercato insieme a millemila tonnellate di IR 🤗
Rispondi
di eko22 [user #15375]
commento del 19/12/2023 ore 16:11:21
Anche io nella fine degli anni '80, vedendo il TS9 in ogni foto di un chitarrista metal lo acquistai convinto di tirare fuori un super high gain, non avevo capito una mazza :)
Rispondi
di geoffmostoes [user #35723]
commento del 19/12/2023 ore 21:55:4
credo che bisogna prendere le (ormai ottime eh..) versioni digitalizzate dei nostri ben amati pedali per quello che sono, software e plugins compresi (amavo Guitar Rig...) mi riferisco anche agli amplificatori combo o testata e cassa ed a tutti i relativi sistemi di microfonazione; decine e decine di repliche di classici e boutique ed una scelta imbarazzante di cabinet e microfoni...
buoni molto più che in passato per farsi un'idea di come suonano certi pedali o amplificatori ma sempre da prendere con le pinze

oggi siamo davvero fortunati ed abbiamo l'imbarazzo della scelta per essere versatili quando serve
ma poi se le riproduzioni dei pedali drive o degli ampli siano davvero fedeli questa è una scommessa (meno difficile che in passato però...)
per quanto riguarda le modulazioni e gli effetti di ambiente penso siano meno problematici invece

tutto questo per dire che non è ovviamente come avere un vero overdrive in un caldo valvolare ma non è più poi così enormemente lontano: il digitale è davvero un'ottima opportunità per tutti: per il recording, per la pratica, per stare più leggeri nei live quando occorre, per sperimentare routing o effetti che altrimenti non avremmo a disposizione o sarebbe complicato fare un continuo cablaggio audio e di alimentazione

però se ci si dovesse fare un'idea di come suona davvero un Fuzz Face o un Big Muff, ad esempio, tra quelli proposti in una delle tante pedaliere digitali di qualità (o per mia esperienza da Line6...) o da un plugin software si andrebbe un pò fuori strada...non che suoni completamente diverso ma un Fuzz Face è altro..(certo bestia ancora più difficile il fuzz dell'overdrive...)

farsi un'idea di come suona a grandi linee un Electric Mistress o un Memory Man o un Red Llama o altro prima di sborsare denaro per acquistarne uno vero credo sia legittimo
poi certo provarlo è meglio...

trovo molto utili anche i plugins di compressori o equalizzatori da studio sulle DAW per capire come funzionano certi "pezzi" blasonati per me impossibili da reperire in formato hardware

Rispondi
di mciampa [user #33970]
commento del 20/12/2023 ore 05:59:24
Buongiorno a tutti. Una domanda da semplice hobbista/appassionato casalingo, la cui unica relativa esperienza è dettata dall'età, a chi suona in maniera più professionale.
Giocando con diverse chitarre, pedali ed (meno) ampli, mi sono convinto che il punto di partenza per fare suonare decentemente il tutto (al netto dei limiti del chitarrista), sia cercare di capire quali frequenze sono enfatizzate o attenuate, di base, dall'ampli clean o quasi, dai pedali e dalla chitarra, e poi deliziarsi/dannarsi a trovare le sfumature che più ci piacciono. Aumentando guadagni e distorsione, con la fioritura delle armoniche, il gioco diventa deliziosamente più divertente o frustrante.
Può essere corretto?
Buona giornata a tutti
Rispondi
di Tubes [user #15838]
commento del 20/12/2023 ore 15:27:12
certo, trovo basilare quello che dici, infatti l'equalizzazione a monte ti consente di scolpire veramente alla perfezione il tuo suono. Il fatto è che un pedale di equalizzazione è sempre un pedale in più in catena, e allora si cerca di ovviare con i toni presenti quasi sempre a bordo dei pedali di drive, ma la precisione di un equalizzatore dedicato (e anche la sua neutralità rispetto al segnale di chitarra che ci passa attraverso) è un'altra cosa . Devo dire che nelle pedaliere che mi capita di osservare, i pedali di eq sono delle minoranze. Io stesso ho un bellissimo MXR che sta lì a prendere polvere e non lo uso. Si preferisce cambiare e provare decine e decine di OD o distorsori anche perchè, oggettivamente, c'è più gusto, a dirla tutta!
Rispondi
di fraz666 [user #43257]
commento del 20/12/2023 ore 09:51:05
condivido la stessa esperienza: Guitar Rig mi ha aiutato molto ad entrare nel mondo degli effetti di modulazione come phaser, delay etc. che fino a quel momento avevo affrontato solo marginalmente. più di 30 anni fa avevo uno Zoom 9000 che era molto divertente ma ero ancora troppo giovane per capirlo bene
Rispondi
di reca6strings [user #50018]
commento del 20/12/2023 ore 11:30:11
Anch'io ho vissuto la dissociazione fra effettistica digitale e reale, ma ne tengo il lato positivo: spesso ho trovato suoni veramente gradevoli ed adatti a quel che mi serviva con accoppiate ampli+effetti (distorsori, overdrive o fuzz) che poi nella realtà non si rivelavano come quelli della macchina digitale. Però, chissenefrega: se il suono è quello che voglio, bene così. Infatti poi ho venduto i pedali, non la pedaliera digitale.
Buona musica
Rispondi
di THE_Luke [user #31235]
commento del 21/12/2023 ore 10:24:00
il digitale ora facilita di molto le cose:
avere a disposizione con poche centinaia di euro un prodotto che ti da la possibilità di testare con soddisfazione simulazioni di strumentazione che fisicamente si tradurrebbe in un esborso di decine di migliaia di euro permette di imparare molto e di farsi qualche buona idea fondata sul risultato che si mira ad ottenere.
poi si passa alle cose serie, e qui un eq in pedaliera aiuta tantissimo a capire come intervenire per avvicinarsi al suono voluto.
sempre tenendo conto che il grosso del suono lo fa il cab col suo cono, e l'ampli che lo alimenta.
e ricordiamoci infine che tutto questo, se siamo microfonati, dipende dalla catena microfono, mixer, PA. e a quel punto, che ci sia un ampli fisico o una pedaliera che esce diretta, per il fonico cambia poco, ma per noi potrebbe fare tutta la differenza del mondo sentirci solo dagli in-ear o sentire l'aria spinta dal cono sulla schiena.

mh, forse sono andato un po' fuori tema, mannaggia.
ok, dicevamo... il tube screamer? uso la simulazione dal multieffetto digitale.
Rispondi
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